sabato 12 luglio 2014

Quel premio ad un cittadino-eroe



Si chiamava Michele Liguori e aveva 59 anni. Era l'unico vigile urbano della sezione ambientale di Acerra ed è deceduto, a gennaio scorso, per un raro tumore al fegato, lasciando la moglie e il figlio. Ma non è solo il racconto di un destino, purtroppo, condiviso da molti. Michele Liguori aveva deciso di dire “NO” alla camorra: per tredici anni ha lavorato e vissuto tra i rifiuti tossici della “terra dei fuochi”, ma continuava a denunciare, continuava imperterrito a chiedere bonifiche di terreni marci. 


Dopo la sua morte, i familiari continuano la sua battaglia per un'Italia sana, per una regione salubre, per la tutela della salute e della vita di altre persone. Ma chiedono anche giustizia per quel marito, padre, uomo e cittadino che ha svolto il proprio dovere professionale, civico e civile per il Bene comune.

Il primo tentativo della famiglia di vedere riconosciuta la malattia professionale è stato liquidato con una nota dell'Inail in cui si leggono poche parole e nessuna spiegazione: “La morte non è riconducibile all'evento”: probabilmente, riconoscere al Sig. Liguori la morte per cause ambientali significherebbe aprire la strada a migliaia di altre richieste di indennizzo. Ma la Signora Maria e il figlio Emiliano non si arrendono: stanno preparando una battaglia legale durissima che si combatterà con documenti e analisi su tutto il territorio colpito dalle efflusioni di sostanze tossiche e che è volta a dimostrare il collegamento tra queste sostanze – riversate nelle discariche abusive dal clan dei Casalesi, come ha accertato la Giustizia – e i numerosi casi di tumore che colpiscono la popolazione. Il caso di Michele Liguori è e sarà emblematico.

Ecco che, quindi, la giuria dell'ultima edizione del Premio Ambrosoli (un premio indetto in memoria dell' Avvocato Giorgio Ambrosoli ammazzato nel 1979 per volontà del banchiere Michele Sindona) ha deciso di assegnare proprio a Michele Liguori il primo riconoscimento.


Durante la cerimonia, che si è tenuta a Milano alla fine di giugno, sono stati dichiarati come vincitori quelle persone o gruppi di persone - in particolare della pubblica amministrazione e delle imprese - che su tutto il territorio nazionale si siano contraddistinti per la difesa dello stato di diritto tramite la pratica dell’integrità, della responsabilità e della professionalità, pur in condizioni avverse a causa di contesti ambientali o di situazioni specifiche, che generavano pressioni verso condotte illegali.

Vogliamo terminare riportando alcune parole di una lettera che l'avvocato Ambrosoli scrisse alla moglie qualche anno prima di morire e che riteniamo fondamentali: “Dovrai tu allevare i ragazzi e crescerli nel rispetto di quei valori nei quali noi abbiamo creduto...Abbiano coscienza dei loro doveri verso se stessi, verso la famiglia nel senso trascendente che io ho, verso il Paese, si chiami Italia o si chiami Europa”...E noi vorremmo ricominciare da qui.