Il nuovo
romanzo di Ian McEwan si occupa di società, Giustizia e minori.
Una sera
lo scrittore inglese si trovava a cena da un amico giudice, in
pensione, il quale gli fa leggere una raccolta di sentenze che
riguardavano i minori e i contrasti familiari a sfondo religioso. E,
come sappiamo, uno degli argomenti che stanno più a cuore a McEwan è
l'indagine sulla dicotomia tra religione e laicità dello Stato.
Protagonista
del racconto è Fiona Maye, 59 anni, sposata da trentacinque con
Jack, professore di Storia antica. Fiona ama suo marito, ma ama
ancora di più la propria professione: lavora, infatti, presso la
Royal Courts of Justice. Mentre il marito, trascurato, decide di
concedersi una scappatella, la donna si occupa, con l'anima e il
cuore, del caso di due gemellini siamesi: Marco e Matteo. Ha solo
sette settimane e un giorno per prendere una decisione. Non è facile
perchè i medici credono che Marco possa farcela solo se staccato dal
fratello. I genitori dei bambini, devoti cattolici, si oppongono
all'operazione perchè convinti che solo Dio possa decidere della
vita o della morte di una persona. Fiona farà la sua scelta, in
linea con le proprie convinzioni, ma sarà una scelta molto sofferta.
Un altro
caso per Fiona Maye riguarda Adam Henry, testimone di Geova: non
vuole sottoporsi alle trasfusioni ed è pronto ad abbandonare una
vita giovane e ricca di desideri ancora da esaudire, con la
benedizione dei parenti. Ma nel romanzo di McEwan non mancano anche i
riferimenti ad altre confessioni religiose: una coppia di
ultraortodossi ebrei che litiga sulla scelta della scuola per le
figlie oppure un marito musulmano che vuole ritornare in Marocco con
la prole.
Le
storie narrate mettono in evidenza il fatto che, in tutto il mondo,
sono spesso i minori a pagare le spese di sistemi legislativi errati
e che, sempre di più, sono le vittime di soprusi: abusi, malattie,
costrizioni. Il titolo del libro, The
children act, si riferisce
alla Legge dei Bambini che fu approvata in Gran Bretagna nel 1989,
alla fine dell'era Thatcher, una legge che avrebbe dovuto tutelare i
diritti dell'infanzia tramite l'importanza del nucleo familiare, la
responsabilità dei genitori, l'intervento dei servizi sociali e
della magistratura nei casi più difficili. Interventi sempre tesi a
mettere al centro delle analisi e delle decisioni il bene dei minori.
Ma questi propositi sono ancora troppo spesso disattesi, in Gran
Bretagna, in Italia e in molte altre aree del mondo e i più giovani
non vengono quasi mai ascoltati.