Scriviamo
questo articolo con tanta rabbia e tristezza. Lo pubblichiamo senza
immagini, video o fotografiche, in segno di lutto. Un ennesimo lutto
del mare.
A
distanza di soli tre giorni dal naufragio di Scicli, il Mediterraneo
si fa tomba per più di 94 persone mentre 250 sono ancora i dispersi.
Migranti
dalla Somalia, ma anche dall' Eritrea e dal Ghana, scappati da Peasi
in guerra o sotto dittatura. Tra loro anche donne e bambini: tre, in stato di
gravidanza, sono state salvate così come trenta minori, tra cui un
neonato di due mesi.
La causa
di questo naufragio probabilmente è stato un incendio dovuto ad un
cortocircuito a bordo del barcone che si è rovesciato sulla costa
dell'isola dei Conigli. Nel tratto di mare circostante, chiazze
d'olio, pezzi di legno, giubbotti salvagente: tracce di una tragedia
che si ripete ormani troppo spesso, una “tragedia immane”, come
l'ha definita anche il Premier Enrico Letta, che getta vergogna e
sconforto su chi ha a cuore il destino degli altri.
Su quel
barcone erano saliti 500 migranti, mentre ora “ci sono morti
ovunque” racconta uno dei soccorritori che aggiunge: “ Sono
decide i cadaveri, molti galleggiano. Sembra un incubo”.
L'allarme
è stato dato dall'equipaggio, sono sette le motovedette impegnate
nel recupero delle persone e alle operazioni hanno partecipato anche
i pescherecci e le imbarcazioni da diporto: un enorme dispiegamento
di forze che sottolinea la gravità della situazione.
Gli
uomini, le donne e i bambini superstiti sono stati portati, in
elicottero, presso le strutture ospedaliere dell'isola di Lampedusa e
presentano sintomi di disidratazione, problemi alla pelle e altri
disturbi derivanti dall'aver ingerito carburante. Oltre, ovviamente,
allo stato di shock. Molti corpi di chi non ce l'ha fatta sono stati
portati nell'hangar dell'aeroporto perchè nel cimitero cittadino non
c'è più posto.
Fermato
uno degli scafisti; la procura di Agrigento aprirà un'indagine per
omicidio plurimo doloso; il Consiglio d'Europa, proprio mercoledì
scorso, ha pubblicato un rapporto in cui viene criticata duramente la
politica migratoria nel nostro Paese; Strasburgo ha considerato
“sbagliate e controproducenti” le misure prese dai nostri governi
per gestire i flussi migratori: eppure nulla cambia e il mare
inghiotte giovani vite.