La
Bolla di Ventimiglia è la graphic
novel con cui Emanuele
Giacopetti
racconta la lotta portata avanti da un gruppo di migranti poche
settimane fa, dando vita al presidio
No
Borders.
Parole, ma soprattutto immagini, che descrivono con disarmante
chiarezza quello che è successo e che continua a accadere al
confine
tra
Francia e Italia:
migranti che per la prima volta hanno rivendicato con determinatezza
il diritto di passare; la reazione delle forze dell’ordine
francesi e italiane; il presidio nato sugli scogli, dove alcuni
migranti si sono rifugiati per sfuggire alle cariche delle forze
dell’ordine; la solidarietà di molte persone.
Oggi
il colore della nostra pelle è il miglior passaporto sulla piazza,
ma – ammonisce Giacopetti – i confini della ‘Fortezza Europa’
sono mutevoli, come le sue regole”.
L'Associazione
per I Diritti umani ha intervistato per voi Emanuele Giacopetti e lo
ringrazia molto per queste parole.
Prima
di tutto parliamo del presidio permanente “No borders”
Il
presidio non esiste più', o meglio: quello che era il presidio sugli
scogli e' stato sgomberato dalla polizia il 30 settembre, sulla
pagina fb del presidio (tutt'ora attiva) si possono vedere le foto
dell'operazione. Il 4 ottobre invece il corteo chiamato in
solidarietà al presidio e' stato bloccato dalle forze dell'ordine
nella piazza della stazione di XXmiglia, il corteo non si e' svolto e
dopo 6 ore di stallo la polizia ha deciso di caricare i manifestanti
che si organizzavano per andarsene rincorrendoli per le strade della
citta' e ferendone molti. Nonostante questo gli attivisti, i migranti
e i solidali con quell'esperienza continuano a vedersi e ad
organizzare iniziative.
“La
bolla di Ventimiglia” nasce da una vostra partecipazione diretta
alle proteste: puoi fare alcune riflessioni su ciò che sta
accadendo, dato che hai vissuto la situazione dall'interno?
Penso
che ci siano vari livelli di viversi da dentro "la Bolla" e
solo chi ha vissuto l'esperienza nel suo pieno (non io) abbia la
reale visione dall'interno delle cose. Comunque: penso che
l'esperienza di ventimiglia sia stata ed e' un'anomalia non solo
rispetto a quest'europa e alle leggi che ne regolano i confini ma
anche e soprattutto un'anomalia rispetto al dibattito che la
questione profughi ha suscitato nel paese. Mi spiego: la destra, nel
suo senso più' esteso, che ha molto lavorato e guadagnato dalla
vicenda, ha impostato il discorso sul binomio respingere/accogliere
facendo di un discorso complesso una semplificazione che ha portato
anche chi non condivide quelle posizioni ad opporvicisi in un modo in
fondo funzionale a questo sistema. Per molti un centro d'accoglienza
e' la risposta umana al problema, , mentre in pochi lo leggono come
uno strumento che limita il diritto a migrare di chi e' costretto a
farlo. Basti pensare anche alla distinzione fra Profugo con diritto
di asilo e migrante economico che e' stata sdoganata tranquillamente
anche fra chi si dice in difesa dei diritti dei migranti. Ecco, "la
Bolla" e' stata un'anomalia a tutto questo, portando la
discussione nel luogo delle contraddizioni del sistema Europa e
diventando allo stesso tempo protesta e risposta materiale alla
necessita' di migrare.
Quali
sono le politiche italiane sbagliate e quali quelle possibili in tema
di accoglienza
Ci
sarebbe molto da dire, col rischio di semplificare parlo solo dei
principi: oggi l'immigrazione e' vissuta come un'invasione o nel
migliore dei casi come un male da tollerare e mai come quello che e',
un fenomeno inevitabile che se ben affrontato diventa risorsa. Nel
momento che il migrante viene considerato persona nel pieno dei suoi
diritti a prescindere dai documenti, noi rivendichiamo universalmente
tutti quei diritti che oggi nell'era della "distrazione di
massa" ci vediamo togliere. In questo momento nel nostro paese
le strutture istituzionali costringono migliaia di vite ad
un'esistenza in stallo che non può' produrre altro che degrado e
sappiamo molto bene che il degrado e' un ottimo carburante per il
consenso di chi ci governa o aspira a farlo.
Altra
cosa, l'Italia dovrebbe innanzitutto interrompere le sue politiche
estere ed economiche che generano le migrazioni disperate a cui
assistiamo,solo due esempi: guardiamo cosa combina in Nigeria l'eni o
quali sono i rapporti che il governo turco, nostro amico, ha con
l'isis o con chi invece gli si oppone come il popolo curdo.
Cosa
può fare la società civile?
Partecipare,
nel senso più' fisico possibile. E' un momento in cui la nostra
partecipazione seppur individuale puo' fare la differenza
sull'esistenza di spazi democratici che oggi vediamo chiudersi. A
Ventimiglia il 4 ottobre il diritto a manifestare e' stato negato e
la verita' e' che nonostante la solidarietà' enorme espressa
ovunque, la presenza fisica dei soli attivisti e dei migranti che non
hanno ceduto alle intimidazioni dei giorni precedenti, ha reso
possibile per le istituìzioni chiudere in maniera violenta
un'esperienza scomoda. Su come e quando partecipare invece, il metodo
della "bolla" e' replicabile e funziona ovunque: si creano
degli spazi di discussione con chi sente o condivide il problema e
insieme si decide "che fare", di questi tempi, questo e'
già' rivoluzionario.
Alla
luce delle disposizione europee, quale potrebbe essere il futuro per
i migranti e i rifugiati?
Non
bello,le cosiddette quote dei rifugiati divise fra i paesi membri
sono solo uno specchietto per le allodole e riguardano solo una
minima parte dei reali numeri di persone che continuano e
continueranno a migrare. Penso che l'Europa nei fatti stia lasciando
le cose come stanno, c'e' troppo da perdere ad intervenire e troppo
da guadagnare a non farlo, già' si possono vedere i progetti dei
nuovi centri per migranti in costruzione su tutti i confini: questa
e' la stabilizzazione dell'emergenza non la sua soluzione.
Perchè
la scelta di trattare questi temi con attraverso una graphic novel?
I
tempi del fumetto sono sulla carta incompatibili con il tempo della
notizia o ancora meno del contenuto web, eppure con Graphic-News il
tentativo e' proprio quello di utilizzare i vari linguaggi della
notizia disegnata per creare informazione che e' allo stesso tempo
racconto, approfondimento e notizia nel senso stesso del termine. Per
restituire o almeno provarci, un'esperienza come quella della
"bolla", avere più' livelli a disposizione e' necessario.
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