La notte
tra, martedì e mercoledì scorso, è stata ancora una notte di
scontri in Turchia.
I
manifestanti sono per lo più giovani sotto i trent'anni e anche
intellettuali che, in un primo momento, avevano speranto che Erdogan
potesse rappresentare un buon compromesso tra le forze religiose e
conservatrici e quelle laiche e filoccidentali. Ma ora si sono uniti
alle voci del dissenso, soprattutto dopo che il Premier ha ribadito
che il progetto urbanistico di Piazza Taksim - da cui è partita la
rivolta - andrà avanti lo stesso. Linea dura confermata anche dal
sindaco della città di istanbul, Huseyin Avni Mutlu, che ha
affermato: “Continueremo ininterrottamente con le nostre misure,
fino a quando elementi marginali saranno resi inoffensivi”. E le
misure, fino alle tre dell'altra notte, sono state ancora i lanci di
lacrimogeni, mentre, all'alba, i bulldozer hanno portato via i
detriti e scardinato le barricate.Intanto la protesta continua anche
ad Ankara e, come a Istanbul, la polizia ha reagito con lanci di gas
e cannoni ad acqua.
Dall'inizio
di questa situazione, il 31 maggio, si contano quattro persone
decedute, centinaia di feriti e oltre 70 arresti, tra cui
avvocati-attivisti che Erdogan ha definito “vandali” e
“terroristi”.
Ma tutto
questo ancora non è sufficiente. Il Consiglio Supremo della Radio e
della Televisione (Rtuk) turco - un organismo di controllo nominato
dal governo - ha deciso di multare le piccole tv che hanno trasmesso
in diretta le manifestazioni, adducendo come motivazione, il fatto
che: “Hanno danneggiato lo sviluppo fisico, morale e mentale di
bimbi e giovani”.
Come sta
reagendo, q tutto ciò, la comunità internazionale?
Gli
Stati Uniti hanno espresso preoccupazione ed esigono il rispetto
della libertà di espressione, di assemblea e di associazione, oltre
ad di avere una stampa libera ed indipendente.
Il
portavoce del Cancelliere tedesco, Steffen Seibert, ha affermato che:
“Solo il dialogo può servire a calmare la situazione in modo
duraturo”.
In
Italia, il Ministro degli Affari esteri, Emma Bonino, ha sostenuto
che Piazza Taksim non è come Piazza Tahrir, in Egitto, e che il
nostro Paese vuole una Turchia pienamente democratica in Europa. Ha,
inoltre, aggiunto: “ L'adesione della Turchia all'UE può avere un
effetto benefico per il Paese. Nelle piazze e nelle strade si sta
svolgendo un esame di maturità del governo turco” e sottolineato
che, da parte della polizia turca, c'è stata una reazione
sproporzionata alle manifestazioni in Gezi Park.