giovedì 11 luglio 2013

Sei di origini tunisine ? Niente gara di nuoto



A novembre compirà dieci anni ed è un talento del nuoto sincronizzato, ma la protagonista di questa storia di discriminazione ha rischiato di non poter passare dalla categoria amatoriale a quella agonistica perchè figlia di genitori tunisini.
Il padre, Ishem, è un falegname e risiede a Campodarsego, in provincia di Padova, da 11 anni e possiede il permesso di soggiorno illimitato; a gennaio ha chiesto la cittadinanza italiana che potrà estendere anche a sua figlia, ma l'iter burocratico prevede un periodo di due anni di attesa. “Ci siamo comportati come dice la legge”, ha spiegato il padre della bambina, “ e abbiamo presentato la domanda dopo dieci anni di residenza. Abbiamo ottenuto dalla Prefettura un codice e ogni tanto controllo su un sito Internet la posizione della mia pratica. C'è scritto sempre che è in corso di verifica. Mi hanno detto che devo aspettare due anni prima di poter chiamare e chiedere, eventualmente, perchè non è stata concessa”.
La madre della nuotatrice, dopo il ricongiungimento familiare grazie al quale è arrivata dal Nord Africa a Campodarsego, lavora come addetta alle pulizie presso la piscina della società sportiva “Il Gabbiano” dove si allena la figlia: la bimba, infatti, aveva cominciato ad accompagnare la mamma durante i turni e si era appassionata al nuoto sincronizzato. L'allenatore aveva visto in lei ottime capacità sportive e aveva chiesto alla società di concederle il tesseramento: in un primo momento, però, le era stato negato, in quanto non ancora maggiorenne e cittadina italiana.
Riguardo alla questione è intervenuto il Ministro per l'Integrazione, Cècile Kyenge, che ha dichiarato: “ Sarà mia preoccupazione sensibilizzare il più possibile il parlamento perchè giunga al più presto a una riforma in tema di cittadinanza. Il caso della bambina in Veneto non è isolato ed è, tra l'altro, uno spreco di talento. Il tema della cittadinanza va risolto perchè, come in questo caso, lo sport può rappresentare un modo per agevolare l'integrazione dei nostri figli...Bisogna far capire che la diversità è una ricchezza per tutti”.
Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, contrario allo ius soli, ha però detto, riferendosi alla situazione della bambina di origini tunisine, che: “ Serve un segnale di civiltà e di attenzione nei confronti delle aspirazioni di questa giovane e dei tanti bambini che vivono da anni in Veneto, terra dove l'integrazione è concreta, funziona e rappresenta un modello a livello nazionale”. Zaia ha poi continuato: “ ...L'unica colpa della bambina di Campodarsego è quella di non essere maggiorenne e non quella di non rispettare le regole, perchè è in Italia da oltre dieci anni, non ha nessun legame con la terra di origine dei genitori, essendo nata e vissuta qui. C'è un evidente cortocircuito burocratico che va risolto e su cui serve una meditazione seria e approfondita”.
Bisogna capire cosa accadrebbe qualora la bambina avesse qualche legame con la terra dei propri genitori, ad ogni modo un primo segnale positivo c'è. La Federnuoto, infatti, ha provveduto alla modifica dello statuto federale e il Coni dovrà varare il testo in autunno: sulla scorta delle leggi comunitarie per la tutela dei vivai giovanili, nella proposta, si legge: “ In tutti i settori è prevista e garantita la libera adesione di tutti gli atleti residenti in Italia alle attività giovanili, nonché la modalità di partecipazione alla successiva attività assoluta”. Intanto il caso della figlia di Ishem ha infiammato di nuovo il dibattito politico sul tema della cittadinanza.