martedì 23 luglio 2013

Calderoli - Kyenge: tra scuse e dimissioni



Fa ancora discutere il fattaccio accaduto qualche giorno fa quando, il vicepresidente del Senato - mentre era impegnato in un comizio - dal palco ha dichiarato che quando vede il Ministro per l'Integrazione non può non pensare ad un orango. E sappiamo che il vicepresidente del Senato è Roberto Calderoli e il Ministro per l'Integrazione è Cècile Kyenge.
Ancora una volta una vicenda di razzismo e di vergogna, almeno per la parte civile dell'Italia, un'Italia che continua a collezionare brutte figure. “Faccio appello a Maroni, leader della Lega, perchè chiuda questa pagina rapidissimamente altrimenti si entra in una logica di scontro totale che non serve a lui, non serve a nessuno, non serve al Paese. E' una pagina veramente insostenibile”, queste le dichiarazioni del premier Enrico Letta che ha messo in discussione anche l'appoggio alla Regione Lombardia per Expo 2015, mentre Maroni ribatte che la Lega non è razzista, ma “combatte le idee sbagliate sull'immigrazione come lo ius soli”.
In Italia, una petizione online ha raccolto migliaia di firme per chiedere le dimissioni di Calderoli, così come sui social network, e lo ha fatto formalmente anche il Partito Democratico con una nota. All'estero molte testate giornalistiche e capi di Stato hanno criticato duramente il comportamento di Calderoli e anche un portavoce dell'ONU ha sottolineato che l'affermazione di Calderoli “è assolutamente scioccante per chiunque la faccia, ma ancor di più se a formularla è una persona che è stata ministro del governo in passato e che ha un ruolo importante. Non è la prima volta che politici italiani fanno questo tipo di dichiarazioni. Il fatto che ora vi sia un grande dibattito e forti condanne pubblliche è positivo, ma non nasconde il fatto che sia assolutamente inaccettabile”.
Intanto il lavoro del ministro Kyenge è ancora intralciato anche dal punto di vista politico: nei giorni scorsi, infatti, si è recato a Pescara per un dibattito sul tema della cittadinanza e, nella notte, alcuni esponenti di Forza Nuova hanno affisso dei cappi simbolici con, alle estremità, manifesti e scritte contro l'immigrazione.
Cècile Kyenge, ancora una volta, ha dovuto ribadire la propria posizione: “ Dobbiamo far passare dei messaggi che non istigano a odio e violenza. Sicuramente non sarà il mio compito di rispondere alla violenza con la violenza. Il mio compito è quello di dare una guida ai nostri giovani, all'Italia perchè l'Italia non è razzista e chi vuole soffocare questa parte dell'Italia non razzista farà fatica a farlo”.
Per fortuna l'Italia non è del tutto un Paese razzista, ma resta l'amarezza di dover constatare quanto nel nostro Paese sia difficile operare nella direzione del bene comune non solo a causa di problemi oggettivi - quali, ad esempio, la corruzione o la sete di potere - ma anche per una mentalità troppo spesso ancora gretta ed ottusa e che appartiene a coloro che dovrebbero dare il buon esempio e non false scuse in ritardo.