“E'
Denise che ci invitati qui per dire Ciao alla sua mamma, e a lei
vogliamo dare un forte abbraccio”, queste le parole di Don Ciotti
in occasione del funerale civile per Lea Garofalo,
una
cerimonia laica per la testimone di giustizia, ammazzata brutalmente
il 24 novembre 2009 dal suo ex compagno e boss mafioso, Carlo Cosco.
Il corpo
della donna fu ritrovato in un campo vicino a Monza, a novembre dello
scorso anno e la figlia, Denise - ora in un luogo sconosciuto perchè
soggetta ad un regime di protezione - ha voluto che il funerale fosse
celebrato nella città di Milano perchè è qui che Lea si era
rifatta una vita, scappando da Petilia Policastro (in provincia di
Crotone) dove la sua famiglia gestiva gli affari della 'ndrangeta.
Le
parole e le note delle canzoni di Vinicio Capossela, di Rino Gaetano,
di Vasco Rossi; le bandiere colorate con il volto di questa eroina
contemporanea; i cartelli che inneggiano alla giustizia e alla
legalità: questi simboli e segnali di riconoscenza hanno abbracciato
la salma della donna insieme a tantissime persone, di tutte le età,
che hanno voluto darle l'ultimo saluto. E poi le letture,
impressionanti, che restano come testamento morale e come mònito per
tutti, come quella pagina di diario, datata 18 agosto 1992, in cui
Lea scriveva: “ Non ho mai avuto affetto e amore da nessuno. Sono
nata nella sfotuna e ci morirò. Oggi però ho la speranza per andare
avanti e si chiama Denise. Avrà tutto quello che non ho mai avuto
nella vita”.
Durante
il funerale, che si è svolto ieri, sabato 19 ottobre 2013 in Piazza Beccaria, sono
stati distribuiti dei segnalibri perchè, ha spiegato il sacerdote
fondatore di Libera: “
Vogliamo riaffermare il potere dei segni contro i segni del potere.
Il segnalibro riafferma l'importanza della cultura contro la
mentalità mafiosa”. Il sacerdote, alla fine dell'incontro e con le
lacrime agli occhi, ha gridato: “ Non basta parlare di verità,
dobbiamo cercarla...Abbiamo tanto dolore dentro perchè non ce
l'abbiamo fatta a salvarla” , ma sabato abbiamo preso tutti un
impegno che è quello di non lasciare mai sola Denise e di ripartire
per cercare di riaffermare non solo la verità, ma per combattere la
“mafiosità” che, a volte, è anche dentro di noi, e troppo
spesso si trova intorno a noi.
La
voce di Denise rieccheggia nella piazza, una voce spezzata dal pianto
che dice: “ Per me,oggi, è un giorno molto difficile, ma la forza
me l'hai data tu, mamma. Se è successo tutto questo è solo per il
mio bene e non smetterò mai di ringraziarti”.