Mahmud vive a Gaza City, una città colpita ogni giorno dai bombardamenti, e adora il surf. Anche Samir adora il surf. Ma il primo è palestinese e l'altro israeliano. Ma che differenza fa? Hanno tutti e due gli stessi sogni e aspettano tutti e due la stessa onda da cavalcare. E non importa se quell'onda sarà israeliana o palestinese... Un' opera ispirata alla storia di Dorian Paskowitz, un maestro di surf californiano che si è sempre battuto per eliminare, almeno nello sport, le barriere tra questi due popoli presenti in Israele, un Paese diviso in cui molti parlano il linguaggio dell'odio o della paura, Nicoletta Bortolotti è riuscita a far germogliare la speranza.
Abbiamo rivolto alcune domande all'autrice
Quando e perchè nasce l'idea di questa storia?
L'idea
si è fatta strada nella mia mente circa tre anni fa, quando
correggendo un altro libro per lavoro (sono redattrice di libri per
ragazzi nella redazione Mondadori) e dovendo fare delle ricerche su
Internet, mi sono imbattuta per caso nella storia di Doc Paskowitz,
un maestro di surf che negli anni '70 fece arrivare sulla Striscia di
Gaza delle tavole nuove affinché i giovani palestinesi e israeliani
potessero divertirsi e sfidarsi sulle onde.
Poi ho
scoperto che in questa lingua di terra i ragazzini adorano fare surf
e la cosa mi ha molto colpita, vista la drammatica condizione che si
trovano a vivere tutti i giorni. Ho pensato al concetto di
resilienza, cioè a come i giovani possano subire traumi
inimmaginabili conservando, nonostante tutto, la voglia di lottare,
di vivere, di divertirsi e raccontarsi barzellette, di fare sport.
Però,
all'inizio, temevo di non essere in grado di raccontare una storia
tanto lontana dalla mia realtà... Ci ho provato.
Quanto è importante far conoscere la situazione di alcune popolazioni ai bambini e ai ragazzi italiani?
Moltissimo.
Mi sono resa conto, per esempio, documentandomi, che si sa veramente
poco su come vivono davvero i bambini nella Striscia di Gaza, e ancor
meno ne sanno i nostri bambini. Non solo i più giovani sono
continuamente esposti al rischio delle mine, delle bombe e delle
mitragliatrici, ma anche a quello delle malattie, causate per esempio
dalla mancanza di acqua potabile e dal blocco al confine degli aiuti
umanitari. Il mare poi è uno dei più inquinati al mondo, una sorta
di fogna a cielo aperto... Eppure i ragazzi cavalcano le onde sulle
tavole da surf proprio in queste acque, perché dicono, cito una
frase di "Sulle onde della libertà", "il mare è
l'unica terra in cui siamo liberi." Ma il discorso potrebbe
essere esteso a migliaia di altre situazioni e zone del mondo dove i
diritti dei bambini vengono continuamente calpestati.
Recentemente
guardavo con i miei figli una trasmissione alla tv dove un bambino
indiano raccontava che il padrone della fabbrica tessile in cui
lavorava (e i cui abiti vengono rivenduti in Europa a prezzi
esorbitanti), se lui si assentava, lo "appendeva" dopo
avergli cosparso il corpo di acqua e zucchero in modo che mosche e
formiche gli si attaccassero... Forse sarebbe il caso di guardare
meglio le etichette degli indumenti che compriamo?
Le è capitato di leggere il suo libro nelle scuole e - in caso affermativo - quali sono state le domande che le hanno posto gli studenti?
Gli studenti mi tempestano sempre di domande. E' straordinario ascoltare bambini di quarta, quinta elementare o ragazzini di prima e seconda media e scoprire la profondità delle loro osservazioni: si chiedono se loro sarebbero in grado di rischiare la vita per un amico, come Mahmud e Samir, i protagonisti del libro, si chiedono cosa significa accarezzare un'onda o cosa significano per loro la paura e la libertà. Si chiedono qual è la differenza fra la guerra in un videogioco (Mahmud e Samir sono appassionati di gameboy) e la guerra vera. Ma mi pongono anche molte domande sulla scrittura, sulle tecniche per inventare una buona storia che coinvolga e mi raccontano che anche loro scrivono e hanno una storia nel cassetto. E poi sono sorprendentemente interessati alle questioni pratiche ed economiche legate all'oggetto-libro: il copyright, i diritti nel caso in cui un ghost writer scriva per un calciatore, i soldi delle vendite dopo la morte di un autore...
Quali sono i valori che possono essere veicolati dallo sport?
Il gioco
di squadra, il rispetto per l'avversario, la lealtà, la competizione
pacifica. Nei miei incontri con i ragazzi li faccio parlare molto dei
vari sport che praticano: chi fa basket, calcio, nuoto, danza... E
dico loro che se alcuni capi di Stato potessero governare secondo le
regole che i bambini imparano e mettono in pratica tutti i giorni
nello sport, forse ci sarebbero meno conflitti nel mondo e meno
ingiustizie...
Da chi sono realizzate le illustrazioni, nel testo, e che come le avete preparate?
Dal
bravissimo Fabiano Fiorin, che ha avuto l'idea di mettere in
copertina i due surfisti che reggono una sorta di aquilone coi colori
della pace. Ha creato dei disegni freschi, pieni di movimento, dei
personaggi simpatici e trendy, ma non troppo "californiani"...
Prima si
preparano le matite, cioè i disegni al nero, poi ci si rivolge a un
coloritore per colorarli al computer. Il coloritore che ha colorato i
disegni di "Sulle onde della libertà" è Michele Frigo,
che in casa editrice cura insieme a me, fra gli altri, i libri di Ben
10.
Nicoletta Bortolotti |