sabato 8 giugno 2013

La vie d'Adèle vince a Cannes: un'intensa storia d'amore al femminile


Ringrazio la bella gioventù di Francia che ho incontrato durante la lavorazione e che mi ha fatto sentire lo spirito di libertà e la gioia di vivere e ringrazio la gioventù tunisina che ha fatto la sua rivoluzione con la giusta aspirazione di vivere liberamente, pensare liberamente e amare liberamente”: con queste parole il regista Abdellatif Kechiche ha ritirato la Palma D'Oro all'ultima edizione del Festival di Cannes, premio ottenuto per il suo film intitolato La vie d'Adèle.
Kechiche, nato a Tunisi, ma cittadino francese, porta sempre sul grande schermo storie intense e complicate sullo sfondo di una società altrettanto complessa e stratificata: ricordiamo, infatti, Tutta colpa di Voltaire, La schivata, Cous Cous e Venere Nera in cui parla di immigrazione, dell'inclusione, di multiculralismo, andando ad analizzare le radici, le conseguenze e le sfaccettature degli argomenti trattati.
Con il suo ultimo lavoro prende in considerazione, ancora una volta, un tema molto attuale: l'amore omosessuale, declinato al femminile. Con grande sensibilità, ma anche realismo visivo, racconta la storia di Adèle, nell'arco di circa otto anni. Adèle è una quindicenne, liceale, di famiglia operaia; studia, ama leggere e da grande vorrebbe diventare una maestra. Vive la sua prima esperienza sessuale con un coetaneo, Thomas, ma poco dopo prova a dare un bacio ad un'amica che la respinge. Un giorno, la strada di Adèle incrocia quella di Emma, una ragazza più grande, dai capelli blu e che studia all'Accademia di Belle Arti e, da quel momento, Adèle scopre la passione vera, la travolgente bellezza dell'intimità e la pienezza dell'essere se stessi.
Anche ne La vie d'Adèle scorgiamo i tratti tipici dello stile narrativo di Kechiche: usa il teleobiettivo per girare le scene di sesso da lontano e rendere maggiormente la verosomiglianza degli amplessi, espliciti, insistiti, coinvolgenti. Non fa sconti all'immgainazione: riporta i corpi nudi, i movimenti, gli spasimi e i respiri. Perchè il sesso può e deve essere vitale e libero. Come in tutte le storie d'amore forti e profonde ci sono i momenti di rottura, per un tradimento, per qualche incomprensione: e questo accade anche a Emma e ad Adèle che si incontreranno di nuovo, ma ormai non sarà più come prima.
Il presidente, Steven Spielberg, e la giuria della 66ma edizione del Festival hanno sorpreso pubblico e giornalisti conferendo il premio principale non solo al film, ma anche alle due attrici protagoniste, Adele Exarchopoulos e Lea Seydoux, e hanno affermato: “...Come giurati siamo rimasti stregati da queste attrici formidabili, e il fatto che negli Stati Uniti il film potrebbe essere censurato non poteva né doveva diventare un criterio del nostro giudizio”.
Il film è stato premiato in un momento molto particolare: lo stesso giorno in cui, a Parigi, sfilava la manifestazione contro la legge che ha legalizzato i matrimoni di coppie omosessuali, decisione che ha portato al suicidio dello scrittore e attivista di estrema destra, Antoine Lerougetel.
Abdellatif Kechiche ha dichiarato di aver realizzato un film “non militante”, ma l'opera - di coproduzione francese, spagnola e tedesca - è già al centro di un dibattito, almeno culturale.