lunedì 30 novembre 2015

29 novembre: Giornata Internazionale di solidarietà con il popolo palestinese

di Monica Macchi


Il 29 novembre 1947 con la risoluzione 181, l’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato il Piano di partizione della Palestina con cui si stabiliva la creazione di due Stati, uno ebraico e uno arabo, con Gerusalemme sotto regime internazionale speciale….una delle tante risoluzioni mai implementate.





 
Situato a est di Qalqilia, Kufr Qaddum è un villaggio palestinese di circa 4000 abitanti con una superficie di 24.000 donum: in base agli Accordi di Oslo è stato suddiviso in “area B” (circa 8.384 dunum dove l’Autorità Nazionale Palestinese ha il controllo sulle questioni civili, e Israele continua ad avere la responsabilità della sicurezza) e “area C” dove Israele ha il pieno controllo sia sulla sicurezza che sulla gestione amministrativa sia di questa area che degli insediamenti illegali che la circondano (Kedumim, Kedumim Zefon, Jit Mitzpe Yisha, e Giv'at HaMerkaziz che costituiscono la colonia di Ariel Kedumim abitata da circa 3000 coloni).

Attorno al villaggio c’è il muro di Separazione (che Israele chiama “Barriera di Sicurezza) che isola 7.175 dunum (38,2% della superficie totale) e impedisce ai contadini di accedere alle loro terre (il 70% degli abitanti lavorano anzi lavorerebbero nell’agricoltura!) e ci sono molte bypass road (strade costruite dagli israeliani per collegare gli insediamenti in Cisgiordania a Israele). De iure secondo gli accordi di Oslo, i palestinesi avevano il permesso di utilizzare queste strade ma dopo lo scoppio della Seconda Intifada, Israele ne ha chiuso l’accesso ai palestinesi per “ragioni di sicurezza” ossia per proteggere insediamenti e coloni. Questo ha creato moltissimi problemi sia per l’economia (l’agricoltura è in ginocchio) sia per la libertà di movimento per i lavoratori, gli studenti e anche i malati, costretti ad andare all’ ospedale di Darweesh Nazzal a una trentina di chilometri o negli ospedali di Nablus a una ventina… su percorsi alternativi e di fortuna su stradine non asfaltate continuamente interrotte da check-point anche improvvisati.

Così il 1 luglio 2011 è iniziata una resistenza popolare, sotto forma di una marcia pacifica dopo la preghiera del Venerdì per rivendicare il diritto e la libertà di movimento chiedendo la riapertura delle strade che collegano direttamente Kufr Qaddum agli altri villaggi palestinesi. Da allora ogni venerdì tutto il villaggio, compresi attivisti stranieri e pacifisti israeliani marciano non solo perchè le strade sono rimaste chiuse ma anche per denunciare il taglio di acqua ed elettricità che Israele usa come forma di punizione collettiva per fiaccare la resistenza.

 

Ed ecco con le parole di Murad Shtaiwi coordinatore dei movimenti popolari di resistenza non violenta, la situazione di Kufr Qaddum: