L'associazione Ridim (Rete Italiana Donne Immigrate), all'interno del progetto “Voci femminili dal Mediterraneo”, realizzato in collaborazione con l’Assessorato alla cooperazione internazionale del Comune di Padova, organizza questa mostra fotografica per smontare lo stereotipo occidentale che considera le donne musulmane come sottomesse, senza possibilità di studiare e chiuse in casa.
All’interno della mostra il 20 maggio alle ore 18:00 è prevista anche la presentazione del libro “Il risveglio della democrazia. La Tunisia dall’indipendenza alla transizione”, di Leila El Houssi (coordinatrice del Master Mediterranean Studies all’Università di Firenze dove è anche ricercatrice nel Forum per i problemi della Pace e della Guerra)
Quando e dove: dal 13 maggio al 2 giugno 2014, nella Piazza Agorà del Centro Culturale Altinate/S. Gaetano, Padova; da martedì a domenica dalle 10:00 alle 19:00. Inaugurazione: martedì 13 maggio, ore 18:00
Qui
un’anteprima di alcune foto e storie:
Ma
a proposito di donne, c'è ancora molto da fare: Meriam Yahia
Ibrahim Ishag, la dottoressa di ventisette anni sudanese condannata
per apostasia in quanto cristiana e per questo condannata alla pena
capitale, avrà un altro processo. Antonella Napoli, presidente di
Italians For Darfur, si fa portavoce degli avvocati e dichiara che la
nuova sentenza non prevede la pena di morte. Il pronunciamento
definitivo della Corte suprema avverrà fra poche settimane.
Meriam
è nata da padre musulmano. La religione islamica si tramanda, di
diritto, per linea paterna e, invece, la donna ha sposato un uomo
cristiano e ha scelto di continuare il suo percorso in questa
direzione. Numerosi gli appelli della comunità internazionale che si
sono aggiunti a quelli dell'organizzazione Italians For Darfur e del
quotidiano Avvenire. Un primo traguardo è stato raggiunto, ora si
attende la sentenza e la liberazione di Meriam, che si trova in
prigione con il suo primo figlio di un anno e mezzo e incinta di otto
mesi.