Mentre
sono critiche le condizioni di salute di Nelson Mandela, a Milano
approda una grande esposizione che racconta uno dei periodi storici
più significativi del '900: l'apartheid e le sue conseguenze, ieri
come oggi.
“Rise
and fall of Apartheid: Photography and the Bureaucracy of Everyday
Life” (“Ascesa e declino dell'Apartheid: fotografia e burocrazia
della vita quotidiana): questo il titolo di un percorso visivo e
culturale ricco, complesso, emozionante.
Frutto
di oltre sei anni di ricerche, il progetto raccoglie le opere di
quasi 70 fotografi, artisti e registi per proporre al pubblico -
attraverso immagini, illustrazioni, posters, filmati, opere d'arte -
un'analisi profonda della nascita dell'apartheid, della lotta per
debellarla e delle sue conseguenze.
“Apartheid”
è parola olandese, composta da “separato” (apart) e “quartiere”
(heid) ed è stata, in concomitanza con la seconda guerra mondiale,
la piattaforma del nazionalismo afrikaner che ha portato alla
segregazione razziale con lo scopo di mantenere il potere nelle mani
dei bianchi. Dopo la vittoria dell'Afrikaner National Party, nel
1948, l'apartheid impone una serie di programmi legislativi che
incidono sulla psicologia dei cittadini del Sudafrica, ma anche sulle
strutture civili, economiche e politiche fino a coinvolgere ogni
aspetto dell'esistenza e della quotidianità: dalle abitazioni, al
tempo libero, dai trasporti ai commerci, dall'istruzione al turismo.
Il sistema dell'apartheid è, quindi, diventato sempre più spietato
nei confronti degli africani, dei meticci e degli asiatici, arivando
a negare e a privarli dei loro diritti umani e civili.
Il
lavoro dei membri del Drum Magazine, degli anni '50, dell'Afrapix
Collective, degli anni '80 e del Bang Bang Club; le opere di
fotografi sudafricani all'avanguardia, quali ad esempio, Eli
Weinberg, Omar Badsha, Peter Magubane, Gideon Mendel, Kevin Carter,
Sam Nzima; e ancora le immagini dei nuovi talenti come Thabiso
Sekgale e Sabelo Mlangeni testimoniano, documentano e
approfondiscono il tema, facendo dell'immagine uno strumento di
critica politica e sociale.
La
mostra è ideata dall'ICP International Center of Photography di New
York e curata da Okwui Enwezor, direttore della Haus der Kunst di
Monaco; per l'Italia è stata promossa e prodotta dal Comune di
Milano, PAC e CIVITA e sarà allestita, al Padiglione d' Arte
Contemporanea, fino al 15 settembre. E, per l'occasione, non
potevano mancare anche dieci video di William Kentridge, che non ha
bisogno di presentazioni.
La mostra “Rise
and Fall of Aparheid”
proseguirà al PAC fino a domenica 15 settembre 2013, con i seguenti
orari: da martedì a domenica dalle 9.30 alle 19.30, giovedì dalle
9.30 alle 22.30 (lunedì chiuso). L’esposizione sarà aperta anche
a Ferragosto, dalle 9.30 alle 22.30
Il biglietto
d’ingresso ha un costo di 8 euro (6,50 euro il ridotto). Per
ulteriori informazioni: 02/88446359-360.