Un
romanzo, o meglio un reportage-narrativo, che attinge dall'attualità
per riflettere sui temi legati all'emigrazione, al cambiamento,
all'identità. Questo e molto altro nel nuovo lavoro di Marta
Bellingreri intitolato Il
sole splende tutto l'anno a Zarzis (per
Navarra Editore), con la prefazione di Gabriele Del Grande.
Pubblichiamo
l'intervista che abbiamo fatto all'autrice, ringraziandola.
Il
testo è composto da tante storie: sono storie, in fondo, reali,
storie di ragazzi che ha incontrato di persona?
Tutte le
storie narrate in questo libro sono storie vere. Ogni nome proprio,
sia dei ragazzi che delle madri o sorelle o familiari, sono i nomi
reali dei ragazzi e personaggi. Quindi sì, sono persone che ho
incontrato di persona. I primi li ho incontrati a Palermo nel
febbraio e marzo 2011 insegnando italiano con la mia associazione
Di.A.Ri.A. Tutti gli altri li ho conosciuti a Lampedusa tra giugno e
settembre dello stesso anno. Infine, un solo personaggio, l'ho
incontrato a Roma e con lui altri ragazzi di cui parlo nella parte
ambientata, o meglio vissuta, per l'appunto a Roma. Tutti questi
ragazzi sono diventati amici col tempo, è nata una relazione che
prescindeva dal fatto che io fossi stata loro insegnante, loro
traduttrice, loro mediatrice. Ed è così che è partita l'avventura
: conoscere le famiglie e poi ritrovare loro in Italia e in Francia
negli anni a seguire. L'incipit e il primo capitolo del libro parlano
invece degli unici due ragazzi conosciuti in Tunisia in procinto
di... bé non vi svelo.
Quali
sono i sentimenti e le aspettative dei ragazzi che lasciano il
proprio Paese d'origine e quali quelle delle famiglie che restano in
Tunisia?
I
sentimenti sono … infiniti. Paura, gioia, insoddisfazione,
desiderio d'avventura, senso di responsabilità che scatena rabbia e
frustrazione, oppure forza e coraggio. Le aspettative sono tutte
positive ma spesso deluse: sono quelle di poter viaggiare in Europa e
poi stabilirsi e lavorare. Spesso invece per entrambi gli aspetti ci
sono difficoltà e ostacoli.
I
loro sogni, però, si infrangono contro la crisi dell'Europa...
Non è
la crisi ad infrangere i loro sogni. Sono le leggi ingiuste che
continuano a tappar loro le ali nonostante abbiano rischiato la vita
per guardare al sogno, non volendosi mai accontentare di quello che
hanno tra le mani. Ebbene, non si accontentano. Ma ad un certo punto
si scontrano con l'asimmetria della loro posizione di straniero senza
poter materialmente reagire.
Perché
il sistema di accoglienza, in Italia, non funziona ? E quali sono le
falle dell”operazione Mare Nostrum”?
Il
problema è sempre lo stesso: non funziona la legge che impedisce la
libertà di viaggiare, sia dai paesi non europei della sponda sud o
est del Mediterraneo, sia da un paese europeo all'altro, impedendo la
libertà di scegliere in che paese fare domanda id asilo politico.
Finché non cambia questo, risolvere un sistema di accoglienza spesso
inefficiente sarà secondario. E pecca perché dietro c'è un
business, perché la disorganizzazione e la mancanza di figure
professionali, la lentezza della burocrazia, l'impreparazione delle
regioni che si confrontano con emergenza piuttosto che di fronte alla
regolarità di un fenomeno che tocca la nostra terra.... Mare Nostrum
che falle può avere? Sì, mentre una nave militare porta le persone
tratte in salvo in mezzo al mare verso un porto che spesso non è il
più vicino e il più sicuro (vedi Taranto o Palermo rispetto a
Lampedusa e Pozzallo), magari non può trarre in salvo altre persone
che stanno arrivando dalla Libia perché percorrono distanze che
necessitano giorni di viaggio. Ma oltre ia problemi pratici, Mare
Nostrum ha portato a terra 70.000 e più persone in nove mesi. Ma
almeno trecento ne sono morte comunque. Mare Nostrum è comunque
un'operazione militare anche se compie un'azione militare. È la
militarizzazione e il controllo del Canale di Sicilia che mi
spaventa, senza che vari la libertà di movimento. Consiglio
vivamente l'articolo della ricercatrice Martina Tazzioli: Fare spazio
e non frontiere. Mare Nostrum e il confine umano-militare.
http://www.euronomade.info/?p=2804.
Qual
è la situazione della Tunisia post-rivoluzione, soprattutto in
relazione ai diritti delle donne e dei minori?
Più che
di rivoluzioni parlo di rivolte che hanno portato sì alla caduta di
un regime e ad una fase di transizione con le elezioni politiche,
l'assemblea costituente che a gennaio 2014 ha terminato il testo
della Costituzione dove sì formalmente trovano spazio i diritti
delle donne e dei minori, che già in Tunisia godevano di ampio
spazio grazie al Codice di Statuto Personale del 1956. Semplicemente
dalla forma alla sostanza e alla pratica a causa delle ambiguità
politiche e della cultura e del sentire del paese spesso non avviene
il passaggio. Rispetto ad altri paesi arabi, la situazione è
positiva, nonostante i due terribili omicidi politici del 2013,
diversi episodi violenti e cosiddeetti “terroristici” dal 2012 a
pochi mesi fa. Ma guardando ai miei ragazzi giovani, agli amici e
alle amiche...sì, si sono aperte tante possibilità in più, spesso
di progetti e apertura verso il mondo. Ma spesso la maggior parte
restano nel proprio quartiere a fumare e sognare al di là del
mare...