Hannah,
Carolina, Aurora, Andrea, Nadia, Amanda: questi sono solo alcuni dei
nomi di ragazze e ragazzi che si sono tolti la vita, nel corso
dell'anno, perchè vittime di bullismo e di cyberbullismo.
La rete,
infatti, può essere uno strumento utilissimo per ampliare le
conoscenze e per approfondirle, ma può anche diventare una trappola
psicologica oppure un'arma puntata contro i più deboli.
La
Commissione Diritti Umani a Palazzo Madama ha, così, deciso di
prestare la massima attenzione al fenomeno del cyberbullismo e di
avviare un'indagine conoscitiva del problema, in collaborazione con
il Ministero dell'Università e della ricerca scientifica, la Polizia
Postale, il Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza e con Save the
children.
Elena
Ferrara, membro delle Commissioni istruzione e Diritti Umani, ha
presentato anche un disegno di legge per la prevenzione e il
contrasto del cyberbullismo. “Dopo aver vissuto il dramma del
suicidio di una mia ex alunna di 14 anni, a gennaio 2013, e a fronte
dell'ultimo drammatico gesto analogo di una ragazzina di Venaria,
faccio appello al Parlamento affinché già all'inizio del prossimo
anno scolastico possano partire le campagne di formazione e di
contrasto al fenomeno e per dotare l'Italia di una legge che metta a
sistema l'educazione per la sicurezza in rete”: con queste parole
la senatrice si è rivolta ai suoi colleghi.
Il
disegno di legge prevede che i post offensivi vengano rimossi dal web
nel giro di 24 ore su richiesta dei genitori o di chi ha la
responsabilità dei minori; in caso di mancata richiesta, provvederà
lo stesso Garante nell'arco delle 48 ore. Per i ragazzi che
commettono il fatto è previsto un ammonimento perchè, prima della
punizione, è importante educarli non solo all'utilizzo corretto di
Internet, ma soprattutto al “recupero del senso del limite, del
rispetto verso la persona, verso i coetanei, soprattutto i più
fragili”, ha continuato Elena Ferrara. “Oggi, già a dieci anni,
i più giovani prendono contatto con la complessità e la vastità
del mondo attraverso uno smartphone. Siamo sicuri che questo non
implichi degli obblighi? O comunque delle responsabilità?”.
Quando
il senso di responsabilità, di giovani e adulti, viene a mancare,
devono subentrare altre misure. E' prevista, quindi, la costituzione
di una cabina di regia che coordini le strategie tra Ministeri,
Polizia Postale e il Safer Internet Center, e una rete in linea anche
con le direttive suggerite dall'ONU e dalla Commissione Europea.
Sono,
infine, previsti corsi di aggiornamento e di formazione rivolti agli
insegnanti affinchè, in ogni scuola, ci sia un referente perchè:
“l'educazione all'uso consapevole della rete deve assumere
continuità curricolare, responsabilizzando gli stessi alunni ad
assumere condotte di legalità e di solidarietà”, ha concluso la
Ferrara.