lunedì 19 gennaio 2015

Ian McEwan e la legge sui minori


 



Il nuovo romanzo di Ian McEwan si occupa di società, Giustizia e minori.

Una sera lo scrittore inglese si trovava a cena da un amico giudice, in pensione, il quale gli fa leggere una raccolta di sentenze che riguardavano i minori e i contrasti familiari a sfondo religioso. E, come sappiamo, uno degli argomenti che stanno più a cuore a McEwan è l'indagine sulla dicotomia tra religione e laicità dello Stato.

Protagonista del racconto è Fiona Maye, 59 anni, sposata da trentacinque con Jack, professore di Storia antica. Fiona ama suo marito, ma ama ancora di più la propria professione: lavora, infatti, presso la Royal Courts of Justice. Mentre il marito, trascurato, decide di concedersi una scappatella, la donna si occupa, con l'anima e il cuore, del caso di due gemellini siamesi: Marco e Matteo. Ha solo sette settimane e un giorno per prendere una decisione. Non è facile perchè i medici credono che Marco possa farcela solo se staccato dal fratello. I genitori dei bambini, devoti cattolici, si oppongono all'operazione perchè convinti che solo Dio possa decidere della vita o della morte di una persona. Fiona farà la sua scelta, in linea con le proprie convinzioni, ma sarà una scelta molto sofferta.

Un altro caso per Fiona Maye riguarda Adam Henry, testimone di Geova: non vuole sottoporsi alle trasfusioni ed è pronto ad abbandonare una vita giovane e ricca di desideri ancora da esaudire, con la benedizione dei parenti. Ma nel romanzo di McEwan non mancano anche i riferimenti ad altre confessioni religiose: una coppia di ultraortodossi ebrei che litiga sulla scelta della scuola per le figlie oppure un marito musulmano che vuole ritornare in Marocco con la prole.

Le storie narrate mettono in evidenza il fatto che, in tutto il mondo, sono spesso i minori a pagare le spese di sistemi legislativi errati e che, sempre di più, sono le vittime di soprusi: abusi, malattie, costrizioni. Il titolo del libro, The children act, si riferisce alla Legge dei Bambini che fu approvata in Gran Bretagna nel 1989, alla fine dell'era Thatcher, una legge che avrebbe dovuto tutelare i diritti dell'infanzia tramite l'importanza del nucleo familiare, la responsabilità dei genitori, l'intervento dei servizi sociali e della magistratura nei casi più difficili. Interventi sempre tesi a mettere al centro delle analisi e delle decisioni il bene dei minori. Ma questi propositi sono ancora troppo spesso disattesi, in Gran Bretagna, in Italia e in molte altre aree del mondo e i più giovani non vengono quasi mai ascoltati.