sabato 1 giugno 2013

“The Desire for Freedom. Arte in Europa dal 1945”: una mostra su diritti e libertà



Si snoda tra le sale di Palazzo Reale, a Milano, ed è ancora possibile visitarla, fino al 2 giugno: si tratta di una mostra, ricca e ben organizzata, dal titolo “The Desire for Fredoom. Arte in Europa dal 1945”.
A cura di Monika Flacke, Henry Meyric Hughes e Ulrike Schmiegelt, realizzata su iniziativa del Consiglio d'Europa e finanziata dalla Commissione europea, l'esposizione presenta più di 200 opere di 94 artisti contemporanei provenienti da 27 diversi Paesi: Albania, Azerbaijan, Austria, Belgio, Bulgaria, Croazia, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Islanda, Italia, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Russia, Serbia, Slovacchia, Spagna, Svizzera, Turchia, Ucraina e Ungheria.
Il progetto nasce con l'obiettivo di superare la concezione di un'Europa del dopoguerra divisa tra due blocchi di potere contrapposti, come durante la Guerra Fredda, assumendo, invece, l'idea che le parti affondino le loro radici comuni nell'illuminismo e che, quindi, possano condividerne gli stessi valori, quali: la libertà, la giustizia e l'uguaglianza.
In particolare, le domande che la mostra sollecita allo spettatore sono: Come viene concepita e difesa, oggi, l'idea di libertà? Cosa significa “libertà” in Europa dopo il 1945?
Il percorso è suddiviso in 12 capitoli tematici. Apre il “Tribunale della ragione” in nome della quale sono stati commessi, nel corso della Storia, le peggiori violazioni dei diritti umani; ispirandosi all'omonima opera di Joseph Beuys, la seconda sezione si intitola “La rivoluzione siamo noi” e si interroga sulle utopie moderne e contemporanee; “Viaggio nel Paese delle meraviglie” racconta la capacità dell'Arte di rovesciare paradigmi e costringe lo spettatore a riflettere sulla propria coscienza storica; in “Terrore e tenebre” si affronta il tema della tortura che, ancora oggi, nega i valori della solidarietà e della fratellanza; si prosegue, poi, con il “Realismo della politica” in cui gli artisti dimostrano quanto spesso la politica non sia capace di risolvere problemi e conflitti all'interno della società civile;
la sezione “Libertà sotto assedio” riprende l'analisi delle violazioni dei diritti umani in nome della sicurezza; in “99 Cent” le opere mettono duramente in discussione il capitalismo e il consumismo; in “Cent'anni” gli artisti sperano in un rinnovato rispetto per l'ambiente e per le risorse che esso ci regala; a questa sezione è collegata la successiva, dal titolo “Mondi di vita” in cui l'abitazione non è solo riparo, ma può diventare anche canale di comunicazione con l'esterno; “L'altro luogo” può essere una scelta nuova di vita, un orizzonte diverso da quello imposto; “Esperienza di sé e del limite” pone lo spettatore di fronte ai quesiti: “Che tipo di persona voglio essere?” e “Quale relazione vorrei impostare con gli altri?”; e, infine, “Il mondo nella testa” conferma il fatto che le nostre scelte e i nostri comportamenti siano determinati, innanzitutto, dal Pensiero.
La struttura del progetto espositivo è circolare, senza linearità cronologica, perchè – in fondo – si tratta di argomenti universali e le riflessioni dovrebbero riguardare tutti, al di là dei confini e delle epoche. Una proposta culturale molto ampia con dipinti, fotografie, video, installazioni che vedono protagonisti artisti di fama internazionale, quali, per citarne alcuni: Christo, Damien Hirst, Lucio Fontana, Yinka Shonibare, Boris Mikhailov, Alberto Giacometti, Jannis Kounellis, Yves Klein. Un mappa geopolitica attraverso l' Arte, uno stimolo per la mente, un buon inizio, per chi fosse interessato a questi argomenti, per continuare ad approfondire anche grazie alle numerose citazioni, notizie e racconti che si possono ascoltare con le audioguide.