sabato 6 luglio 2013

La voce e il futuro del popolo egiziano


(Reuters/Salem)
Una piazza Tahrir gremita di persone e di bandiere. Fuochi d'artificio, grida di gioia e braccia alzate al cielo: dopo Mubarak, la voce del popolo si è alzata anche per la deposizione di Mohamed Morsi, a distanza di un anno dal suo insediamento.
Il Ministro della Difesa e capo dei militari, Abdel Fattah el Sissi ha dichiarato: “ Le forze armate hanno provato in tutti i modi a promuovere la riconciliazione nazionale negli ultimi mesi e, a novembre, hanno chiesto il dialogo nazionale, ma il presidente Mohamed Morsi ha respinto la richiesta”; e Mohamoud Badr, portavoce del movimento dei Ribelli Tanarod, ha aggiunto: “L'Egitto è la patria di tutti, nessuno escluso. Continuiamo la nostra rivoluzione per pane, libertà e dignità umana”.
Il presidente eletto, dunque, è stato deposto: la Costituzione è sospesa ed è stato nominato “presidente ad interim” il giudice della Corte Costituzionale, Adli Mansour.
Una Costituzione che va rivista anche e soprattutto in tema di diritti umani; una costituzione da cui è stato escluso il divieto di discriminazione per genere e razza e che non tutela le minoranze religiose. Nell'Egitto di Morsi, ad esempio, la comunità musulmana sciita e i cristiani copti hanno vissuto in un clima di violenza e di paura costanti.
Non è stata abolita la tortura né si è smesso di sottoporre imputati civili ai processi della corte marziale, pratica, questa, contraria al diritto internazionale.
Brutte notizie anche per quanto riguarda il diritto di espressione: sono stati messi in atto processi e minacce nei confronti dei blogger, considerati “blasfemi” e si è tentato di mettere a tacere e di impedire l'operato di molti rappresentanti delle Oragnizzazioni non governative.
Infine, mentre le piazze egiziane esultano, non sono mancati incidenti e violenze. Da domenica scorsa si sono registrate 39 vittime causate dagli scontri tra oppositori e difensori della presidenza e Human Rights Watch, in un comunicato, denuncia che “almeno” 91 donne sono state molestate sessualmente se non stuprate in piazza Tahrir, complici la folla e la confusione.


(Reuters/Waguih)