250
migranti, decine di morti: ancora bambini, donne e ragazzi.
Un
barcone si è capovolto nel canale di Sicilia, tra la Libia e Malta:
un aereo militare dell'isola, in ricognizione,avrebbe avvistato
l'imbarcazione, i migranti avrebbero iniziato a muoversi, ad
agitarsi, a gridare per attirare l'attenzione del pilota e la ressa
avrebbe, così, causato il capovolgimento della carretta e il
naufragio.
L'area
in cui è avvenuto il fatto è di competenza maltese e il premier,
Joseph Muscat, ha affermato: “Questa tragedia non può essere solo
un altro (ennesimo) allarme per l'Europa. Ora è tempo di agire.
Questo è un problema europeo, non è solo un problema dell'Italia e
di Malta”.
“Dall'inizio
di gennaio abbiamo ricevuto 33mila persone, di cui solo 13mila a
Lampedusa, la maggior parte nel periodo estivo. Considerate le cifre
e la forte concentrazione temporale stiamo cercando di gestire il
fenomeno in maniera strutturale e non solo emergenziale”, ha
dichiarato il viceministro italiano dell'Interno, Filippo Bubbico,
sottolineando: “I passi avanti fatti dall'Italia sia sotto il
profilo del diritto d'asilo con una legge europea (entrata in vigore
il 4 settembre scorso) che ha potenziato del 60% gli organismi per il
riconoscimento dello status di rifugiato (ora sono 16 in tutto), sia
sotto il profilo dell'accoglienza, raddoppiando - anche con
finanziamenti aggiuntivi - la capacità di accoglienza del sistema
Sprar, passando da 8.000 a 16.000 posti”.
Il
sindaco di Lampedusa, Giusi Nicolini, al TG La7 ha ripetuto, ancora
una volta che l'Europa non può essere una diga nel Mediterraneo e
che Lampedusa non può essere la frontiera dell'Europa stessa perchè
è un'isola troppo piccola e, soprattutto, ha ricordato che “queste
persone non vanno lasciate morire. Tutto questo è una gran farsa per
cui si pagano prezzi altissimi, vite umane e sacrifici di luoghi di
confine come Lampedusa”.
Il
Ministro per l'Integrazione, Cecile Kyenge, sul reato di
clandestinità - di cui si è ricominciato a dicutere dopo il naufragio dell'isola dei Conigli - ha affermato: “ E' un percorso lungo e abbiamo fatto
i primi passi. Un primo approccio c'è stato, ora però serve un
progetto condiviso più che dal punto di vista giuridico dal punto di
vista culturale: sono cambiamenti da fare insieme, nella
condivisione, nel confronto, nella partecipazione”: Risponde a
queste parole, Gasparri, della Lega e vicepresidente del Senato: “
Non è la legge Bossi-Fini che causa morti. Sono anche frutto della
demagogia di chi fa facili annunci, frutto delle guerre sbagliate in
Libia, di chi vuole smantellare norme per favorire i mercanti di
morte. Giù le mani dal reato di clandestinità”.
Parole,
annunci, promesse e polemiche...sulla pelle di chi è costretto a
fuggire dal proprio Paese d'origine per cercare un luogo in cui
vivere pacificamente e in cui potrebbe veder tutelati i propri
diritti di base. Ma molti non fanno nemmeno in tempo a verificare
l'opportunità di questa speranza.