lunedì 16 novembre 2015

Immigrati, brava gente






La scena si apre sull'interno di un'abitazione di una famiglia napoletana: padre, madre, due figli (un maschio e una femmina) e una suocera.

Il padre fa il meccanico, la moglie è una casalinga, la figlia studia ed è impegnata nel sociale e il figlio, grande e grosso, ha come massima aspirazione quella di partecipare a “Il grande fratello”: una famiglia, comune, di persone semplici. La loro routine viene squarciata nel momento in cui entra, nel salotto di casa, un immigrato: un ragazzo straniero, stanco, malato per il lungo viaggio e la mancanza di assistenza che fa letteralmente irruzione in casa Croccolo . E' il perturbante, è colui che fomenterà le paure e metterà in crisi le certezze.

Si tratta della commedia intitolata Immigrati, brava gente scritta e diretta da Bernardino De Bernardinis: due atti in cui si ride molto e poi si riflette.

Un intreccio classico, ben costruito: un furto a casa di una signora appariscente porta alcuni membri della famiglia a sospettare di quel ragazzo africano, Omar, a cui con il tempo, si sono tutti affezionati, ma la verità non è mai in ciò che appare. Bisogna scavare e andare oltre la superficie per capire come sono andate davvero le cose e, allora, ecco che alcuni affetti si sgretolano e altri vengono riconfermati, la fiducia passa il testimone e un padre accoglie un figlio in più.

Molti gli argomenti trattati da questo testo: quello delle migrazioni – di grande attualità – a cui fa riferimento anche il titolo stesso che allude al periodo in cui eravamo noi a emigrare in cerca di lavoro e di un futuro migliore, un periodo da tanti dimenticato; il valore della solidarietà, messo in scena sempre prima dalle donne, portatrici di vita e poi dagli uomini; la generosità di chi accoglie e la gratitudine di chi è accudito. E anche una critica ai mass-media che lanciano notizie allarmanti o propongono trasmissioni che, abbassando il livello culturale, finiscono per condizionare anche opinioni e comportamenti.

Immigrati, brava gente - in cartellone al Teatro Martinitt di Milano fino al 22 novembre – diverte ed emoziona ed è adatto, in particolare, per i ragazzi che si affacciano su una società complessa e contradittoria e che devono imparare a rovesciare gli stereotipi.