Parigi è
il cuore europeo, occidentale dei Diritti Umani. Per questo, dopo
l'attacco al giornale satirico Charlie Hebdo, lavoreremo con
maggiore alacrità e sempre più convinti di ciò che stiamo facendo.
Vogliamo
ribadire che la comunità musulmana ha condannato severamente
l'accaduto.
L'associazione
per i Diritti Umani ringrazia la sua collaboratrice, Monica Macchi,
per il seguente articolo.
CHARLIE
HEBDO: JOURNAL BÊTE ET MÉCHANT
(cioè
stupido e cattivo come si è autodefinito sin dai suoi esordi negli
anni Sessanta)
E’
un settimanale satirico francese libertario, caustico e irriverente,
più volte sospeso sia dalla magistratura sia dal Ministero degli
Interni quando la morte di De Gaulle è stata salutata dalla
copertina “Bal tragique à Colombey - un mort” (“Tragico
ballo a Colombey -che era la residenza di De Gaulle- un morto)
facendo riferimento all’incendio che dieci giorni prima aveva
causato 146 morti in una discoteca.
Diventa conosciuta
internazionalmente nel 2006 quando pubblica una
serie di caricature danesi sul profeta Maometto che hanno scatenato
incidenti e polemiche e anche la richiesta da parte del Consiglio
Francese del culto musulmano di messa al bando del giornale:
richiesta respinta e serata-tributo in omaggio ai vignettisti e alla
libertà di stampa e di satira organizzata dal ministero della
Cultura. Pochi anni dopo la sede viene distrutta da un incendio poco
prima dell’uscita di un numero speciale dedicato alla vittoria di
El-Nahda in Tunisia dal titolo “Charia Hebdo”,
con un gioco di parole tra il nome del giornale e “Sharia” e
Maometto che dice “100 frustate se non muori dalle risate”.
Il 7 gennaio era un
giorno particolare nelle relazioni tra Francia e Islam: è infatti
uscito il romanzo fantapolitico “Sottomissione”
di Michel Houellebecq (in Italia uscirà per Bompiani il 15 gennaio)
che ipotizza la Francia del 2022 governata da un presidente
musulmano, dove vige la poligamia e le donne sono chiuse in casa a
occuparsi di mariti e figli in omaggio alla religione che ha
definitivamente trionfato sull’Illuminismo. Ebbene questa è la
copertina di Charlie Hebdo della scorsa settimana che irride
platealmente alle tesi del libro
Vorrei qui riportare le
parole del direttore di Charlie Hebdo, Charb, ucciso nell’attentato
che ha più volte ripetuto che le vignette “sconvolgeranno
solo quelli che vorranno essere sconvolti”
e ripetendo che la satira, sinonimo di democrazia e libertà, non
deve avere limiti perché “se
iniziamo a porci la domanda se abbiamo o meno il diritto di disegnare
Maometto, se sia pericoloso o meno farlo, la domanda successiva sarà,
possiamo rappresentare dei musulmani nel giornale? E poi sarà se
possiamo rappresentare degli esseri umani nel giornale, e alla fine
non rappresenteremo più nulla e il gruppo di estremisti che si
agitano nel mondo e in Francia avrà vinto”.
E ogni volta che lo ripeteva mostrava questa vignetta “Maometto
sopraffatto: è duro essere amato da coglioni”.