mercoledì 7 gennaio 2015

Charlie Ebdo: un massacro contro uomini, libertà e stampa


 
 
Parigi è il cuore europeo, occidentale dei Diritti Umani. Per questo, dopo l'attacco al giornale satirico Charlie Hebdo, lavoreremo con maggiore alacrità e sempre più convinti di ciò che stiamo facendo.

Vogliamo ribadire che la comunità musulmana ha condannato severamente l'accaduto.

L'associazione per i Diritti Umani ringrazia la sua collaboratrice, Monica Macchi, per il seguente articolo.



CHARLIE HEBDO: JOURNAL BÊTE ET MÉCHANT

(cioè stupido e cattivo come si è autodefinito sin dai suoi esordi negli anni Sessanta)



E’ un settimanale satirico francese libertario, caustico e irriverente, più volte sospeso sia dalla magistratura sia dal Ministero degli Interni quando la morte di De Gaulle è stata salutata dalla copertina “Bal tragique à Colombey - un mort” (“Tragico ballo a Colombey -che era la residenza di De Gaulle- un morto) facendo riferimento all’incendio che dieci giorni prima aveva causato 146 morti in una discoteca. 


Diventa conosciuta internazionalmente nel 2006 quando pubblica una serie di caricature danesi sul profeta Maometto che hanno scatenato incidenti e polemiche e anche la richiesta da parte del Consiglio Francese del culto musulmano di messa al bando del giornale: richiesta respinta e serata-tributo in omaggio ai vignettisti e alla libertà di stampa e di satira organizzata dal ministero della Cultura. Pochi anni dopo la sede viene distrutta da un incendio poco prima dell’uscita di un numero speciale dedicato alla vittoria di El-Nahda in Tunisia dal titolo “Charia Hebdo”, con un gioco di parole tra il nome del giornale e “Sharia” e Maometto che dice “100 frustate se non muori dalle risate”.

Il 7 gennaio era un giorno particolare nelle relazioni tra Francia e Islam: è infatti uscito il romanzo fantapolitico “Sottomissione” di Michel Houellebecq (in Italia uscirà per Bompiani il 15 gennaio) che ipotizza la Francia del 2022 governata da un presidente musulmano, dove vige la poligamia e le donne sono chiuse in casa a occuparsi di mariti e figli in omaggio alla religione che ha definitivamente trionfato sull’Illuminismo. Ebbene questa è la copertina di Charlie Hebdo della scorsa settimana che irride platealmente alle tesi del libro

Vorrei qui riportare le parole del direttore di Charlie Hebdo, Charb, ucciso nell’attentato che ha più volte ripetuto che le vignette “sconvolgeranno solo quelli che vorranno essere sconvolti” e ripetendo che la satira, sinonimo di democrazia e libertà, non deve avere limiti perché “se iniziamo a porci la domanda se abbiamo o meno il diritto di disegnare Maometto, se sia pericoloso o meno farlo, la domanda successiva sarà, possiamo rappresentare dei musulmani nel giornale? E poi sarà se possiamo rappresentare degli esseri umani nel giornale, e alla fine non rappresenteremo più nulla e il gruppo di estremisti che si agitano nel mondo e in Francia avrà vinto”. E ogni volta che lo ripeteva mostrava questa vignetta “Maometto sopraffatto: è duro essere amato da coglioni”.