Eccoci
arrivati al quinto appuntamento della “Carovana dei diritti/parte
seconda” con un interessante incontro sul tema della pace.
Presentiamo,
infatti, il volume intitolato I
dolori della pace (Poiesis
editrice) del Prof. Giuseppe Goffredo.
“ Come
possiamo accettare che il nostro benessere sia basato sulla morte e
la sofferenza degli altri?”; “Come possiamo accettare che la pace
si regga sulla occupazione delle terre altrui?”: queste sono alcune
domande da cui prende avvio la riflessione dell'autore. Molti gli
argomenti che affronteremo durante la serata: gli stereotipi
negativi, in particolare sugli islamici, a partire dall' 11 settembre
2001; la differenza tra guerra preventiva e guerra prevista; le
conseguenze della cosiddette “primavere arabe” e tanto altro
ancora.“ ...Se la guerra è cosa umana, l'umanità stessa può decretarne la fine. Il modello mentale costruito intorno alla guerra può essere sconfitto attraverso il 'disarmo' non solo militare ma anche 'culturale' come dice Panikkar. Se la guerra è stata costruita e adottata nella Storia attraverso la cultura, la cultura stessa può pensare la storia cancellando l'idea della guerra. Per fare questo occorre disinnescare i meccanismi concettuali, linguistici, simbolici che armano la nostra mente”.
L'incontro
prevede la proiezione - e il commento - di un cortometraggio e la
testimonianza di Mohammad Amin Wahidi, poeta e attivista per i
diritti umani.
Il Prof.
Goffredo e Mohamad Amin Wahidi leggeranno alcune loro poesie.
La
serata sarà, quindi, ricca e vi aspettiamo numerosi!
L'appuntamento
è per:
mercoledì
14 maggio, ore 18.30, presso Spazio Tadini, Via Jommelli, 24 (MM
LORETO) a Milano
Giuseppe Goffredo: poeta e scrittore anche di teatro. Nel 1994 ha fondato, e da allora dirige, i Seminari di Marzo dialoghi Mediterraneo-Europa, la rivista Qui Letteratura arte e società fra culture mediterranee e la Poiesis Editrice.
Mohammad Amin Wahidi: Nato a Kabul, rifugiato con la famiglia in Pakistan, all'età di dieci anni, al rientro in patria ha studiato Arte e Cinema presso la facoltà di Belle Arti di Kabul. Tra i primi presentatori TV di etnia hazara, osteggiato dai fondamentalisti, ha fondato una casa di produzione cinematografica che supporta i filmmaker afghani che vogliano trasmetter un messaggio di pace.
E' poeta e attivista per i diritti umani.