martedì 29 luglio 2014

Un romanzo al femminile, tra Italia e Tunisia





La casa editrice Asino d'oro è una delle nostre preferite perchè pubblica, la maggior parte delle volte, libri di qualità: romanzi avvincenti, profondi, ambientati in varie zone del mondo che fanno riflettere sull'attualità.

E' il caso del testo che vi consigliamo oggi, intitolato Sul corno del rinoceronte, vincitore del premio Costadamalfi 2014, di Francesca Bellino.

Ambientato tra Italia e Tunisia, il racconto narra di due donne, Mary e Meriem, stessa radice del loro nome...Sullo sfondo della vicenda che lega le due amiche, un Paese in trasformazione, prima e dopo la cacciata di Ben Ali; le speranze del post-rivoluzione; la ricerca di una nuova identità. E poi ancora: il tema delle migrazioni e quello, universale, dell'amore.



Abbiamo rivolto alcune domande a Francesca Bellino che ringraziamo.



Come e quando è nata la trama del romanzo?

 

L’idea di scrivere un romanzo è nata 5 anni durante due mesi trascorsi Tunisia. Ho cominciato a sentire dentro di me il formarsi di due voci che poi sono diventate le voci delle protagoniste, Mary e Meriem. Avevano tante cose da dire e questo è stato il mio punto di partenza. Poi nel 2011 si è aggiunto il contesto storico della rivoluzione che ha portato alla cacciata del dittatore Ben Ali, che si è poggiato benissimo sotto parte della storia che racconta due grandi “rivoluzioni” interiori. Per me sono le rivoluzioni personali a cambiare la Storia e a portare all’esplosione di quelle collettive, di piazza, a cui abbiamo assistito anche in Tunisia.



Mary e Meriem: due nomi con la stessa radice...


Ho scelto lo stesso nome per le protagoniste per evocare la sensazione che proviamo spesso quando incontriamo l’Altro e ci specchiamo in esso: l’essere diversi ma uguali allo stesso tempo. L’italiana si chiama Maria, ma – in linea con il suo carattere esterofilo - si fa chiamare Mary (ed emerge spesso nel racconto quanto anche questa scelta la porti lontano da sé). Si chiamano, dunque, entrambe Maria ed entrambe sono portatrici del peso di questo nome biblico che, tra le tante accezioni, contiene la sensazione di essere una donna speciale, diversa dalle altre, con compiti da compiere per l’intera umanità.

 

In che modo le protagoniste cercano la propria identità?

 

Meriem, dopo essersi “italianizzata”, decide di tornare a casa, a Kairouan, la città dove è nata e cresciuta e da cui è scappata. Anche Mary, dopo un continuo andare a zonzo per il mondo e un lunghissimo travaglio interiore, torna alle radici, alla famiglia, alle memorie dell’infanzia. Nel suo percorso Mary, da ragazza arrogante e insofferente, sicura di se sé e convinta di aiutare le fasce deboli della società tra cui gli immigrati, si trasforma, così come Meriem riesce, a modo suo, a vincere la sua battaglia per la libertà, la vita e l’amore.

Le due donne si stimolano a vicenda nelle loro trasformazioni personali. Il loro è un vero incontro, un incontro che cambia.



Quali sono le aspettative per le donne, dopo la rivoluzione?



Tante. La rivoluzione ha tirato fuori il loro coraggio e la loro forza. Le donne tunisine sono battagliere come Meriem e anche di piu’ e poi sono protette da un Codice di Statuto personale datato 1956 che da loro molti piu’ diritti di tutte le altre donne del mondo arabo. La maggior parte di loro conduce una vita normale, come la nostra, se pur con meno opportunità e con piu’ condizionamenti causati da contesti spesso troppo tradizionalisti. Certo, le battaglie da fare sono ancora tante, in primis quella sull’eredità, ma se guardiamo alle discriminazioni di genere che ci sono anche in Occidente, ci rendiamo conto che le donne di tutto il mondo vivono in continua lotta per la difesa dei loro diritti.

 

Quanto sono importanti i ricordi personali e la memoria collettiva per dare senso al Presente?



La vita invita le due protagoniste a sedersi sul presente. Mary e Meriem sono troppo tese, ognuna a suo modo, verso il futuro. Un futuro che, inoltre, si rivela inesistente e che le conduce verso la disgregazione dei loro mondi. Dunque il presente e la propria storia personale incastonata in quella del proprio Paese di appartenenza, sono centrali per ripartire, per acquistare nuova consapevolezza e per costruire una vita piu’ autentica e coerente con se stesse.