lunedì 14 ottobre 2013

Ancora migranti morti: ancora appelli, parole e polemiche




250 migranti, decine di morti: ancora bambini, donne e ragazzi.
Un barcone si è capovolto nel canale di Sicilia, tra la Libia e Malta: un aereo militare dell'isola, in ricognizione,avrebbe avvistato l'imbarcazione, i migranti avrebbero iniziato a muoversi, ad agitarsi, a gridare per attirare l'attenzione del pilota e la ressa avrebbe, così, causato il capovolgimento della carretta e il naufragio.
L'area in cui è avvenuto il fatto è di competenza maltese e il premier, Joseph Muscat, ha affermato: “Questa tragedia non può essere solo un altro (ennesimo) allarme per l'Europa. Ora è tempo di agire. Questo è un problema europeo, non è solo un problema dell'Italia e di Malta”.
Dall'inizio di gennaio abbiamo ricevuto 33mila persone, di cui solo 13mila a Lampedusa, la maggior parte nel periodo estivo. Considerate le cifre e la forte concentrazione temporale stiamo cercando di gestire il fenomeno in maniera strutturale e non solo emergenziale”, ha dichiarato il viceministro italiano dell'Interno, Filippo Bubbico, sottolineando: “I passi avanti fatti dall'Italia sia sotto il profilo del diritto d'asilo con una legge europea (entrata in vigore il 4 settembre scorso) che ha potenziato del 60% gli organismi per il riconoscimento dello status di rifugiato (ora sono 16 in tutto), sia sotto il profilo dell'accoglienza, raddoppiando - anche con finanziamenti aggiuntivi - la capacità di accoglienza del sistema Sprar, passando da 8.000 a 16.000 posti”.
Il sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, al TG La7 ha ripetuto, ancora una volta che l'Europa non può essere una diga nel Mediterraneo e che Lampedusa non può essere la frontiera dell'Europa stessa perchè è un'isola troppo piccola e, soprattutto, ha ricordato che “queste persone non vanno lasciate morire. Tutto questo è una gran farsa per cui si pagano prezzi altissimi, vite umane e sacrifici di luoghi di confine come Lampedusa”.
Il Ministro per l'Integrazione, Cecile Kyenge, sul reato di clandestinità - di cui si è ricominciato a dicutere dopo il naufragio dell'isola dei Conigli - ha affermato: “ E' un percorso lungo e abbiamo fatto i primi passi. Un primo approccio c'è stato, ora però serve un progetto condiviso più che dal punto di vista giuridico dal punto di vista culturale: sono cambiamenti da fare insieme, nella condivisione, nel confronto, nella partecipazione”: Risponde a queste parole, Gasparri, della Lega e vicepresidente del Senato: “ Non è la legge Bossi-Fini che causa morti. Sono anche frutto della demagogia di chi fa facili annunci, frutto delle guerre sbagliate in Libia, di chi vuole smantellare norme per favorire i mercanti di morte. Giù le mani dal reato di clandestinità”.
Parole, annunci, promesse e polemiche...sulla pelle di chi è costretto a fuggire dal proprio Paese d'origine per cercare un luogo in cui vivere pacificamente e in cui potrebbe veder tutelati i propri diritti di base. Ma molti non fanno nemmeno in tempo a verificare l'opportunità di questa speranza.