martedì 16 luglio 2013

L' arresto del bambino di cinque anni



Si chiama Wadi 'Maswadeh ed è nato il 24 settembre 2007: ha cinque anni e nove mesi. Vive in Cisgordania, con la sua famiglia, e ha lanciato una pietra. Un gesto, ormai, ripetuto dai bambini e ragazzi che sono cresciuti in una situazione di guerra e circondati da un muro, gesto alimentato dalla cultura dell'odio e dall'esasperazione.
E Wadi, per quell'azione, è stato arrestato.
Fermato per quasi due ore presso la Tomba dei patriarchi a Hebron dai militari dell'esercito israeliano, viene fatto salire su una jeep e portato a casa dove si è nascosto dietro ad alcuni materassi per poi essere arrestato insieme a suo padre, Karam.
La vicenda è stata filmata e resa pubblica dal gruppo umanitario israeliano, B'Tselem, che ha denunciato il fatto anche a mezzo stampa in quanto l'età minima per la responsabilità penale, in Israele e nei Territori, è di 12 anni.
Nel video si vede il bambino circondato dai militari che si consultano via radio con altre persone; Wadi ha paura, piange, batte i piedi per terra. Un passante palestinese lo accompagna e lo convince a salire sull'auto delle autorià. Una volta a casa, però, l'incubo non è finito: i soldati continuano a sostenere che la vicenda venga sottoposta all'attenzione della polizia palestinese, bendano e ammanettano Karam e portano lui e il figlio in un posto di blocco. Ma le autorità palestinesi li dovranno rilasciare immediatamente.
Interessante notare che, nel filmato, un tenente colonnello israeliano rimprovera duramente i suoi sottoposti per aver fermato padre e figlio a telecamere accese. Le sue parole sono significative: “ Si sta danneggiando la nostra immagine pubblica. I detenuti vanno trattati bene quando ci sono le telecamere in giro”.
In questo caso Internet, le riprese video, i mezzi di informazioni sono stati utili per aprire, ancora una volta, una finestra su quell'area di mondo dove lo stallo geopolitico non risparmia nemmeno i più piccoli.