
"...Non si potrà avere un globo pulito se gli uomini sporchi restano impuniti. E' un ideale che agli scettici potrà sembrare utopico, ma è su ideali come questo che la civiltà umana ha finora progredito (per quello che poteva). Morte le ideologie che hanno funestato il Novecento, la realizzazione di una giustizia più giusta distribuita agli abitanti di questa Terra è un sogno al quale vale la pena dedicare il nostro stato di veglia".
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venerdì 2 ottobre 2015
Giovani rom, sinti e non rom presentano il loro Manifesto per un’Italia unita e libera dei ghetti: «Vogliamo essere attori di un cambiamento».
Si chiude in Senato la Convention Primavera Romanì promossa dall’Associazione 21 luglio
«Siamo giovani rom, sinti e non rom, italiani e stranieri. Molti di noi vengono da una storia di disagio, soprusi ed esclusione, ma non ci siamo fermati e non ci fermeremo. Sogniamo per l’Italia un risveglio di umanità».
Lo scorso 21 settembre 2015, in Senato, 25 giovani rom, sinti e non rom provenienti da tutta Italia hanno presentato un Manifesto in cui descrivono l’Italia nella quale vorrebbero vivere e attraverso cui chiedono alle istituzioni un deciso cambio di direzione relativamente alle questioni del disagio abitativo, a partire dal superamento dei “campi rom e dei ghetti, dell’istruzione, del lavoro e delle opportunità per i giovani. Questioni che non riguardano solo le comunità rom e sinte, ma tutte le categorie di persone che oggi nel nostro Paese sono svantaggiate e oggetto di discriminazione.
Il Manifesto è frutto di una tre giorni di studio e riflessioni, alla quale i giovani hanno partecipato dal 19 al 21 settembre a Roma: la Convention Primavera Romanì, una iniziativa promossa dall’Associazione 21 luglio nell’ambito del suo programma di promozione della cittadinanza attiva all’interno delle comunità rom e sinte in Italia.
«Quello che accade oggi è un evento epocale per il nostro Paese e una opportunità preziosa che si pone davanti alle istituzioni nazionali e locali. Per la prima volta, giovani rom, sinti e non rom decidono di unire le forze e di scrivere insieme una nuova pagina per l’Italia – afferma l’Associazione 21 luglio -. Chiedono che in Italia non vi sia più spazio per l’odio, l’intolleranza e la ghettizzazione verso i più deboli e avanzano proposte concrete per affrontare questioni decisive per un futuro diverso per la nostra società».
«L’aspetto più importante – sottolinea ancora l’Associazione 21 luglio – è che questi giovani non rivendicano diritti per i soli rom e sinti, ma per tutti. La loro voce rappresenta un esempio di unione e solidarietà che troppo spesso la politica nostrana tende ad accantonare alimentando divisioni e tensioni sociali».
La Convention Primavera Romanì ha preso avvio con il messaggio di auguri del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. «La presenza attiva di giovani rom e sinti rappresenta un elemento fondamentale nel cammino paziente verso forme sempre più efficaci di integrazione e inclusione – sono le parole del Capo dello Stato -. La consapevolezza piena dei propri diritti, unitamente alla conoscenza dei propri doveri nei confronti della società e dello Stato, è un passo indispensabile per far cadere diffidenze e pregiudizi reciproci e assicurare un futuro di dialogo e di convivenza».
Nel corso della conferenza stampa, i giovani hanno presentato il loro Manifesto alla Commissione Diritti Umani del Senato, rappresentata dalla senatrice Manuela Serra, e al deputato del Partito Democratico Khalid Chaouki. È intervenuta anche la senatrice rom spagnola Silvia Heredia Martin, che ha raccontato la situazione dei rom in Spagna, dove vive quasi un milione di rom, contro i circa 180 mila presenti nel nostro Paese.
«Non accettiamo più che i nostri figli vivano in un paese di ghetti, separazioni, disuguaglianze, povertà, odio e razzismo, né oggi, né domani – sono le parole pronunciate dai giovani rom, sinti e non rom -.Vogliamo essere un esempio di società unita e libera, come l’Italia dovrebbe essere. Vogliamo essere attori di un cambiamento di cui tutti possano giovare. Un paese orgoglioso dei suoi valori, aperto verso i deboli, che consenta a ciascuno di essere apprezzato, amato e riconosciuto per le proprie passioni e qualità. Un’Italia che abbracci le differenze e si consideri fortunata per la ricchezza di tutte le culture che la compongono».
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mercoledì 13 maggio 2015
La proposta di legge per il riconoscimento dei Rom e dei Sinti
Anche l'Associazione per i Diritti Umani aderisce al seguente appello:
Rom e Sinti sono la più grande minoranza europea – oltre 12 milioni distribuiti in tutti i Paesi; non hanno una terra di riferimento, neppure l’India delle lontane origini, non hanno, come altre minoranze, rivendicazioni territoriali, quindi non hanno mai fatto guerre per rivendicare una patria, non hanno sedi di rappresentanza, sono cittadini del luogo nel quale vivono. Rappresentano quindi il perfetto popolo europeo, ma ciononostante sono il popolo più discriminato d’Europa.
In Italia sin dal 1400 Rom e Sinti sono la minoranza storico-linguistica più svantaggiata e più stigmatizzata nonostante gli obblighi internazionali e comunitari dell’Italia e gli interventi di numerose organizzazioni internazionali, tra cui il Consiglio d’Europa, l’OSCE e l’Unione europea. In Italia Rom e Sinti sono circa 150.000, oltre metà cittadini italiani, ma ciononostante continuiamo ad essere considerati fondamentalmente come “estranei” e “nomadi”. Il “nomadismo” moderno è piuttosto rappresentato dall’essere ancora un popolo che vive ai “confini”, non solo fisici, nel tentativo di costruire dei rapporti di pacifica convivenza e di mantenimento della propria identità, che consiste anche in una concezione di vita, che si può anche definire uno stato dell’anima, un modo di vedere il mondo, lo spazio e il tempo che non si possono omologare.
Anche per questa “irriducibilità” all’omologazione, le amministrazioni pubbliche non hanno mai fatto una politica che non fosse quella del contenimento e della marginalizzazione delegandone la gestione al privato sociale. Eppure la partecipazione di rom e sinti alla vita collettiva con il proprio contributo umano e culturale è fondamentale per superare l’esclusione, la marginalizzazione di un popolo che ha attraversato secoli di discriminazione fino allo sterminio razziale e che non deve rimanere confinato nei ghetti fisici e spirituali, nei quali troppo spesso viene relegato destinandolo all’assistenza e non alla propria responsabilità.
La proposta di legge di iniziativa popolare “NORME PER LA TUTELA E LE PARI OPPORTUNITA’ DELLA MINORANZA STORICO-LINGUISTICA DEI ROM E DEI SINTI “ presentata da 14 cittadini italiani in rappresentanza di 47 associazioni rom e sinte il 15 maggio 2014 presso la Corte di Cassazione vuole realizzare gli articoli 3 e 6 della Costituzione che prevedono la pari dignità sociale e l’eguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di etnia, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali; la tutela di tutte le minoranze storico-linguistiche con apposite norme; contrastare discriminazione e pregiudizio nei confronti della minoranza rom e sinta che sono causa della scarsa integrazione nella società e soprattutto della marginalizzazione sociale ed economica anche per il loro mancato riconoscimento istituzionale come minoranza.
Il disegno di legge di iniziativa popolare si articola in diversi punti:
1. la specifica tutela del patrimonio linguistico-culturale della minoranza rom e sinta, con istituti analoghi a quelli previsti dalla legge n. 482/1999 per tutte le altre minoranze (diritto allo studio e all’insegnamento della lingua, diffusione della cultura e delle tradizioni storico-letterarie e musicali);
2. l’incentivo e la tutela delle associazioni composte da Rom e Sinti, conforme alla libertà di associazione prevista dall’articolo 18 della Costituzione per favorire la partecipazione attiva e propositiva alla vita sociale, culturale e politica del Paese;
3. il diritto di vivere nella condizione liberamente scelta di sedentarietà o di itineranza, di abitare in alloggi secondo una pluralità di scelte secondo le norme della Convenzione-quadro per la tutela delle minoranze nazionali di Strasburgo dell’1 febbraio 1995, le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, dell’OCSE e della Commissione europea e la Strategia nazionale d'inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti;
4. norme che sanzionino le discriminazioni fondate sull'appartenenza ad una minoranza linguistica in attuazione del principio costituzionale di eguaglianza senza distinzione di lingua e di etnia.
Chi condivide questo appello condivide la convinzione che il riconoscimento della minoranza rom e sinta, della sua storia, della sua cultura, insomma della sua identità consente di a
ccogliere rom e sinti nella comunità più generale insieme con tutte le altre identità che costituiscono il nostro patrimonio nazionale.
Promotori della proposta di legge di iniziativa popolare:
Dijana Pavlovic, Davide Casadio, Saska Jovanovic, Ernesto Grandini, Manuel Solani, Cen Rinaldi, Yose Bianchi, Giorgio Bezzecchi, Concetta Sarachella, Donatella Ascari, Massimo Lucchesi, Carlo Berini, Paolo Cagna Ninchi, Alessandro Valentino
APPELLO
Rom e Sinti sono la più grande minoranza europea – oltre 12 milioni distribuiti in tutti i Paesi; non hanno una terra di riferimento, neppure l’India delle lontane origini, non hanno, come altre minoranze, rivendicazioni territoriali, quindi non hanno mai fatto guerre per rivendicare una patria, non hanno sedi di rappresentanza, sono cittadini del luogo nel quale vivono. Rappresentano quindi il perfetto popolo europeo, ma ciononostante sono il popolo più discriminato d’Europa.
In Italia sin dal 1400 Rom e Sinti sono la minoranza storico-linguistica più svantaggiata e più stigmatizzata nonostante gli obblighi internazionali e comunitari dell’Italia e gli interventi di numerose organizzazioni internazionali, tra cui il Consiglio d’Europa, l’OSCE e l’Unione europea. In Italia Rom e Sinti sono circa 150.000, oltre metà cittadini italiani, ma ciononostante continuiamo ad essere considerati fondamentalmente come “estranei” e “nomadi”. Il “nomadismo” moderno è piuttosto rappresentato dall’essere ancora un popolo che vive ai “confini”, non solo fisici, nel tentativo di costruire dei rapporti di pacifica convivenza e di mantenimento della propria identità, che consiste anche in una concezione di vita, che si può anche definire uno stato dell’anima, un modo di vedere il mondo, lo spazio e il tempo che non si possono omologare.
Anche per questa “irriducibilità” all’omologazione, le amministrazioni pubbliche non hanno mai fatto una politica che non fosse quella del contenimento e della marginalizzazione delegandone la gestione al privato sociale. Eppure la partecipazione di rom e sinti alla vita collettiva con il proprio contributo umano e culturale è fondamentale per superare l’esclusione, la marginalizzazione di un popolo che ha attraversato secoli di discriminazione fino allo sterminio razziale e che non deve rimanere confinato nei ghetti fisici e spirituali, nei quali troppo spesso viene relegato destinandolo all’assistenza e non alla propria responsabilità.
La proposta di legge di iniziativa popolare “NORME PER LA TUTELA E LE PARI OPPORTUNITA’ DELLA MINORANZA STORICO-LINGUISTICA DEI ROM E DEI SINTI “ presentata da 14 cittadini italiani in rappresentanza di 47 associazioni rom e sinte il 15 maggio 2014 presso la Corte di Cassazione vuole realizzare gli articoli 3 e 6 della Costituzione che prevedono la pari dignità sociale e l’eguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di etnia, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali; la tutela di tutte le minoranze storico-linguistiche con apposite norme; contrastare discriminazione e pregiudizio nei confronti della minoranza rom e sinta che sono causa della scarsa integrazione nella società e soprattutto della marginalizzazione sociale ed economica anche per il loro mancato riconoscimento istituzionale come minoranza.
Il disegno di legge di iniziativa popolare si articola in diversi punti:
1. la specifica tutela del patrimonio linguistico-culturale della minoranza rom e sinta, con istituti analoghi a quelli previsti dalla legge n. 482/1999 per tutte le altre minoranze (diritto allo studio e all’insegnamento della lingua, diffusione della cultura e delle tradizioni storico-letterarie e musicali);
2. l’incentivo e la tutela delle associazioni composte da Rom e Sinti, conforme alla libertà di associazione prevista dall’articolo 18 della Costituzione per favorire la partecipazione attiva e propositiva alla vita sociale, culturale e politica del Paese;
3. il diritto di vivere nella condizione liberamente scelta di sedentarietà o di itineranza, di abitare in alloggi secondo una pluralità di scelte secondo le norme della Convenzione-quadro per la tutela delle minoranze nazionali di Strasburgo dell’1 febbraio 1995, le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, dell’OCSE e della Commissione europea e la Strategia nazionale d'inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti;
4. norme che sanzionino le discriminazioni fondate sull'appartenenza ad una minoranza linguistica in attuazione del principio costituzionale di eguaglianza senza distinzione di lingua e di etnia.
Chi condivide questo appello condivide la convinzione che il riconoscimento della minoranza rom e sinta, della sua storia, della sua cultura, insomma della sua identità consente di a
ccogliere rom e sinti nella comunità più generale insieme con tutte le altre identità che costituiscono il nostro patrimonio nazionale.
Promotori della proposta di legge di iniziativa popolare:
Dijana Pavlovic, Davide Casadio, Saska Jovanovic, Ernesto Grandini, Manuel Solani, Cen Rinaldi, Yose Bianchi, Giorgio Bezzecchi, Concetta Sarachella, Donatella Ascari, Massimo Lucchesi, Carlo Berini, Paolo Cagna Ninchi, Alessandro Valentino
Alma
Adzovic (mediatrice),
Osmani Bairan
(AIZO), Rita Bernardini
(segretaria nazionale Radicali Italiani), Antun
Blazevic (Associazione
TheaterRom), Paolo Bonetti
(Università Bicocca di Milano), Luca
Bravi (storico), Marco
Brazzoduro (Associazione
Cittadinanza e Minoranze), Alberto
Buttaglieri (SOS razzismo),
Giuseppe Casucci
(Dipartimento immigrazione UIL), Roland
Ciulin (giornalista),
Giuseppe Civati
(parlamentare), Furio
Colombo (giornalista),
Giacomo Costa
(Fondazione San Fedele), (Kurosh
Danesh (Dipartimento
immigrazione CGIL), Chiara
Daniele (ricercatrice),
Giancarlo De Cataldo
(scrittore), Michele Di
Rocco (campione europeo
pesi leggeri), Roberto
Escobar (Università
Statale Milano), Paolo
Ferrero (segretario Partito
della Rifondazione comunista), Eleonora
Forenza (europarlamentare),
Mercedes Frias (Associazione
Prendiamo la parola), Dori
Ghezzi (Fondazione Fabrizio
De André), Alfonso Gianni
(Fondazione Cercare
Ancora), Graziano Halilovic
(Associazione Roma onlus), Laura
Halilovic (regista), Selly
Kane (Dipartimento
immigrazione CGIL), Curzio
Maltese (europarlamentare),
Luigi Manconi
(presidente Commissione straordinaria per la tutela e la promozione
dei diritti umani), Filippo
Miraglia (ARCI), Moni
Ovadia (autore-attore),
Francesco Palermo
(parlamentare), Marco
Pannella (Presidente del
Partito Radicale Nonviolento Transnazionale Transpartito), David
Parenzo (giornalista),
Loris Panzeri
(GRT), Pino Petruzzelli
(autore-attore), Marco
Revelli (storico e
sociologo), Paolo Rossi
(autore-attore), Giuseppe
Sangiorgi (Istituto Luigi
Sturzo), Angela Scalzo
(Dipartimento immigrazione UIL), Pietro
Soldini (CGIL nazionale),
Giovanna Sorbelli
(Associazione EU Donna), Barbara
Spinelli
(europarlamentare), Santino
Spinelli (docente,
musicista), Gennaro Spinelli
(Associazione FutuRom),
Carlo Stassolla
(Associazione 21 luglio), Voijslav
Stojanovic (Associazione
Nonsolorom), Vladimiro Torre
(Associazione Them Romanò),
Antonio Tosi
(Politecnico di Milano), Elena
Valdini (Fondazione
Fabrizio De André), Tommaso
Vitale (Direttore
scientifico Master “Governing the Large Metropolis” Sciences Po,
Parigi), Alex Zanotelli
(missionario comboniano).
Per
adesioni: semiriconiscimirispetti@gmail.com
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mercoledì 8 aprile 2015
Giornata Internazionale dei rom e sinti: l'Associazione 21 luglio presenta il primo rapporto nazionale sulla condizione di rom e sinti in Italia
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sabato 21 marzo 2015
L' appello per il riconoscimento delle etnie Rom e Sinta
L' 8
aprile, “Giornata internazionale del popolo rom”, inizia la
campagna per la legge di iniziativa popolare per il riconoscimento
della minoranza rom e sinta contemporaneamente in tutta Italia. Il
comitato promotore è costituito da rom e sinti depositari della
proposta di legge e da personalità e forze politiche e sociali che
sostengono la necessità di riconoscere la minoranza rom e sinta come
passo fondamentale per contrastare la discriminazione e favorire
l’inclusione sociale e culturale della nostra comunità.
APPELLO
Rom e Sinti sono la più grande minoranza europea – oltre 12 milioni distribuiti in tutti i Paesi; non hanno una terra di riferimento, neppure l’India delle lontane origini, non hanno, come altre minoranze, rivendicazioni territoriali, quindi non hanno mai fatto guerre per rivendicare una patria, non hanno sedi di rappresentanza, sono cittadini del luogo nel quale vivono. Rappresentano quindi il perfetto popolo europeo, ma ciononostante sono il popolo più discriminato d’Europa.
In Italia sin dal 1400 Rom e Sinti sono la minoranza storico-linguistica più svantaggiata e più stigmatizzata nonostante gli obblighi internazionali e comunitari dell’Italia e gli interventi di numerose organizzazioni internazionali, tra cui il Consiglio d’Europa, l’OSCE e l’Unione europea. In Italia Rom e Sinti sono circa 150.000, oltre metà cittadini italiani, ma ciononostante continuiamo ad essere considerati fondamentalmente come “estranei” e “nomadi”. Il “nomadismo” moderno è piuttosto rappresentato dall’essere ancora un popolo che vive ai “confini”, non solo fisici, nel tentativo di costruire dei rapporti di pacifica convivenza e di mantenimento della propria identità, che consiste anche in una concezione di vita, che si può anche definire uno stato dell’anima, un modo di vedere il mondo, lo spazio e il tempo che non si possono omologare.
Anche per questa “irriducibilità” all’omologazione, le amministrazioni pubbliche non hanno mai fatto una politica che non fosse quella del contenimento e della marginalizzazione delegandone la gestione al privato sociale. Eppure la partecipazione di rom e sinti alla vita collettiva con il proprio contributo umano e culturale è fondamentale per superare l’esclusione, la marginalizzazione di un popolo che ha attraversato secoli di discriminazione fino allo sterminio razziale e che non deve rimanere confinato nei ghetti fisici e spirituali, nei quali troppo spesso viene relegato destinandolo all’assistenza e non alla propria responsabilità.
La proposta di legge di iniziativa popolare “NORME PER LA TUTELA E LE PARI OPPORTUNITA’ DELLA MINORANZA STORICO-LINGUISTICA DEI ROM E DEI SINTI “ presentata da 14 cittadini italiani in rappresentanza di 47 associazioni rom e sinte il 15 maggio 2014 presso la Corte di Cassazione vuole realizzare gli articoli 3 e 6 della Costituzione che prevedono la pari dignità sociale e l’eguaglianza davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di etnia, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali; la tutela di tutte le minoranze storico-linguistiche con apposite norme; contrastare discriminazione e pregiudizio nei confronti della minoranza rom e sinta che sono causa della scarsa integrazione nella società e soprattutto della marginalizzazione sociale ed economica anche per il loro mancato riconoscimento istituzionale come minoranza.
Il disegno di legge di iniziativa popolare si articola in diversi punti:
la specifica tutela del patrimonio linguistico-culturale della minoranza rom e sinta, con istituti analoghi a quelli previsti dalla legge n. 482/1999 per tutte le altre minoranze (diritto allo studio e all’insegnamento della lingua, diffusione della cultura e delle tradizioni storico-letterarie e musicali);
l’incentivo e la tutela delle associazioni composte da Rom e Sinti, conforme alla libertà di associazione prevista dall’articolo 18 della Costituzione per favorire la partecipazione attiva e propositiva alla vita sociale, culturale e politica del Paese;
il diritto di vivere nella condizione liberamente scelta di sedentarietà o di itineranza, di abitare in alloggi secondo una pluralità di scelte secondo le norme della Convenzione-quadro per la tutela delle minoranze nazionali di Strasburgo dell’1 febbraio 1995, le raccomandazioni del Consiglio d’Europa, dell’OCSE e della Commissione europea e la Strategia nazionale d'inclusione dei Rom, dei Sinti e dei Caminanti;
norme che sanzionino le discriminazioni fondate sull'appartenenza ad una minoranza linguistica in attuazione del principio costituzionale di eguaglianza senza distinzione di lingua e di etnia.
Chi condivide questo appello condivide la convinzione che il riconoscimento della minoranza rom e sinta, della sua storia, della sua cultura, insomma della sua identità consente di accogliere rom e sinti nella comunità più generale insieme con tutte le altre identità che costituiscono il nostro patrimonio nazionale.
Promotori della proposta di legge di iniziativa popolare:
Dijana Pavlovic, Davide Casadio, Saska Jovanovic, Ernesto Grandini, Manuel Solani, Cen Rinaldi, Yose Bianchi, Giorgio Bezzecchi, Concetta Sarachella, Donatella Ascari, Massimo Lucchesi, Carlo Berini, Paolo Cagna Ninchi, Alessandro Valentino
Alma
Adzovic
(mediatrice), Osmani
Bairan
(AIZO), Rita
Bernardini
(segretaria nazionale Radicali Italiani), Antun
Blazevic
(Associazione TheaterRom), Paolo
Bonetti
(Università Bicocca di Milano), Luca
Bravi
(storico), Marco
Brazzoduro
(Associazione Cittadinanza e Minoranze), Alberto
Buttaglieri
(SOS razzismo), Giuseppe
Casucci
(Dipartimento immigrazione UIL), Roland
Ciulin
(giornalista), Giuseppe
Civati
(parlamentare), Furio
Colombo
(giornalista), Giacomo
Costa
(Fondazione San Fedele), (Kurosh
Danesh
(Dipartimento immigrazione CGIL), Chiara
Daniele
(ricercatrice), Giancarlo
De Cataldo
(scrittore), Michele
Di Rocco
(campione europeo pesi leggeri), Roberto
Escobar
(Università Statale Milano), Paolo
Ferrero
(segretario Partito della Rifondazione comunista), Eleonora
Forenza
(europarlamentare), Mercedes
Frias (Associazione
Prendiamo la parola), Dori
Ghezzi
(Fondazione Fabrizio De André), Alfonso
Gianni (Fondazione
Cercare Ancora), Graziano
Halilovic
(Associazione Roma onlus), Laura
Halilovic
(regista), Selly
Kane
(Dipartimento immigrazione CGIL), Curzio
Maltese
(europarlamentare), Luigi
Manconi
(presidente Commissione straordinaria per la tutela e la promozione
dei diritti umani), Filippo
Miraglia
(ARCI), Moni
Ovadia
(autore-attore), Francesco
Palermo
(parlamentare), Marco
Pannella
(Presidente del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale
Transpartito), David
Parenzo
(giornalista), Loris
Panzeri
(GRT), Pino
Petruzzelli
(autore-attore), Marco
Revelli
(storico e sociologo), Paolo
Rossi
(autore-attore), Giuseppe
Sangiorgi
(Istituto Luigi Sturzo), Angela
Scalzo
(Dipartimento immigrazione UIL), Pietro
Soldini (CGIL
nazionale), Giovanna
Sorbelli
(Associazione EU Donna), Barbara
Spinelli
(europarlamentare), Santino
Spinelli
(docente, musicista), Gennaro
Spinelli (Associazione
FutuRom), Carlo
Stassolla
(Associazione 21 luglio), Voijslav
Stojanovic (Associazione
Nonsolorom), Vladimiro
Torre (Associazione
Them Romanò), Antonio
Tosi
(Politecnico di Milano), Elena
Valdini
(Fondazione Fabrizio De André), Tommaso
Vitale
(Direttore scientifico Master “Governing the Large Metropolis”
Sciences Po, Parigi), Alex
Zanotelli
(missionario comboniano), Alessandra
Montesanto (Associazione
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mercoledì 7 gennaio 2015
Notti al gelo per 28 uomini, donne e bambini rom
Avevano denunciato pubblicamente le condizioni di vita precarie all’interno del centro di accoglienza “Best House Rom”. Per tutta risposta, il 21 novembre scorso, sono stati espulsi dalla struttura, in virtù di un provvedimento illegittimo firmato dal Dipartimento Politiche Sociali del Comune di Roma, e rischiano ora di trascorrere l’ennesima notte all’addiaccio, con le temperature gelide che hanno ormai raggiunto la Capitale.
È questo il destino che si profila per 28 rom, tra cui 22 minori, un neonato e un uomo affetto da polmonite, se il Dipartimento Politiche Sociali del Comune di Roma dovesse continuare a non intervenire sulla questione e a non individuare una soluzione immediata al dramma che queste persone stanno vivendo.
Da questa mattina le famiglie rom, accompagnate da attivisti dell’Associazione 21 luglio, sono riunite in un sit in davanti al Dipartimento per chiedere a Ivana Bigari, direttrice Direzione Accoglienza e Inclusione, di porre immediato rimedio a una situazione all’origine della quale vi è un decreto di espulsione, firmato dalla stessa Bigari, non supportato, come dimostrano le verifiche effettuate dall’Associazione 21 luglio, da alcuna motivazione che trovi riscontro nella realtà dei fatti.
Il 17 ottobre scorso due uomini colpiti dal provvedimento di espulsione avevano partecipato, a Torino, alla Conferenza sulla Carta dei Diritti Sociali organizzata dal Consiglio d'Europa. In quell’occasione avevano denunciato le condizioni di vita critiche all’interno del “Best House Rom” di via Visso, un centro di accoglienza fuorilegge e senza finestre, come già affermato dall’Associazione 21 luglio nel rapporto “Senza Luce” pubblicato a marzo 2014.
Conseguentemente, il 21 novembre, i 28 rom, senza alcun preavviso, sono stati espulsi dal “Best House Rom”. Le motivazioni alla base dell’espulsione: la mancata frequenza scolastica dei bambini e il comportamento non consono, da parte di tre minori, nei confronti di alcuni operatori della struttura.
Sul primo punto l’Associazione 21 luglio ha ottenuto i certificati di frequenza scolastica da parte dell’Istituto dove vanno a lezione i minori coinvolti: da essi emerge che i bambini frequentavano regolarmente la scuola. Quanto al secondo punto, non esiste alcuna denuncia scritta né verifica degli eventi e dei soggetti lesi.
Sulla vicenda dei rom espulsi dal “Best House Rom” si sono mobilitati anche l’europarlamentare Silvia Costa, il consigliere comunale di Roma Capitale Riccardo Magi e la senatrice della Commissione Diritti Umani del Senato Manuela Serra.
«Si tratta di un puro atto di abuso politico e rappresaglia perpetuato ai danni di persone che hanno contribuito a denunciare situazioni di violazioni di diritti e malagestione di questa struttura - ha dichiarato la senatrice Serra, che aveva visitato il "Best House Rom" l'11 novembre, accompagnata dall'Associazione 21 luglio - La prova di questo è una petizione scritta in italiano dalla Cooperativa INOPERA e fatta firmare dagli ospiti del centro, in cui si dichiarano felici di stare lì e trattati con rispetto, sotto la minaccia di finire per strada come le due famiglie».
L’Associazione 21 luglio chiede pertanto alla dottoressa Ivana Bigari di intervenire immediatamente per evitare che 28 uomini, donne e bambini continuino a vivere per strada a causa delle conseguenze di una palese violazione dei diritti umani avvenuta sulla loro pelle. «Da settimane chiediamo alla dottoressa Bigari un suo intervento. Sono trascorsi 38 giorni da quando queste persone sono state ingiustamente buttate fuori dal centro e non è stata ancora fornita loro alcuna risposta».
(Ringraziamo Associazione 21luglio)
È questo il destino che si profila per 28 rom, tra cui 22 minori, un neonato e un uomo affetto da polmonite, se il Dipartimento Politiche Sociali del Comune di Roma dovesse continuare a non intervenire sulla questione e a non individuare una soluzione immediata al dramma che queste persone stanno vivendo.
Da questa mattina le famiglie rom, accompagnate da attivisti dell’Associazione 21 luglio, sono riunite in un sit in davanti al Dipartimento per chiedere a Ivana Bigari, direttrice Direzione Accoglienza e Inclusione, di porre immediato rimedio a una situazione all’origine della quale vi è un decreto di espulsione, firmato dalla stessa Bigari, non supportato, come dimostrano le verifiche effettuate dall’Associazione 21 luglio, da alcuna motivazione che trovi riscontro nella realtà dei fatti.
Il 17 ottobre scorso due uomini colpiti dal provvedimento di espulsione avevano partecipato, a Torino, alla Conferenza sulla Carta dei Diritti Sociali organizzata dal Consiglio d'Europa. In quell’occasione avevano denunciato le condizioni di vita critiche all’interno del “Best House Rom” di via Visso, un centro di accoglienza fuorilegge e senza finestre, come già affermato dall’Associazione 21 luglio nel rapporto “Senza Luce” pubblicato a marzo 2014.
Conseguentemente, il 21 novembre, i 28 rom, senza alcun preavviso, sono stati espulsi dal “Best House Rom”. Le motivazioni alla base dell’espulsione: la mancata frequenza scolastica dei bambini e il comportamento non consono, da parte di tre minori, nei confronti di alcuni operatori della struttura.
Sul primo punto l’Associazione 21 luglio ha ottenuto i certificati di frequenza scolastica da parte dell’Istituto dove vanno a lezione i minori coinvolti: da essi emerge che i bambini frequentavano regolarmente la scuola. Quanto al secondo punto, non esiste alcuna denuncia scritta né verifica degli eventi e dei soggetti lesi.
Sulla vicenda dei rom espulsi dal “Best House Rom” si sono mobilitati anche l’europarlamentare Silvia Costa, il consigliere comunale di Roma Capitale Riccardo Magi e la senatrice della Commissione Diritti Umani del Senato Manuela Serra.
«Si tratta di un puro atto di abuso politico e rappresaglia perpetuato ai danni di persone che hanno contribuito a denunciare situazioni di violazioni di diritti e malagestione di questa struttura - ha dichiarato la senatrice Serra, che aveva visitato il "Best House Rom" l'11 novembre, accompagnata dall'Associazione 21 luglio - La prova di questo è una petizione scritta in italiano dalla Cooperativa INOPERA e fatta firmare dagli ospiti del centro, in cui si dichiarano felici di stare lì e trattati con rispetto, sotto la minaccia di finire per strada come le due famiglie».
L’Associazione 21 luglio chiede pertanto alla dottoressa Ivana Bigari di intervenire immediatamente per evitare che 28 uomini, donne e bambini continuino a vivere per strada a causa delle conseguenze di una palese violazione dei diritti umani avvenuta sulla loro pelle. «Da settimane chiediamo alla dottoressa Bigari un suo intervento. Sono trascorsi 38 giorni da quando queste persone sono state ingiustamente buttate fuori dal centro e non è stata ancora fornita loro alcuna risposta».
(Ringraziamo Associazione 21luglio)
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stampa,
welfare
domenica 14 dicembre 2014
Il calendario rom contro i pregiudizi
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Pochi sanno che in Italia almeno 4 rom e sinti su 5 (130 mila uomini, donne e bambini) vivono “mimetizzati” in abitazioni convenzionali, svolgendo regolare lavoro e conducendo una vita che non ha nulla di diverso dall’esistenza di una qualsiasi famiglia, italiana o straniera, che vive sul territorio italiano.
È a loro che l'Associazione 21 luglio ha scelto di dedicare il nuovo Calendario 2015, nell'intento di smontare i soliti stereotipi e pregiudizi verso rom e sinti.
Il Calendario 2015 vuole scattare una fotografia della condizione lavorativa e occupazionale delle comunità rom e sinte in Italia. Dietro ogni scatto c’è un volto, una storia, una speranza. Ma soprattutto c’è un desiderio di inclusione e una volontà a “portare onestamente a casa un pezzo di pane,” come più di qualcuno ci ha tenuto a raccontare.
Con una donazione di soli 5 euro puoi ordinare il Calendario on line e riceverlo direttamente a casa!
Donne che chiedono l’elemosina con i figli in braccio, coppie di anziani che rovistano dentro i cassonetti, uomini che trascinano carrelli carichi di materiale ferroso. E’ questa l’istantanea che appare nell’immaginario collettivo dei cittadini delle metropoli italiane quando si vuole associare l’universo rom all’attività lavorativa.
Pochi sanno che in Italia almeno 130 mila rom e sinti vivono “mimetizzati” in abitazioni convenzionali, svolgendo regolare lavoro, pagando le tasse e conducendo una vita che non ha nulla di diverso dall’esistenza di una qualsiasi famiglia, italiana o straniera, che vive sul territorio italiano.
Il Calendario 2015 dell’Associazione 21 luglio vuole scattare una fotografia della condizione lavorativa e occupazionale delle comunità rom e sinte in Italia. Dietro ogni scatto c’è un volto, una storia, una speranza. Ma soprattutto c’è un desiderio di inclusione e una volontà a “portare onestamente a casa un pezzo di pane,” come più di qualcuno ci ha tenuto a raccontare.
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domenica 30 novembre 2014
Primo convegno ombra sui rom
Riceviamo la seguente comunicazione dall'Associazione 21 luglio che ringraziamo.
"I rom sono qui, erano qui e rimarranno qui": si chiude Roma il primo “convegno ombra” della società civile europea rom e pro rom
Si è da poco concluso, a Roma, il primo "convegno ombra" delle organizzazioni della società civile europee rom e pro rom, ospitato dall'Associazione 21 luglio.
Gli attivisti, provenienti da vari Paesi europei, si sono radunati nella Capitale, in concomitanza con due eventi di alto livello sul tema organizzati dalla Presidenza Italiana dell'Unione europea: l’incontro dei Punti di Contatto Nazionali per l’attuazione delle Strategie di Inclusione dei rom e l’Equality Summit europeo.
Il loro obiettivo è stato quello di porre all'attenzione dei decision makers proposte alternative riguardo a politiche di inclusione sociale di rom e sinti e alla non-discriminazione.
I rom erano qui, sono qui e rimarranno qui
Questa settimana, la presidenza italiana dell’UE ha organizzato due incontri sull’eguaglianza e sui rom in Europa. Ancora una volta, questi summit sono a porte chiuse.
Nella stessa settimana, noi, leaders delle organizzazioni rom e a favore dei rom ci siamo riuniti in un meeting alternativo per esprimere le nostre esigenze.
Siamo stufi. Noi rom non vogliamo essere usati come oggetti disumanizzati dai governi e dall’UE, ma valorizzati come parte costituente nelle decisioni che hanno un impatto sulle nostre vite e sulle vite delle altre persone. Oggi, l’UE e i governi adottano politiche che sono il risultato della manipolazione di paure a lungo radicate sull’“invasione degli zingari” o sulla “criminalità degli zingari”, che aumentano il numero dei voti invece che essere basate sui valori che sono rispettati per tutte le altre persone. Noi rom rimarremo qui, siamo cittadini degli stati europei, siamo parte dell’Europa.
Siamo tutti, rom e gli altri europei, nella stessa barca. Decisioni sbagliate, corruzione e governi incapaci peggiorano la situazione per tutti i popoli d’Europa. Siamo tutti trattati come un problema sociale da sanare e non come persone con delle identità, dei diritti e del potenziale. L’arroganza di un sistema politico che si vuole la “culla della civiltà” ci ha traditi tutti. Facciamo appello a tutte le persone oppresse affinchè manifestino solidarietà, unità e forza per fermare l’ipocrisia dei governi.
mercoledì 22 ottobre 2014
Antiziganismo 2.0
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Le
fonti utilizzate per redigere il testo sono state: i quotidiani
nazionali e locali, cartacei e on-line, agenzie di stampa e social
media che hanno rilevato 428 casi complessivi (più di uno al
giorno): il 56,3% sono stati classificati come casi gravi di
incitamento all'odio e il restante 43,7% come discorsi stereotipati,
ovvero dichiarazioni che confermano un'immagine negativa e
penalizzante per le due minoranze.
Purtroppo
emerge, dal rapporto, che nella maggior parte dei casi i discorsi
penalizzanti sono pronunciati da esponenti politici: il 70%
appartenenti all'area di destra o di centro – destra, con un buon
28% attribuibile alla Lega Nord.
Il
monitoraggio ha riguardato tutta Italia ed è emerso anche che le
città in cui si registrano i casi più numerosi di uso di un
linguaggio poco obiettivo e corretto sono: Roma, con il 21%, Milano
con il 15%, a seguire Genova, Torino, Vicenza, Lucca.
I
responsabili dell'Associazione
21 luglio,
che ha curato il rapporto, commentano così: “ I dati del rapporto
confermano come l'antiziganismo sia una piaga altamente diffusa nel
nostro Paese, che è urgente contrastare attraverso un'azione di
denuncia e intervento nei confronti di chi si rende
irresponsabilmente promotore di discorsi d'odio, in particolar modo
se investito di una carica pubblica e/o elettiva, nei confronti di
una minoranza vulnerabile cui viene costantemente privata la
possibilità di replicare...La pericolosità di tali discorsi è
insita soprattutto nel fatto che essa rende maggiormente accettabili
se non addirittura condivisibili,da parte dell'opinione pubblica,
posizioni etreme e apertamente razziste e risulta, quindi, un terreno
fertile per un'eventuale ulteriore escalation di odio nei confronti
di rom e sinti”.
In
seguito ai dati emersi, il settore legale dell'associazione ha
intrapreso 88 azioni correttive, con 53 segnalazioni all'UNAR
(Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), 6 segnalazioni
all'Ordine dei Giornalisti e 2 all'Osservatorio per la sicurezza
contro gli atti discriminatori delle forze dell'Ordine.
venerdì 22 agosto 2014
Corso di formazione per attivisti rom e sinti

Ci è pervenuta questa
comunicazione che pubblichiamo con piacere. Può interessare
soprattutto chi vive a Roma.
Dopo l’esperienza di successo della prima edizione del Corso di formazione per attivisti rom e sinti, conclusasi lo scorso aprile con un’azione urbana di sensibilizzazione davanti al Colosseo, a Roma, ideata dagli stessi partecipanti, Associazione 21 luglio e il Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC) aprono le iscrizioni alla seconda edizione del Corso e invitano tutti gli interessati a presentare la propria candidatura.
Il Corso di formazione per attivisti rom e sinti, finanziato con l’otto per mille della Chiesa valdese, è rivolto a giovani rom e sinti, studenti o attivisti, di tutta Italia. Il Corso rappresenta un’eccellente occasione di scambio, confronto di idee ed esperienze, spunti di dibattito e di azione per i partecipanti.
Il Corso avrà una durata complessiva di 56 ore, suddivise in lezioni frontali che forniranno ai partecipanti le nozioni base, e in laboratori, dove i concetti teorici verranno messi in pratica. Il programma comprenderà i seguenti argomenti:
1) I diritti umani: concetto, principi e strumenti;
2) La discriminazione;
3) La comunicazione: strumenti utili per gli attivisti;
4) L’attivismo: organizzare e coinvolgere la comunità;
5) Il campaigning: ideare e attuare una campagna per ottenere un cambiamento;
6) L’ advocacy: strategie di pressione sulle autorità a livello locale, nazionale e internazionale;
7) La creazione di una organizzazione/associazione rom;
8) Il diritto a un alloggio adeguato;
9) Il genere.
Lo scopo principale del Corso è la formazione di giovani rom e sinti che siano attivi e consapevoli, e che possano utilizzare gli strumenti e i meccanismi nazionali, regionali e internazionali per tutelare i loro diritti umani come singoli e quelli delle loro comunità, e lottare contro ogni forma di discriminazione.
Nel mese di settembre 2014 i candidati selezionati parteciperanno a un primo incontro di formazione, dove verrà verificata la loro motivazione e verrà fatta un’ulteriore selezione. Tra i partecipanti a questo incontro verranno selezionati 12 corsisti che proseguiranno il percorso formativo.
Gli incontri formativi in totale saranno 4, strutturati su due giornate (un weekend al mese), da settembre a dicembre 2014 e si terranno tutti a Roma.
I costi di viaggio, vitto e alloggio per i 12 corsisti selezionati sono totalmente a carico degli organizzatori.
Al termine del corso, i partecipanti riceveranno un attestato di partecipazione e i più meritevoli avranno la possibilità di svolgere un tirocinio retribuito della durata di 3 mesi presso la sede dell’Associazione 21 luglio a Roma. I restanti verranno assistiti e supportati nella ricerca e nella candidatura per altre posizioni di stage presso organizzazioni e/o enti.
Obiettivi del Corso
Il Corso di formazione per attivisti rom e sinti fa parte del programma dell’Associazione 21 luglio e dell’ERRC per sostenere e promuovere la cittadinanza attiva all’interno delle comunità rom e sinte in Italia. Gli obiettivi primari del corso sono:
• creare consapevolezza nei giovani rom e sinti riguardo i loro diritti come individui e come parte di una minoranza;
• sviluppare le loro conoscenze sugli strumenti di protezione e promozione dei diritti umani e di lotta contro la discriminazione a livello nazionale (legislazione nazionale), regionale (Trattati Europei, altri meccanismi del Consiglio d’Europa e dell’Unione Europea) e internazionale (Trattati e meccanismi delle Nazioni Unite);
• rafforzare le capacità di monitoraggio, denuncia e difesa contro le violazioni dei diritti umani al fine di essere in grado di reagire immediatamente in caso di violazioni dei diritti umani delle comunità rom e sinte;
• aumentare le abilità di mettere in pratica i concetti appresi all’interno delle organizzazioni e delle comunità;
• promuovere una rete di giovani attivisti rom e sinti in Italia che possa agire attivamente all’interno delle comunità e nei rapporti tra queste e l’esterno, sia tramite il rafforzamento dei legami con la società civile e con le organizzazioni rom/non rom, sia attraverso la creazione di azioni che coinvolgano le comunità nella lotta per i loro diritti.
Requisiti
I candidati dovranno:
• possedere una buona conoscenza della lingua italiana orale e scritta (il corso prevede la lettura di documenti e materiale didattico);
• avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni;
• possedere almeno un diploma di scuola media;
• dimostrare di essere individui attivi all’interno delle rispettive comunità;
• essere molto motivati e interessati alle tematiche trattate.
Si consiglia vivamente anche ai candidati che non dovessero soddisfare uno dei requisiti relativi all’età e alla formazione scolastica, ma che fossero molto motivati, di inoltrare la domanda di iscrizione. La loro domanda verrà comunque accettata con riserva e valutata attentamente dal comitato selezionatore.
L’Associazione 21 luglio e l’ERRC attribuiscono particolare valore e importanza alle candidature provenienti da membri delle comunità rom e sinte in Italia, in particolare ragazze e donne.
Procedura per la presentazione delle domande
I candidati dovranno presentare quanto segue per poter partecipare al Corso:
1. Modulo di iscrizione compilato - Clicca QUI;
2. Curriculum Vitae (MAX 2 Pagg);
3. Lettera di presentazione da parte di un insegnante, professore, presidente o esponente di un’organizzazione, datore di lavoro o leader religioso che sia a conoscenza del lavoro del candidato e del suo impegno nel campo dei diritti di rom e sinti. La lettera dovrà spiegare la natura della relazione con il candidato, la durata della conoscenza reciproca ed evidenziare i principali motivi che rendono il candidato adatto a partecipare al Corso di formazione per attivisti rom e sinti.
Tutte le domande di iscrizione, corredate della documentazione di supporto completa, dovranno essere presentate tassativamente entro il 31 agosto 2014. Si invitano cordialmente i candidati a presentare le proprie domande di partecipazione prima di tale scadenza.
Le domande di iscrizione complete dovranno essere inviate per e-mail, come allegato, all’indirizzo attivismo@21luglio.org con oggetto: Corso di formazione attivisti rom/sinti – Nome Cognome. Oppure consegnate a mano, dopo aver contattato l’Associazione 21 luglio al numero 329 7922222, entro le ore 12 del 31 agosto 2014.
Le domande di iscrizione incomplete o pervenute in ritardo NON verranno prese in considerazione.
A causa dell’alto numero di candidature normalmente riscontrate, ci scusiamo di non potere fornire una risposta individuale a tutti. Qualora non si fosse contattati nell’arco di due settimane successive alla data indicata per il termine del bando, si prega di considerare ciò quale riscontro non positivo alla candidatura stessa. Si assicura infine il rispetto del trattamento dati sensibili a norma del Decreto Legislativo 196/2003.
Dopo l’esperienza di successo della prima edizione del Corso di formazione per attivisti rom e sinti, conclusasi lo scorso aprile con un’azione urbana di sensibilizzazione davanti al Colosseo, a Roma, ideata dagli stessi partecipanti, Associazione 21 luglio e il Centro Europeo per i Diritti dei Rom (ERRC) aprono le iscrizioni alla seconda edizione del Corso e invitano tutti gli interessati a presentare la propria candidatura.
Il Corso di formazione per attivisti rom e sinti, finanziato con l’otto per mille della Chiesa valdese, è rivolto a giovani rom e sinti, studenti o attivisti, di tutta Italia. Il Corso rappresenta un’eccellente occasione di scambio, confronto di idee ed esperienze, spunti di dibattito e di azione per i partecipanti.
Il Corso avrà una durata complessiva di 56 ore, suddivise in lezioni frontali che forniranno ai partecipanti le nozioni base, e in laboratori, dove i concetti teorici verranno messi in pratica. Il programma comprenderà i seguenti argomenti:
1) I diritti umani: concetto, principi e strumenti;
2) La discriminazione;
3) La comunicazione: strumenti utili per gli attivisti;
4) L’attivismo: organizzare e coinvolgere la comunità;
5) Il campaigning: ideare e attuare una campagna per ottenere un cambiamento;
6) L’ advocacy: strategie di pressione sulle autorità a livello locale, nazionale e internazionale;
7) La creazione di una organizzazione/associazione rom;
8) Il diritto a un alloggio adeguato;
9) Il genere.
Lo scopo principale del Corso è la formazione di giovani rom e sinti che siano attivi e consapevoli, e che possano utilizzare gli strumenti e i meccanismi nazionali, regionali e internazionali per tutelare i loro diritti umani come singoli e quelli delle loro comunità, e lottare contro ogni forma di discriminazione.
Nel mese di settembre 2014 i candidati selezionati parteciperanno a un primo incontro di formazione, dove verrà verificata la loro motivazione e verrà fatta un’ulteriore selezione. Tra i partecipanti a questo incontro verranno selezionati 12 corsisti che proseguiranno il percorso formativo.
Gli incontri formativi in totale saranno 4, strutturati su due giornate (un weekend al mese), da settembre a dicembre 2014 e si terranno tutti a Roma.
I costi di viaggio, vitto e alloggio per i 12 corsisti selezionati sono totalmente a carico degli organizzatori.
Al termine del corso, i partecipanti riceveranno un attestato di partecipazione e i più meritevoli avranno la possibilità di svolgere un tirocinio retribuito della durata di 3 mesi presso la sede dell’Associazione 21 luglio a Roma. I restanti verranno assistiti e supportati nella ricerca e nella candidatura per altre posizioni di stage presso organizzazioni e/o enti.
Obiettivi del Corso
Il Corso di formazione per attivisti rom e sinti fa parte del programma dell’Associazione 21 luglio e dell’ERRC per sostenere e promuovere la cittadinanza attiva all’interno delle comunità rom e sinte in Italia. Gli obiettivi primari del corso sono:
• creare consapevolezza nei giovani rom e sinti riguardo i loro diritti come individui e come parte di una minoranza;
• sviluppare le loro conoscenze sugli strumenti di protezione e promozione dei diritti umani e di lotta contro la discriminazione a livello nazionale (legislazione nazionale), regionale (Trattati Europei, altri meccanismi del Consiglio d’Europa e dell’Unione Europea) e internazionale (Trattati e meccanismi delle Nazioni Unite);
• rafforzare le capacità di monitoraggio, denuncia e difesa contro le violazioni dei diritti umani al fine di essere in grado di reagire immediatamente in caso di violazioni dei diritti umani delle comunità rom e sinte;
• aumentare le abilità di mettere in pratica i concetti appresi all’interno delle organizzazioni e delle comunità;
• promuovere una rete di giovani attivisti rom e sinti in Italia che possa agire attivamente all’interno delle comunità e nei rapporti tra queste e l’esterno, sia tramite il rafforzamento dei legami con la società civile e con le organizzazioni rom/non rom, sia attraverso la creazione di azioni che coinvolgano le comunità nella lotta per i loro diritti.
Requisiti
I candidati dovranno:
• possedere una buona conoscenza della lingua italiana orale e scritta (il corso prevede la lettura di documenti e materiale didattico);
• avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni;
• possedere almeno un diploma di scuola media;
• dimostrare di essere individui attivi all’interno delle rispettive comunità;
• essere molto motivati e interessati alle tematiche trattate.
Si consiglia vivamente anche ai candidati che non dovessero soddisfare uno dei requisiti relativi all’età e alla formazione scolastica, ma che fossero molto motivati, di inoltrare la domanda di iscrizione. La loro domanda verrà comunque accettata con riserva e valutata attentamente dal comitato selezionatore.
L’Associazione 21 luglio e l’ERRC attribuiscono particolare valore e importanza alle candidature provenienti da membri delle comunità rom e sinte in Italia, in particolare ragazze e donne.
Procedura per la presentazione delle domande
I candidati dovranno presentare quanto segue per poter partecipare al Corso:
1. Modulo di iscrizione compilato - Clicca QUI;
2. Curriculum Vitae (MAX 2 Pagg);
3. Lettera di presentazione da parte di un insegnante, professore, presidente o esponente di un’organizzazione, datore di lavoro o leader religioso che sia a conoscenza del lavoro del candidato e del suo impegno nel campo dei diritti di rom e sinti. La lettera dovrà spiegare la natura della relazione con il candidato, la durata della conoscenza reciproca ed evidenziare i principali motivi che rendono il candidato adatto a partecipare al Corso di formazione per attivisti rom e sinti.
Tutte le domande di iscrizione, corredate della documentazione di supporto completa, dovranno essere presentate tassativamente entro il 31 agosto 2014. Si invitano cordialmente i candidati a presentare le proprie domande di partecipazione prima di tale scadenza.
Le domande di iscrizione complete dovranno essere inviate per e-mail, come allegato, all’indirizzo attivismo@21luglio.org con oggetto: Corso di formazione attivisti rom/sinti – Nome Cognome. Oppure consegnate a mano, dopo aver contattato l’Associazione 21 luglio al numero 329 7922222, entro le ore 12 del 31 agosto 2014.
Le domande di iscrizione incomplete o pervenute in ritardo NON verranno prese in considerazione.
A causa dell’alto numero di candidature normalmente riscontrate, ci scusiamo di non potere fornire una risposta individuale a tutti. Qualora non si fosse contattati nell’arco di due settimane successive alla data indicata per il termine del bando, si prega di considerare ciò quale riscontro non positivo alla candidatura stessa. Si assicura infine il rispetto del trattamento dati sensibili a norma del Decreto Legislativo 196/2003.
martedì 24 giugno 2014
Segregare,concentrare,allontanare
“ Rom
e Sinti si trovano ai margini della società” ha affermato Papa
Francesco, lo scorso 5 giugno in occasione di un incontro con i
propomotori episcopali e i direttori nazionali della pastorale per i
Rom. Ed è la prima volta che che un pontefice individua nella
mancanza di alloggio una delle cause principali dello stato di
discriminazione e di segregazione in cui vivono le comunità Rom e
Sinte in Italia: il Papa ha anche sollecitato le istituzioni locali e
nazionali ad impegnarsi nel processo di inclusione di ali comuità
nel tessuto sociale. Ma, alla luce dell'ultimo rapporto silato
dall'Associazione 21 luglio,
la strada è ancora lunga.
Il
rapporto si intitola “Campi nomadi s.p.a.” (www.21luglio.org)
e in esso si individua un vero e proprio sistema, quello dei “campi”
nel quale operano 35 enti, pubblici e privati, con l'impego di oltre
400 persone. Enti e personale che usufruiscono dei finanziamenti
comunali per gestire, soltanto a Roma, otto “villaggi della
solidarietà” che di solidale hanno ben poco.
Le
comunità rom e sinte sono vittime di sgomberi continui (con le
relative conseguenze di cui abbiamo parlato in un precedente
articolo) oppure fruitori di un sistema abitativo disagiato e
parallelo, riservato loro solo su una base etnica; l'Amminsitrazione
di Roma Capitale che eroga finanziamenti pari a 16 milioni di euro; e
poi il terzo settore riceve i contributi per erogare alcuni servizi
di base all'interno degli insediamenti.
Questo
vero e proprio “sistema s.p.a.” comporta una continua violazione
dei diritti umani, ma anche un notevole dispendio economico per lo
Stato che, come si legge nelle conclusioni del rapporto scritte dal
Presidente dell'Associazione 21 luglio, Carlo Stasolla, finisce per
alimentare tre tipi di miseria:
- la
misera assistenza dei “campi nomadi”, alla quale ci si abitua e
per la qale negli anni, che la subisce ne risulta assuefatto
- la
miseria di forme contrattuali e compensi attribuiti agli operatori
sociali che lavorano nei “campi nomadi” ai quali, in tempi di
crisi, è difficile se non impossibile rinunciare
- la
miseria morale di quei rappresentanti istituzionali che negli ultimi
anni hanno costruito la propria fortuna politica giustificando, in
nome dell”emergenza nomadi”, un così alto dispendio economico a
discapito della promozione di reali percorsi di inclusione sociale.
Nel rapporto viene proposta un'alternativa possibile ai “campi”: un progetto di autorecupero che darebbe alloggio a 22 famiglie tra cui: una rom, una di rifugiati, una di immigrati e altre di italiani poveri. Un progetto, codificato dalla Legge Regionale n. 55 del 1998, che partirebbe dall'individuazione di un edificio dismesso tra i numerosi sparsi sul territorio. Non solo nell'area di Roma, ma questa potrebbe essere un'iniziativa valida per tutta l'Italia con la speranza di iniziare a superare l'ostilità o il disprezzo nei confronti delle popolazioni rom e sinte.
martedì 8 aprile 2014
43ma Giornata Internazionale dei Rom e dei Sinti
La
sentenza del Consiglio di Stato del novembre 2011 aveva dichiarato
illegittima la cosiddetta “emergenza nomadi”, in vigore dal
maggio 2008. L'attuazione delle misure emergenziali, infatti, era
iniziata con un censimento delle comunità rom e sinte negli
insediamenti formali e informali di diverse città italiane, un
censimento che aveva assunto le fattezze di una schedatura su base
etnica.
Come
evidenziato da molte organizzazioni internazionali e dalle ONG
(Amnesty International, tra le tante) l'”emergenza nomadi” in
vigore nel periodo 2008-2012 ha aggravato la discriminazione delle
comunità rom e sinte perchè si è continuato a concentrare queste
comunità in spazi chiusi e spesso caratterizzati da condizioni di
vita incompatibili con gli standard internazionali sul diritto ad un
alloggio adeguato e con il godimento effettivo di altri diritti di
base, quali: il diritto alla salute, all'istruzione e al gioco, nel
caso dei minori.
Nel
rapporto stilato dall'Associazione 21 luglio vengono descritte le
condizioni di vita dei bambini e dei giovani - e delle loro famiglie
– all'interno degli insediamenti formali e informali, utilizzando
come fonte di rifermento ad esempio La Convenzione dei Diritti
dell'Infanzia e dell'Adolescenza e la Carta Sociale Europea
(riveduta).
Secondo
l'indagine, le soluzioni abitative proposte ai rom e ai sinti si
basano su un presupposto erroneo, ovvero che ci si stia rivolgendo a
popolazioni nomadi: questo comporta che gli alloggi siano ubicati in
spazi isolati e sovraffollati, che non offrono nessuna seria
prospettiva di inclusione sociale e in cui le persone vivono in una
situazione di segregazione. A questo si aggiungono gli sgomberi
forzati che consistono nella rimozione degli individui dalle loro
abitazioni contro la loro volontà, senza il rispetto di garanzie
come, ad esempio, la predisposizione di alloggi alternativi e un
giusto preavviso.
Questa
precarietà abitativa comporta ripercussioni gravi sullo stato di
salute dei rom e dei sinti e sui diritti dei minori. La collocazione
degli insediamenti in aree insalubri e spesso lontane dai servizi
sanitari espone le persone che vi abitano a situazioni nocive per la
loro salute, situazioni causate anche dalla mancanza di servizi
igienici, impianti fognari, connessione all'acqua potabile e
all'elettricità. Le patologie più frequenti, soprattutto nei più
giovani, sono denominate “patologie da ghetto” e sono: malattie
infettive, patologie da stress, disturbi del sonno. Per quanto
riguarda il tema della salute, inoltre, è emersa anche la difficoltà
di accesso al Servizio Sanitario Nazionale legata alla mancanza della
residenza anagrafica e ai motivi economici e questo comporta
l'impossibilità, per i bambini rom e sinti, di usufruire delle cure
necessarie in caso di malattia.
Altro
argomento importante, preso in esame nel rapporto, riguarda il
diritto all'istruzione. L' istruzione costituisce un diritto
fondamentale anche in relazione ad altri, primo fra tutti il diritto
al lavoro. Il rapporto ha evidenziato che l'abbandono scolastico e la
discontinuità scolastica sono frequenti in tutte le città italiane
e le ragioni sono molteplici: la condizione di precarietà abitativa
che costringe le famiglie a spostarsi da un'area all'altra, ma anche
l'esistenza di stereotipi e pregiudizi negativi radicati
nell'immaginario collettivo.
Anche
il diritto al gioco è importante: l'esiguità degli spazi vitali
nelle unità abitative rende molto difficile le attività di gioco al
chiuso. I bambini e i ragazzi, quindi, si ritrovano a svolgere le
attività ludiche all'aperto e, come detto, spesso in zone insalubri
e insicure. E questo impedisce la possibilità di svolgere attività
ricreative, artistiche e culturali, utili allo sviluppo educativo,
cognitivo e relazionale dei minori.
L'ultima
parte del libro bianco prende in considerazione un altro aspetto
delicato: il diritto alla famiglia e, in particolare, il diritto di
non essere separati dai propri genitori se non nel caso in cui
l'autorità competente decida che sia strettamente necessario
nell'esclusivo interesse del minore. Secondo la normativa
internazionale, infatti, la separazione dei figli dai propri genitori
(e la loro collocazione in strutture socio-sanitarie assistenziali o
in altri nuclei familiari) dovrebbe costituire un rimedio estremo e
non dovrebbe essere deciso solamente in base alle condizioni
socio-economiche dei genitori. Invece, il trend inquietante che
emerge dalla ricerca è che in Italia i minori rom sono dichiarati
adottabili molto più spesso rispetto ai loro coetanei non rom:
questo per il pregiudizio, ancora diffuso, secondo il quale i rom, in
quanto tali, sarebbero incapaci di prendersi cura dei propri figli.
Ma solo la conoscenza diretta e approfondita di persone, popoli e
culture può scardinare, almeno in parte, stereotipi e pregiudizi. E
tutte le indagini e le attività culturali che vanno in questa
direzione possono essere d'aiuto.
sabato 5 aprile 2014
Iniziativa a Roma: antidiscriminazione verso Rom e Sinti
Unar, Arci Solidarietà e Campagna Romaidentity per la 43° Giornata mondiale dei Rom e dei Sinti a Roma
Lezioni,
incontri e concerti contro le discriminazioni
8
Aprile 2014
14.30
- Teatro della Scuola IC Messina – Via Giuseppe Messina, 49 (Metro
Cinecittà)
16.30
- Campidoglio presso la Sala della Piccola Protomoteca
20.30
- CAE - Città dell’AltraEconomia - Largo Dino Frisullo (Testaccio)
La
giornata di sensibilizzazione è organizzata in collaborazione a:
Romaonlus, Coop Ermes, Federarte Rom
Lezioni,
incontri e concerti contro le discriminazioni: Sono le attività
organizzate da Unar in collaborazione con la Campagna
"Romaidentity - Il mio nome e' Rom", Arci Solidarietà e le
associazioni Romaonlus, Coop. Ermes e Federarte Rom, per
la 43° Giornata mondiale dei Rom e dei Sinti a Roma.
L'8
aprile si celebra in tutto il mondo la giornata internazionale dei
Rom e dei Sinti, istituita in ricordo dell'8 aprile del 1971, quando
a Londra si riunì il primo Congresso internazionale del popolo Rom e
si costituì la Romani Union, la prima associazione mondiale dei Rom
riconosciuta dall'ONU nel 1979. L'Ufficio Nazionale Anti-
discriminazioni Razziali del Dipartimento per le Pari Opportunità
della Presidenza del Consiglio dei Ministri (Unar) in
collaborazione con il mondo dell'associazionismo e con i Rom stessi,
vuole commemorare questa data promuovendo una maggiore conoscenza
della cultura rom e sinta in Italia e delle problematiche di
esclusione e discriminazione che limitano la loro integrazione. Varie
iniziative si svolgeranno nell'arco della giornata all'interno della
città di Roma per favorire la conoscenza e il confronto tra Rom e
non Rom.
Lezioni
nelle scuole - Si parte alle ore 14.30 presso il Teatro della
Scuola IC Messina – Via Giuseppe Messina, 49 (Metro Cinecittà). Il
Dirigente Scolastico, insieme alle associazioni Romà Onlus e
FederArteRom, racconta i successi raggiunti in questi ultimi anni a
favore dell'integrazione e della scolarizzazione di giovani studenti
rom.
Incontri -
Si prosegue alle ore 16.30 con la celebrazione ufficiale della
Giornata in Campidoglio presso la Sala della Piccola Protomoteca.
Alla presenza di esponenti e consiglieri della Giunta Regionale e
Comunale, con l'apertura dei lavori da parte dell'Assessore alle
Politiche Sociali del Comune di Roma Rita Cutini e del Direttore
Generale dell'UNAR Marco De Giorgi, sono previsti gli interventi di
Santino Spinelli (FederArte Rom), Valerio Tursi (presidente Arci
solidarietà onlus), Natascia Palmieri (Campagna “Conflicts, Mass
media and Rights”), Salvo Di Maggio (ERMES Cooperativa Sociale
Onlus), Mirko Grga (insediamento Rom di via Salviati), Ion Bambalau
(rappresentante comunità Rom Via Candoni), Graziano Halilovic (Ass.
Romà onlus). Durante la tavola rotonda l'artista e cantautore
Alexian Santino Spinelli eseguirà alcuni brani del repertorio Rom.
E' prevista la partecipazione di numerose associazioni impegnate
nell'integrazione delle comunità Rom in Europa. Modera l'incontro
Pietro Vulpiani (Unar).
Concerti-
I festeggiamenti si protrarranno alle ore 20.30, presso gli spazi del
CAE - Città dell'AltraEconomia - Largo Dino Frisullo, - con uno
concerto/spettacolo di musica e parola che rievoca le vicende del
popolo Rom fino a giungere al Congresso Mondiale del 1971 e ai giorni
d'oggi. Sul palco si alterneranno l'Alexian Santino Spinelli Group,
Gypsyliana - Officina Nomade, Marian Serban, Albert Florian Mihai,
Ion Stanescu, Isak Tanasache, Marius e Antonio Honciu, Adriano Bono e
Reggae Circus
Ufficio
Stampa
Ludovica Jona – l.jona@ongrc.org – 338 8786870
Rossella Barrucci - rossellabarrucci@gmail.com
– 342 0777138
www.romaidentity.org
https://www.facebook.com/ILMIONOMEEROM?ref=hl
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venerdì 17 gennaio 2014
Per l'inclusione di Rom, Sinti e Caminanti
Dijana Pavlovic - ROMED2-ROMACT National Project Officer e Associazione UPRE ROMA presentano la seguente iniziativa che per noi è importante e alla quale vi invitiamo a partecipare.
Il Consiglio d'Europa e la Commissione europea lanciano in 12 Paesi della Comunità europea due programmi della durata di due anni - ROMED2 e ROMACT - volti a promuovere l'inclusione dei Rom e dei Sinti a livello locale.
L'Italia è uno di questi Paesi e le città coinvolte sono Milano, Napoli, Bari, Roma, Torino e Pavia. Il programma ROMED2 si concentrerà sulla governance democratica e la partecipazione delle comunità attraverso la mediazione. il programma ROMACT si concentrerà sull'impegno locale a livello della pubblica amministrazione per lo sviluppo delle politiche pubbliche e per una migliore comprensione delle problematiche rom e sinte. ROMACT viene attuato dal Consiglio d'Europa anche nel quadro dell'Alleanza europea delle città e Regioni per l'inclusione di Rom e Sinti.
La presentazione e il lancio dei due programmi per l'Italia avverranno il 18 gennaio 2014 a Milano da parte del Consiglio d'Europa e della Commissione europea con il patrocinio del Comune di Milano e saranno preceduti da un concerto di benvenuto la sera del 17 gennaio.
IL PROGRAMMA
18 GENNAIO 2014
PALAZZO REALE - SALA CONFERENZE - PIAZZA DUOMO, 14 - MI
Ore 9: Registrazione - Welcome coffee
Ore 10: Inizio sessione
Giuliano Pisapia, Sindaco di Milano
Relatori - Impegni e prospettive
Gabriella Battaini-Dragoni, vicesegretaria generale del Consiglio d'Europa
Cècile Kyenge, Ministro per l'Integrazione
Maria Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali
John Warmisham, vicepresidente del Congresso delle autorità locali del Consiglio d'Europa
Luigi Manconi, presidente della Commissione per i Diritti Umani del Senato
Zeliko Jovanovic, direttore delle iniziative per i Rom dell'Open Society Foundations
Modera: Dijana Pavlovic, responsabile nazionale per ROMED2 e ROMACT
Ore 11: Coffee break - Conferenza stampa
Ore 11.30: Presentazione dei programmi ROMED2 e ROMACT
Joeoren Schokkenbroek, rappresentante speciale del segretario generale per la questione rom del Consiglio d'Europa
ROMED e ROMACT nel contesto della Strategia nazionale per l'inclusione di Rom, Sinti e Caminanti
Marco De Giorgi, direttore UNAR
Riccardo Compagnucci, prefetto e vicecapo dipartimento Ministero dell'Interno
Modera: Aurora Alincai, coordinatrice dei programmi ROMED2 e ROMACT
Ore 11.50: Amministrazioni pilota e comunità locali: impegni e attese
Alessandro Cattaneo, sindaco di Pavia
Giorgio Bezzecchi, mediatore, Consulta Rom e Sinti di Milano
Rita Cutini, assessore alle Politiche sociali Comune di Roma
Vojcan Stojanovic, mediatore, presidente Federazione Romanì
Luigi De Magistris, sindaco di Napoli
Elide Tisi, vicesindaco, assessore alle politiche sociali Comune di Torino
Radames Gabrielli, mediazione, Federazione Rom e Sinti insieme
Michele Emiliano, sindaco di Bari
Modera: Emma Toledano-Laredo, capo unità Inclusione sociale e riduzione della povertà della Commissione europea
CHIUSURA LAVORI
Jeroen Shokkenbroek
Giuliano Pisapia
Ore 13.15: LUNCH
17 GENNAIO, ore 20.30
AUDITORIUM SAN FEDELE; Via Hoepli, 3b, Milano
CONCERTO DI BENVENUTO di MUSICA ROM
con
NOVA KING, RAP DI NOVARA
MCK REVOLUTION, BEATBOXING DEI KHORAKHANE'
EDUARD ION e IL SUO GRUPPO, VIOLINO, FISARMONICA e CIMBALOM
MAESTRO GEORGE MOLDOVEANU, VIOLINO
MUZIKANTI DI BAL VAL, DEL MAESTRO JOVICA JOVIC
NEMA PROBLEMA, ORCHESTRA E FIATI
Conduce: TONI ZINGARO, attore
Ingresso libero
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