Il
29 novembre 1947 con la risoluzione 181, l’Assemblea Generale
dell’Onu ha approvato il Piano di partizione della Palestina con
cui si stabiliva la creazione di due Stati, uno ebraico e uno arabo,
con Gerusalemme sotto regime internazionale speciale….una delle
tante risoluzioni mai implementate.
Situato
a est di Qalqilia, Kufr Qaddum è un villaggio palestinese di circa
4000 abitanti con una superficie di 24.000 donum: in base agli
Accordi di Oslo è stato suddiviso in “area B” (circa 8.384 dunum
dove l’Autorità Nazionale Palestinese ha il controllo sulle
questioni civili, e Israele continua ad avere la responsabilità
della sicurezza) e “area C” dove Israele ha il pieno controllo
sia sulla sicurezza che sulla gestione amministrativa sia di questa
area che degli insediamenti illegali che la circondano (Kedumim,
Kedumim Zefon, Jit Mitzpe Yisha, e Giv'at HaMerkaziz che
costituiscono la colonia di Ariel Kedumim abitata da circa 3000
coloni).
Attorno
al villaggio c’è il muro di
Separazione (che Israele chiama “Barriera di Sicurezza) che isola
7.175 dunum
(38,2%
della superficie
totale) e impedisce ai contadini di accedere alle loro terre (il 70%
degli abitanti lavorano anzi lavorerebbero nell’agricoltura!) e ci
sono molte bypass
road (strade
costruite dagli
israeliani per
collegare gli
insediamenti in Cisgiordania
a Israele). De
iure secondo
gli accordi di Oslo,
i palestinesi avevano
il permesso
di utilizzare queste
strade ma dopo lo
scoppio della Seconda Intifada, Israele ne ha chiuso l’accesso ai
palestinesi per “ragioni
di sicurezza” ossia per
proteggere insediamenti
e coloni. Questo ha creato moltissimi problemi sia per l’economia
(l’agricoltura è in ginocchio) sia per la libertà di movimento
per i lavoratori, gli studenti e anche i malati, costretti ad andare
all’ ospedale di Darweesh
Nazzal a una
trentina di chilometri o negli ospedali di Nablus a una ventina…
su percorsi alternativi e di
fortuna su stradine non
asfaltate continuamente
interrotte da check-point anche improvvisati.
Così il 1
luglio 2011 è iniziata una resistenza popolare,
sotto forma di una
marcia pacifica dopo
la preghiera del
Venerdì per
rivendicare il diritto
e la libertà di movimento chiedendo la riapertura delle strade che
collegano direttamente Kufr Qaddum agli altri villaggi palestinesi.
Da allora ogni venerdì tutto il villaggio, compresi attivisti
stranieri e pacifisti israeliani marciano non solo perchè le strade
sono rimaste chiuse ma anche per denunciare il taglio di acqua
ed elettricità che Israele usa come forma di punizione collettiva
per fiaccare la resistenza.
Ed
ecco con le parole di Murad Shtaiwi
coordinatore
dei movimenti popolari di resistenza non violenta, la situazione di
Kufr Qaddum: