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martedì 25 marzo 2014

Hai dato soldi agli zingari !




Il lavoro delle associazioni, degli organi di stampa, degli insegnanti e di tanti altri è importante soprattutto per abbattere i pregiudizi; è un lavoro necessario se, nel 2014 e in una città grande e cosmopolita come Milano, un ragazzo si rivolge al Sindaco e lo apostrofa con queste parole: “Hai dato i soldi agli zingari e ai rom, sei una merda”.

Certo, si può dissentire dalle scelte politiche e istituzionali che riguardano i cittadini, ma bisogna vedere i modi e le motivazioni.

Nel corso della prima Giornata della legalità, che si è tenuta il 21 marzo presso il Teatro Dal Verme, il sindaco, Giuliano Pisapia, è stato contestato da Alessandro, uno degli studenti in platea. Più volte il ragazzo ha urlato la suddetta frase al primo cittadino che lo ha invitato ad un confronto diretto e più pacato e, una volta impugnato il microfono, Alessandro ha criticato la scelta di aumentare i costi dell'Imu, dell'Irpef e dei biglietti dei trasporti pubblici, aggiungendo che invece siano stati regalati dei soldi agli zingari “mentre vedo nel mio quartiere gente che non arriva a fine mese. Io mi informo”.

Ecco, è un bene che i giovani si informino, ma la responsabilità è degli adulti che si occupano di informazione, che costruiscono le notizie, che formano - con le loro parole - l'opinione pubblica. Mescolare, in maniera superficiale, il tema della crisi economica, con i tagli ai servizi e con gli “zingari” è frutto di malainformazione, di stereotipi e di diffidenza generati dalla mancanza di approfondimento.

Non vogliamo prendere posizione sull'operato di Pisapia, né questa è una difesa d'ufficio, ma siamo d'accordo con lui quando dice, come ha ricordato anche allo studente: “ ...Non bisogna mettere tutti sullo stesso piano, ma bisogna giudicare persone per persona, per l'impegno che ci mette, se fa le cose per se stesso o per gli altri”. Se i soldi non ci sono, non ci sono né per gli italiani, né per gli stranieri. Tutti dobbiamo rimboccarci le maniche e, magari, smettere di alimentare le barriere mentali verso altre persone di diversa nazionalità e di fomentare una guerra tra poveri. Anche di spirito.

domenica 16 marzo 2014

Container 158 e la "questione rom"

L'Associazione per i Diritti Umani presenterà il documentario Container 158 di Stefano Liberti e Enrico Parenti nell'ambito del fimfestival Sguardialtrove a Milano.
l'appuntamento è per mercoledì 19 marzo, alle ore 20.30, presso il cineteatro S. Maria Beltrade, Via Nino Oxilia, 10.
Un'occasione per approfondire la conoscenza dei popoli rom e sinti, troppo spesso vittime di discriminazioni fomentate anche da politiche di esclusione basate sulla paura del "diverso".
Il cinema documentario permette di entrare, in questo caso, nel campo rom di Via Salone, alle porte di Roma, il campo più grande d'Europa, e di trascorrere del tempo insieme ai suoi abitanti, condividendo la loro quotidianità: Miriana aspetta di partorire due gemelle in casa vera dove poter allevare anche gli altri suoi quattro figli; suo marito, Giuseppe, ogni mattina prende il suo furgoncino per andare a cercare ferro da riciclare; Remo è un meccanico, lavora in nero e i suoi clienti gli vogliono bene perché è economico e gentile. E poi ci sono i più giovani: Brenda è maggiorenne, vorrebbe fare la dottoressa, ma si è resa conto di quanto sia difficile, per lei, realizzare quel sogno; Marta, Cruis, Diego e Sasha frequentano le elementari e vengono rimproverati regolarmente per i loro frequenti ritardi.
Ma, quella che viene raccontata, è vita ed è vita "normale", se c'è una normalità.
Più di mille persone, provenienti per lo più dalla ex Jugoslavia, sopravvivono in questo enorme ghetto recintato da fil di ferro e sorvegliato da telecamere, come se fossero tutti accertati criminali e delinquenti: ammassati in camper di 22 metri, distanziati l'uno dall'altro soltanto due, lontano dal centro (dagli ospedali, ad esempio).  E tanti di loro non hanno lavoro - più per la diffidenza degli altri, che per la loro mancanza di volontà - e non hanno un'identità riconosciuta dallo Stato anche quando sono nati e cresciuti in Italia.
Le voci narranti di questo film sono, soprattutto, quelle dei bambini perché non hanno sovrastrutture: raccontano semplicemente e sinceramente la loro esistenza, mettendo in luce, in maniera inconsapevole, le contraddizioni delle politiche istituzionali che, da una parte, parlano di inclusione, ma dall'altra, non creano le condizioni concrete per attuarla.

venerdì 17 gennaio 2014

Per l'inclusione di Rom, Sinti e Caminanti




Dijana Pavlovic - ROMED2-ROMACT National Project Officer e Associazione UPRE ROMA presentano la seguente iniziativa che per noi è importante e alla quale vi invitiamo a partecipare.

Il Consiglio d'Europa e la Commissione europea lanciano in 12 Paesi della Comunità europea due programmi della durata di due anni - ROMED2 e ROMACT - volti a promuovere l'inclusione dei Rom e dei Sinti a livello locale.
L'Italia è uno di questi Paesi e le città coinvolte sono Milano, Napoli, Bari, Roma, Torino e Pavia. Il programma ROMED2 si concentrerà sulla governance democratica e la partecipazione delle comunità attraverso la mediazione. il programma ROMACT si concentrerà sull'impegno locale a livello della pubblica amministrazione per lo sviluppo delle politiche pubbliche e per una migliore comprensione delle problematiche rom e sinte. ROMACT viene attuato dal Consiglio d'Europa anche nel quadro dell'Alleanza europea delle città e Regioni per l'inclusione di Rom e Sinti.

La presentazione e il lancio dei due programmi per l'Italia avverranno il 18 gennaio 2014 a Milano da parte del Consiglio d'Europa e della Commissione europea con il patrocinio del Comune di Milano e saranno preceduti da un concerto di benvenuto la sera del 17 gennaio.

 
 
IL PROGRAMMA
 
 
18 GENNAIO 2014
 
 
PALAZZO REALE - SALA CONFERENZE - PIAZZA DUOMO, 14 - MI
 
 
 
Ore 9: Registrazione - Welcome coffee
 
Ore 10: Inizio sessione
 
Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano
Relatori - Impegni e prospettive
 
Gabriella Battaini-Dragoni, vicesegretaria generale del Consiglio d'Europa
Cècile Kyenge, Ministro per l'Integrazione
Maria Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali
John Warmisham, vicepresidente del Congresso delle autorità locali del Consiglio d'Europa
Luigi Manconi, presidente della Commissione per i Diritti Umani del Senato
Zeliko Jovanovic, direttore delle iniziative per i Rom dell'Open Society Foundations
 
Modera: Dijana Pavlovic, responsabile nazionale per ROMED2 e ROMACT
 
Ore 11: Coffee break - Conferenza stampa
Ore 11.30: Presentazione dei programmi ROMED2 e ROMACT
 
Joeoren Schokkenbroek, rappresentante speciale del segretario generale per la questione rom del Consiglio d'Europa
ROMED e ROMACT nel contesto della Strategia nazionale per l'inclusione di Rom, Sinti e Caminanti
Marco De Giorgi, direttore UNAR
Riccardo Compagnucci, prefetto e vicecapo dipartimento Ministero dell'Interno
 
Modera: Aurora Alincai, coordinatrice dei programmi ROMED2 e ROMACT
 
Ore 11.50: Amministrazioni pilota e comunità locali: impegni e attese
 
Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia
Giorgio Bezzecchi, mediatore, Consulta Rom e Sinti di Milano
Rita Cutini, assessore alle Politiche sociali Comune di Roma
Vojcan Stojanovic, mediatore, presidente Federazione Romanì
Luigi De Magistris, sindaco di Napoli
Elide Tisi, vicesindaco, assessore alle politiche sociali Comune di Torino
Radames Gabrielli, mediazione, Federazione Rom e Sinti insieme
Michele Emiliano, sindaco di Bari
 
Modera: Emma Toledano-Laredo, capo unità Inclusione sociale e riduzione della povertà della Commissione europea
 
CHIUSURA LAVORI
Jeroen Shokkenbroek
Giuliano Pisapia
 
Ore 13.15: LUNCH
 
 
 
17 GENNAIO, ore 20.30
 
AUDITORIUM SAN FEDELE; Via Hoepli, 3b, Milano
 
CONCERTO DI BENVENUTO di MUSICA ROM
 
con
 
NOVA KING, RAP DI NOVARA
MCK REVOLUTION, BEATBOXING DEI KHORAKHANE'
EDUARD ION e IL SUO GRUPPO, VIOLINO, FISARMONICA e CIMBALOM
MAESTRO GEORGE MOLDOVEANU, VIOLINO
MUZIKANTI DI BAL VAL, DEL MAESTRO JOVICA JOVIC
NEMA PROBLEMA, ORCHESTRA E FIATI
 
Conduce: TONI ZINGARO, attore
 
Ingresso libero
 




martedì 10 dicembre 2013

I diritti (negati) ai bambini rom e sinti


Oggi, in occasione della giornata mondiale dei diritti umani, pensiamo che sia importante parlare dei rom e dei sinti, comunità che, troppo spesso e più di altre, sono vittime di discriminazioni e di stereotipi negativi. E ne parliamo facendo riferimento al rapporto intitolato “Mia madre era rom” stilato dall'Associazione 21 luglio in cui si è analizzato il fenomeno delle adozioni dei minori rom nella Regione Lazio e, soprattutto, nella capitale dove i rom e i loro figli vivono in gravi condizioni igieniche e abitative, condizioni che sono la conseguenza delle politiche (e di una mentalità) orientate all'esclusione sociale.
Secondo il rapporto, un bambino rom ha 40 probabilità, rispetto ad un suo coetaneo “gagi”, di essere dichiarato adottabile e, quindi, di essere allontanato dalla propria famiglia d'origine. Perchè? Perchè i giudici, i Pubblici Ministeri, gli assistenti sociali spesso imputano - per mancanza di conoscenze e per pregiudizi radicati - alla stessa cultura rom (o sinti) e alla volontà dei genitori, il degrado ambientale e culturale in cui vivono bambini e adolescenti.
In quest'ottica risulta semplice far adottare un minore rom ad una famiglia non rom per ripristinare, forzatamente, i diritti del minore stesso, ma l'Associazione 21 luglio fotografa, con le seguenti parole, questa modalità di intervento da parte delle istituzioni: “Segregando i rom su base etnica nei cosiddetti 'campi nomadi'...le istituzioni locali prima condannano le comunità rom a vivere in situazioni di totale degrado e all'esclusione sociale, lavorativa e abitativa. E poi sottraggono loro i propri figli per proteggerli dal rischio di vivere in quel contesto inadeguato alla fruizione dei diritti dell'infanzia che gli stessi amministratori hanno creato”.
Ricordiamo, inoltre, che secondo una stima recente, in Italia sono presenti circa 170 mila rom e sinti: solo 35 mila vivono in insediamenti formali e informali; più della metà hanno la cittadinanza italiana e un lavoro; molti ancora, provenendo dalla Romania e dalla Bulgaria, sono cittadini comunitari. Nonostante questi dati, in base anche a molti studi di monitoraggio sull'uso dei termini e degli aggettivi da parte degli organi di informazione (ma anche nell'uso comune) le parole “zingaro” o “rom” sono ancora associate a opinioni dispregiative.

Per approfondire questi e altri temi, vi segnaliamo il seguente evento:

CONTAINER 158

Mercoledì 11 dicembre alle ore 20, presso l’Auditorium San Fedele di Milano – via Hoepli 3/b.

L’evento è organizzato da Amnesty International Italia, Associazione 21 luglio e Zalab.

L’evento, che sarà introdotto e moderato dal
giornalista Gad Lerner, prevede la proiezione in prima italiana di “Container 158”, il film documentario di Stefano Liberti e Enrico Parenti che racconta la vita nel campo rom più grande d’Europa. A seguire una Tavola rotonda dal titolo “Figli dei campi: habitat marginali e diritti rubati” alla quale parteciperà l’Assessore alla Sicurezza e Coesione Sociale del Comune di Milano Marco Granelli e rappresentanti delle associazioni.
Nel corso della serata l’Associazione 21 luglio presenterà il nuovo rapporto “
Figli dei campi” sulla condizione dell’infanzia rom negli insediamenti formali e informali in Italia.




mercoledì 30 ottobre 2013

Una campagna contro i pregiudizi



Parte lunedì 11 novembre alle 11.30 con la conferenza dal titolo “Conflitti, mass media e diritti” che si terrà in Corso Vittorio Emanuele II 349)e, alle 20.30 con lo spettacolo “Senza Confini - Ebrei e Zingari” di Moni Ovadia presso il Teatro Vittoria, Piazza di Santa Maria Liberatrice 10, Roma, Ingresso libero a sottoscrizione, una campgna per combattere gli setereotipi negativi e i pregiudizi sui rom, anche a seguito dei fatti di cronaca di cui abbiamo parlato negli articoli precedenti. 
 
Offrire una fotografia reale della popolazione Rom in Italia e in Europa, dando spazio alla cultura romanì e ai giovani Rom impegnati nel miglioramento delle condizioni di vita delle proprie comunità, e’ l’obiettivo della campagna ROMAIDENTITY- IL MIO NOME E’ ROM promossa dalla ong Ricerca e Cooperazione insieme a Associazione Stampa Romana, Associazione Rom Sinti @ Politica, Università La Sapienza e altre associazioni e istituzioni di Italia, Romania e Spagna.

Alla conferenza pubblica “Conflitti, mass media e diritti” parteciperà l'attore Moni Ovadia, insieme a Paolo Butturini (Stampa Romana), Nazzareno Guarnieri (Associazione Rom Sinti @ Politica) e Natascia Palmieri (Ricerca e Cooperazione). Segurà lo spettacolo teatrale e, all'iniziativa, interverranno inoltre: Pietro Vulpiani (Unar – Ufficio Antidiscriminazioni Razziali) e Serena Tosi Combini (Fondazione Michelucci, Università di Verona) autrice del volume “La zingara rapitrice”.

lunedì 28 ottobre 2013

Fari puntati sui Rom



E' di qualche settimana fa la notizia del caso di Leonarda Dibrani: la quindicenne rom, espulsa dalla Francia, per essere rimandata in Kosovo, suo Paese d'origine. La ragazza è stata prelevata dalla polizia durante una gita scolastica a Parigi.
Leonarda viveva da cinque anni in un centro di accoglienza per richiedenti asilo politico, a Levier ai confini con la Svizzera, dove frequentava la scuola pubblica, mentre al resto della sua famiglia - i genitori e altri cinque figli - era già stata notificata l'espulsione. Il Presidente francese, Francois Hollande, aveva dichiarato: “Se Leonarda ne farà richiesta, le sarà garantita accoglienza in Francia, ma per lei sola”. Immediata la risposta da parte dell'interessata: “ Non tornerei in Francia da sola, non abbandonerò la mia famiglia. Non sono la sola ad andare a scuola, ci sono anche i miei fratelli e le mie sorelle”, quattro nati in Italia e la più piccola nata in Francia, secondo le dichiarazioni del padre.

Le conclusioni dell'inchiesta amministrativa ordinata dal Ministro dell'Interno, Manuel Valls, a proposito dell'espulsione confermano che sia stata: “conforme alle regole in vigore”.
Altro caso che ha visto i riflettori puntati sul popolo Rom, un caso diverso da quello precedente: una bambina bionda e dagli occhi chiari è stata trovata in un campo a Larissa, nella Grecia del nord, durante una perquisizione da parte delle forze dell'ordine.
Un uomo e una donna sono stati accusati per rapimento perchè il test del DNA ha provato che “Maria” (questo il nome dato alla bambina) non è figlia loro. I due hanno affermato di averla ricevuta in affidamento da una donna in stato di indigenza. Pare che la madre biologica di “Maria” sia stata trovata in Bulgaria e che abbia affidato la piccola ai due estranei proprio a causa della povertà.
Questi due fatti di cronaca hanno riacceso il dibattito sulle politiche da adottare nei confronti dell'etnia romanì: rom e sinti. E hanno contribuito a riaffermare alcuni stereotipi negativi, primo fra tutti quello che vede i Rom come “rapitori di bambini”. Soprattutto durante le numerose trasmissioni televisive in cui ospiti e opinionisti (!) prendono la parola, alcuni sottolineano che non si debba generalizzare, ma - continuando a discutere in maniera superficiale e poco corretta di questo argomento - il messaggio infarcito di pregiudizi continua a passare.
Come scritto dall'Associazione 21 Luglio in un suo ultimo rapporto, uno studio del 2008 dell'Università di Verona ha mostrato come dal 1986 al 2007, in Italia, nessun caso di presunto "rapimento" di bambini non rom da parte di rom e sinti si sia concluso con una condanna per sequestro o sottrazione di persona.
Nessun bimbo
gagiò, dunque, è stato mai trovato nelle mani delle comunità rom e sinte in quell'arco di tempo. Ma se fosse vero il contrario? Se fossero le istituzioni a sottrarre i bambini rom alle proprie famiglie affidandoli in adozione alle famiglie della società maggioritaria?
Questa è la provocazione che si pone come base di discussione per un convegno che l'Associazione romana ha organizzato per il 29 ottobre e di cui vi diamo comunicazione.


Martedì 29 ottobre alle ore 17, a Roma, presso la sede della Regione Lazio (Sala Tirreno, via Rosa Raimondi Garibaldi 7, Palazzina C), l'Associazione 21 luglio organizza il convegno “Mia madre era rom”, nel corso del quale sarà presentato l'omonimo rapporto dell'Associazione, che analizza in maniera scientifica la situazione dei minori rom, a Roma e nel Lazio, che oggi non vivono più presso le proprie famiglie.

Dalla ricerca, realizzata in collaborazione con la
Facoltà di Antropologia culturale dell’Università di Verona, emergono dati allarmanti, che mettono in risalto un flusso sistematico e istituzionalizzato di minori dalle famiglie rom a quelle non rom in attesa di adozione, "giustificato" dalle precarie condizioni abitative alle quali le comunità rom e sinte nel Lazio sono costrette dalle poliitche locali in atto.

Il rapporto, in particolare, si sofferma sulla presenza dei minori rom nelle storie che il Tribunale per i Minorenni di Roma ha affrontato dal 2006 al 2012.


Interventi di:
Angela TULLIO CATALDO, autrice della ricerca – Associazione 21 luglio

Rita VISINI, Assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio

Melita CAVALLO, Presidente del Tribunale per i Minorenni di Roma

Edoardo TRULLI, Vice Presidente dell’Ordine Assistenti Sociali della Regione Lazio

Vito SAVASTA, Mediatore sociale

sabato 13 aprile 2013

Una poesia (una denuncia, uno sfogo) di Paul Polansky, insignito, nel 2004, del premio Human Rights Award

Paul Polansky, giornalista, poeta, scrittore, fotografo e antropologo, ma anche x pugile e giocatore di football americano. Scappa dalla guerra in Vietnam e arriva in Spagna e girerà l'Europa, seguendo le sue radici vichinghe: agli inizi degli anni '90 inizia un percorso di ricerca sulle origini della propria famiglia che porterà alla luce l'esistenza del campo di concentramento di Lety, in Repubblica Ceca; nel 1999 viene ingaggiato dalle Nazioni Unite e inviato in Kosovo come mediatore tra le istituzioni e i rom perseguitati e continuerà a lottare affinché i rom, cacciati dagli estremisti albanesi, possano uscire dai campi profughi, costruiti su terreni inquinati dal piombo e altri metalli pesanti; nel 2004, Gunther Grass gli consegna il premio Human Rights Award.
Attualmente Paul Polansky vive a Nish, in Serbia dove prosegue la sua attività nella difesa dei diritti umani anche attraverso lo strumento audiovisivo: il suo ultimo documentario, Gipsy Blood, è visibile su you tube ed è stato premiato al Golden Wheel International Film Festival di Skopje. 
Paul Polansky ci ha regalato la poesia (uno sfogo, una denuncia) che pubblichiamo qui di seguito.





WHY
PERCHE’


Why
PERCHE’
In the 21st century
Nel 21mo secolo
Has the German govt
Il governo tedesco
Invested
Ha investito
½ million euros
½ milione di euro
In a Gypsy camp
In un campo di zingari
Built on toxic wasteland
Costruito su un’area abbandonata tossica
Where everyone is being
Dove tutti muoiono avvelenati?
poisoned?



Why
Perchè
In the 21st century
Nel 21mo secolo
Has the German govt
Il governo tedesco
Deported from Deutschland
Ha espulso dalla Germania
Kosovo Gypsies
Zingari kosovari
Who end up
Che sono finiti
In this camp
In questo campo
Where every child is born
Dove tutti i bambini sono nati
With irreversible brain damage…
Con danni cerebrali irreversibili
If they live.
E non si sa se sopravviveranno




Why
Perchè
In the 21st century
Nel 21mo secolo
Has the German govt
Il governo tedesco
And their implementing partner
E il suo socio
The United Nations
Le Nazioni Unite
Ignored pleas---
Hanno ignorato la supplica
Yes, pleas for ten years---
Sì, per dieci anni hanno ignorato la supplica
From the World Health Organization
Dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
To immediately evacuate and medically treat
Di evacuare e curare immediatamente
Children and pregnant women
Bambini e donne in stato interessante
The most vulnerable
I più vulnerabili
Who have the highest lead levels
Quelli che hanno i più alti livelli di acetato di piombo
In medical literature?
Nella letteratura medica?


Why
Perchè
In the 21st century
Nel 21mo secolo
Has the German govt
Il governo tedesco
Become involved in a camp
Si è trovato coinvolto in un campo


Where almost 90 Gypsies have died
Dove circa 90 zingari sono morti

Where the lead poisoning has caused
Dove il veleno dell’acetato di piombo ha causato
Hundreds of miscarriages?
centinaia di aborti?




Why
PERCHE’
In the 21st century
Nel 21mo secolo
Has the German govt
Il governo tedesco
Ignored the pleas---
Ha ignorato la supplica
Yes, the pleas----
Sì, la supplica
Of the European Council’s
Della Commissione Europea
Commissioner for Human Rights
per I Diritti Umani
Begging Germany
Che pregava la Germania
Only Germany
Solo la Germania
Not to deport anymore Gypsies
Di non espellere più gli zingari
Back to Kosovo
E deportarli in Kosovo
Where they might
Dove avrebbero potuto
end up
Finire
In this deadly camp?
In questo campo di morte?




Why
PERCHE’
In the 21st century
Nel 21mo secolo
Has the German govt
Il governo tedesco
Turned a blind eye
Non ha voluto vedere
To the documentary films
I documentari
Made about this lead-poisoned camp
Riguardanti questo campo avvelenato con il piombo
By the BBC,
girati dalla BBC
Norwegian TV, French TV,
dalla TV norvegese, da quella francese
Australian TV
Dalla TV australiana
And even German TV?
E perfino da quella tedesca?




Why
PERCHE’
In the 21st century
Nel 21mo secolo
Is the German govt---
Il governo tedesco
This time an elected
Un governo regolarmente eletto
And supposedly democratic govt---
E presumibilmente un governo democratico
Targeting Gypsies
Prende di mira gli zingari
Threatening Gypsies
Li minaccia
Transporting Gypsies
Li deporta
Once again
Ancora una volta
Against their will
Contro la loro volontà
To a camp
In un campo
That newspapers & magazines
Che quotidiani e riviste
World-wide
Di tutto il mondo
Have called
Hanno definito
A “death” camp?
Un campo di morte?



WHY? WHY? WHY?
PERCHE’? PERCHE’? PERCHE’?




Paul Polansky
Paul Polansky




(Traduzione a cura di EsseBi)



E' da poco uscito nelle libreria italiane anche l'ultimo romanzo di Paul Polansky, dal titolo Il pianto degli zingari, Volo Press edizioni.
Danica studia a Monaco ed è brava: forse diventerà un'insegnante o forse una dottoressa. Ma una mattina d'inverno deve abbandonare tutto: casa, scuola, amici e futuro per salire su un aereo diretto a Pristina, insieme ad altri rom come lei.
Ritorna l'incubo sepolto dieci anni prima quando suo padre aveva gridato “Avna o nemcoja”: “Arrivano i tedeschi!”: era il giugno del 1999, ma quelle parole riportavano alla mente i ricordi del nonno e della seconda guerra mondiale, con le sue atrocità. Nel '99, invece, erano stati i vicini di casa albanesi a cacciare di casa lei (che all'epoca aveva sette anni) e la sua famiglia.
Danica adesso è più adulta e più consapevole e si chiede: ma non sono tedesca? Studio in Germania, ho vinto anche una borsa di studio, ho creato dei legami...Un racconto in versi, il punto di vista di un'adolescente per parlare di dignità umana, di rispetto, di cittadinanza, di inclusione, con una sensibilità e un'attenzione particolare alla tutela dei diritti dei minori.

 
Paul Polansky