mercoledì 21 maggio 2014

Le paure di alcuni, le difficoltà di altri



Modica, provincia di Ragusa. Alcuni giorni fa. Sessanta genitori di bambini che frequentano un istituto scolastico statale dichiarano di non voler mandare i propri figli in gita per paura che possano contrarre malattie perchè gli autobus utilizzati sarebbero gli stessi usati per trasferire gli immigrati da Pozzallo alla masseria San Pietro sistemata per dar loro i primi soccorsi. I genitori dei ragazzi sono convinti che i mezzi di trasporto non vengano disinfettati e che ci sia il rischio di contrarre scabbia, tubercolosi o anche l'Aids.
Il Consigliere comunale, Michele Colombo ha presentato un'interrogazione ufficiale al sindaco Ignazio Abbate.
Si tratta di un problema serio che va sicuramente affrontato e risolto, ma non deve diventare, questo, il pretesto per divulgare altri stereotipi su chi scappa dai propri Paesi d'origine per fame o per guerre e cerca in Europa e in Italia accoglienza e rifugio.
Come dimenticare le immagini dei migranti stipati in un cortile, nudi o semispogliati, sottoposti a getti d'acqua come se si trattasse di animali e non di persone: neanche questo può essere il modo di risolvere eventuali casi di malattie infettive e non. 
Diversa preoccupazione, invece, quella di altri genitori che a Dronero, in provincia di Cuneo, a metà aprile, boicottano la scuola dei figli perchè nelle classi elementari sono iscritti troppi bimbi stranieri.
Il preside, Graziano Isaia, uno dei più giovani dirigenti scolastici italiani con i suoi 37 anni, ha definito, quella dei genitori, come “una guerra affrontata per strada e mai nelle sedi ufficiali, condotta con poca informazione e disponibilità a risolvere i problemi”. Sempre secondo il dirigente, che si è dovuto dimettere, i motivi alla base di questa situazione sono da individuare in “sentimenti inconfessabili: lo sporco, il fastidio, il peso morto, la puzza, l'ignoranza scimmiesca. Chi si sente superiore non si vuole mescolare, è terrorizzato di essere contagiato”. Parole dure, quelle del preside, che si scontrano con quelle dei genitori che, invece di sostenere l' esempio di solidarietà, inclusione e disponibilità verso il prossimo, dicono: “...Cerchiamo il meglio per i nostri figli e la percentuale di stranieri in classe era troppo alta per permettere agli ottimi insegnanti di svolgere il loro lavoro senza rallentamenti”.
Per queste persone, quindi, sarebbe meglio costituire classi di soli alunni stranieri con insegnati mediocri e classi di soli alunni italiani con insegnanti ottimi, così sì che si garantirebbe la crescita cognitiva e affettiva dei futuri adolescenti e dei futuri cittadini.