Nei
giorni scorsi la polizia ha represso - ancora attraverso il lancio di
lacrimogeni e l'uso di armi da fuoco - un'imponente manifestazione di
protesta da parte dei sostenitori di Morsi che si erano radunati
davanti al quartier generale delle guardie rivoluzionarie.
Negli
scontri con l'esercito sono rimasti uccisi 77 islamisti. Tra le
vittime: otto donne e sette bambini di cui due neonati. Secondo la TV
satellitare Al Jazeera a questi si aggiungono almeno altri 500
feriti.
I
militari sostengono di essere intervenuti per sventare un attacco
terroristico alla sede della Guardia repubblicana mentre Gehad
el-Haddad, portavoce dei Fratelli Musulmani, ha dichiarato che si sia
trattato di un massacro, “di un atto criminale contro i
manifestanti” che si erano riuniti in un sit-in pacifico per
protestare e anche per pregare.
Il
premio Nobel per la pace, Mohamed El Baradei - portavoce delle
opposizioni liberali e candidato come possibile vicepresidente ad
interim - ha scritto su Twitter che verrà aperta un'inchiesta
indipendente su quanto è successo e ha aggiunto: “La violenza
genera violenza e deve essere condannata formalmente...La transizione
pacifica è l'unica via”.