.jpg)
Certo, qualcuno potrà dire che Goli Taraghi non si renda conto della situazione perchè appartiene a una categoria privilegiata, quella delle persone agiate e intellettuali. Ma forse non è così: si tratta di lasciare spazio, ogni tanto, alla vita, a quella parte dell'esistenza più tranquilla, a cui tutti avremmo diritto di aspirare.
Nell'ottima traduzione dal persiano di Anna Vanzan, c'è il riferimento al titolo del libro, La signora melograno. Una anziana signora che non si è mai allontanata dall'isolato villaggio dell'interno vivendo dei frutti della sua terra, decide di raggiungere i figli emigrati in Svezia. La prima tappa del viaggio, dal villaggio a Teheran, è molto impegnativo e stancante ma non è nulla rispetto a ciò che l'aspetta per raggiungere in aereo Parigi e da lì la Svezia.
Abbiamo
rivolto alcune domande alla traduttrice, Anna Vanzan, che
ringraziamo.
La
letteratura è una forma di liberazione/emancipazione femminile, in
Iran come in altri Paesi sotto dittatura?
Fin
da tempi remoti le donne d’Iran si sono manifestate attraverso la
letteratura, dapprima esclusivamente con la poesia, perlopiù a fondo
mistico. Meditare e scrivere erano considerate attività “domestiche”
e come tali plausibili per le signore della buona società
islamo-persiana. Alcune di loro partecipavano a pubbliche tenzoni
poetiche, sfidando i loro colleghi maschi. Molte immagini da loro
usate erano volutamente mistiche ed esoteriche proprio per potersi
esprimere liberamente. A metà del XIX secolo le donne hanno
cominciato a usare la prosa, spesso colorandola di una chiara
protesta nei confronti del patriarcato. In un secolo e mezzo le
iraniane hanno conquistato la letteratura del loro Paese,
trasformando una tradizione quasi esclusivamente lirica e scritta da
uomini in una corrente prosastica il cui numero di autrici sovrasta
ormai quello degli scrittori.
Come
ha conciliato – Goli Taraghi – la sua esperienza di cittadina
iraniana e di persona costretta all'esilio?
Goli
Taraghi è una scrittrice nata e alla sua penna ha affidato pure le
pene dell’esilio. Anche prima del suo trasferimento in Francia
aveva sperimentato alcune forme letterarie (romanzo e racconti brevi)
che però riflettevano soprattutto un viaggio alla ricerca di in sé
stessa, vagamente venata da auto compiacimento. L’esilio ha
modificato il suo stile, costringendola a un continuo ricordo che non
è ripiegamento sul passato e/o autocommiserazione, ma un processo
dinamico che usa il passato per proiettarsi in avanti.
Qual
è lo stile narrativo dei racconti di questo libro e quale il motivo
di questa scelta?
La
narrazione di Goli Taraghi è apparentemente semplice e lineare, ma
al contempo ricca e profondamente umana. I suoi racconti sono
malinconici e comici al contempo, lei si rivolge soprattutto ai suoi
connazionali coi quali condivide una straordinaria capacità di
adattamento ad ogni difficoltà che la vita pone innanzi. I racconti
di Taraghi sono paradigmatici di queste qualità che gli iraniani
hanno sviluppato ed esercitato per millenni.
E'
interessante, ad esempio, il racconto intitolato “Madame lupo”:
ce lo può commentare?
E’
un ottimo condensato di alcune delle problematiche che si trova ad
affrontare l’esule (non solo iraniano): complesso di inferiorità
nei confronti della civiltà “ospitante”, risentimento per le
umiliazione che il nuovo mondo lo costringe a subire, e, infine, la
ribellione. Goli Taraghi esprime tutto ciò in modo estremante
poetico, denso e vibrante.
Il
tema della censura è centrale nel pensiero e nei testi di Goli
Taraghi e di tanti autori iraniani...
La
censura è un’istituzione plurimillenaria sull’altopiano
iraniano. Al tempo dei sommi poeti Hafez e Sa’di non c’era un
ufficio della censura come quello istituito ufficialmente a metà del
XIX secolo dalla dinastia Qajar, poi trasformato sotto quella dei
Pahlavi e ora diretto dalla Repubblica Islamica. Ma anche Hafez e
Sa’di sapevano che, per sferzare i potenti, c’era bisogno di
usare metafore e calibrare sapientemente le parole. Nulla è
cambiato….