Giusy
Buccheri e Michele Citoni sono i registi del documentario Il
futuro è troppo grande realizzato
con il patrocinio del Ministero per l'integrazione, l'Assessorato
alle Politiche Culturali della Provincia di Roma, OIM-Organizzazione
Internazionale delle migrazioni.
Un
film che raccontala quotidianità di due ragazzi: Re e Zhanxing. Lo
studio, il lavoro, le passioni. Quelle di tanti altri coetanei. Sono
di origini cinesi: lui vive ancora con i genitori e la sorella, ama
l'arte ed è fidanzato. Lei è già laureata, vive da sola e deciderà
di intraprendere un viaggio in cerca delle proprie radici.
Il
documentario partecipa al Festival del cinema africano, d'Asia e
America latina che si svolge a Milano dal 6 al 12 maggio 2014. In calce le date delle proiezioni.
Abbiamo
rivolto alcune domande a Giusy Buccheri che ringraziamo molto.
Decide, quindi, di fare questo viaggio nel suo luogo d'origine, per studiare il cinese e per vedere come si vive lì. Il suo pensiero era: “ Qui non sono accettata perchè sono considerata cinese, in Cina potrò essere me stessa”. Nel viaggio, invece, scopre che neanche lì è facile perchè gli altri vedono solo la sua italianità e lei stessa si sente italiana. Si sentiva sospesa tra due culture, ma al ritorna con una maggiore consapevolezza rispetto a una comprensione più profonda del sentirsi italiana, di voler vivere in Italia e di voler essere una mediatrice tra le due culture.
Re
e Zhanxing, i protagonisti, sono due ragazzi di “seconda
generazione”: quali sono le loro aspettative in Italia, in tutti i
settori (studio, lavoro, esercizio dei loro diritti civili)?
Come
tutti i ragazzi della loro età vorrebbero fare la loro vita, poter
fare scelte senza avere difficoltà che poi, invece, incontrano. E'
diverso per Re che la cittadinanza l'ha già avuta allo scoccare del
diciottesimo anno. Invece Zhanxing l'ha chiesta da alcuni anni (credo
da tre anni) e non ha ancora ricevuto risposta dallo Stato italiano.
Zhanxing
ha studiato Lingue e si è trovata a disagio in diverse occasioni:
doveva andare in gita con i compagni di scuola, ma aveva il permesso
di soggiorno in scadenza e pr questo ha avuto molte più difficoltà
rispetto agli altri. Inoltre, non può accedere ai concorsi pubblici
oppure ai bandi universitari, come l'Erasmus ad esempio.
Quali
sono i punti di forza e quali, invece, le difficoltà legate
all'appartenenza a due culture tanto diverse?
Ognuno
di loro vive le difficoltà diversamente. Nel caso di Re, sembra
perfettamente integrato nelle due culture in cui vive: nella cultura
di origine – con i genitori, i parenti, le tradizioni – e con la
cultura italiana. Lui stesso dice che che la doppia cultura è una
ricchezza perchè permette un punto di vista più ampio e una
sensibilità più spiccata e, essendo un artista, diventa un valore
aggiunto, uno strumento in più per l'espressione della propria
creatività. Il suo percorso artistico è legato anche alla famiglia:
suo padre era il cantante di un gruppo e ora fa l'attore, per cui Re
ripercorre alcune passioni del papà e, infatti, nel film dice: “
Impara l'arte e mettila dappertutto”.
Zhanxing,
invece, la incontriamo in un momento in cui vive con difficoltà
questa sua doppia identità perchè è sempre stata impegnata, anche
da un punto di vista politico, per il riconoscimento della
cittadinanza, mettendosi in gioco in prima persona, attraverso
lettere aperte ai giornali, scrivendo sul suo blog, ma sentiva anche
il peso di dover rappresentare un'intera generazione. Decide, quindi, di fare questo viaggio nel suo luogo d'origine, per studiare il cinese e per vedere come si vive lì. Il suo pensiero era: “ Qui non sono accettata perchè sono considerata cinese, in Cina potrò essere me stessa”. Nel viaggio, invece, scopre che neanche lì è facile perchè gli altri vedono solo la sua italianità e lei stessa si sente italiana. Si sentiva sospesa tra due culture, ma al ritorna con una maggiore consapevolezza rispetto a una comprensione più profonda del sentirsi italiana, di voler vivere in Italia e di voler essere una mediatrice tra le due culture.
Quali
sono le differenze (se ci sono) e le similitudini tra i protagonisti
e gli altri ragazzi italiani che, fin dalla nascita, sono in possesso
della cittadinanza giuridica?
Nel
documentario c'è una parte di riflessione verbale e una parte di
osservazione perchè abbiamo seguito i ragazzi nel loro vivere
quotidiano: il disagio, in realtà, è più un problema degli adulti
che dei ragazzi perchè loro crescono insieme ed è tutto naturale.
I
tratti somatici tradiscono una “differenza” e si sono sentiti
dire, da alcune persone: “Ma come parli bene italiano!”...ma loro
sono nati in Italia e sono italiani.
Come
è nato e come si è sviluppato il progetto di questo documentario?
Il film
è una co-regia mia e di Michele Citoni. Io venivo da un film
precedente sull'emigrazione italiana e mi interessava ribaltare il
punto di vista. Gli argomenti interessavano anche Michele anche
perchè non si può raccontare l'Italia senza raccontare gli
stranieri e i ragazzi che abitano qui, che crescono qui e che
scoprono di non avere gli stessi diritti dei propri coetanei pur
avendo fatto lo stesso percorso di vita.
Proiezioni
del documentario e incontro nell'ambito del Festival del cinema
africano, d'Asia e America latina:
giovedì
8 maggio alle 19 al Cinema Rosetum
venerdì
9 Maggio alle 17.00 allo Spazio Oberdan - Proiezione alla
presenza dei registi
sabato
10 maggio alle 19 al Cinema Beltrade
Incontro
con il pubblico: il 10 maggio alle 17 nella nostra "ora del
Té" alla Casa del Pane
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