84 anni
al servizio degli altri. Don Andrea Gallo è mancato dopo una lunga
malattia, nella sua Genova, nella comunità di San Benedetto al Porto
da lui fondata per dare accoglienza ai poveri e agli ultimi.
Scopre
lavocazione a vent'anni e inizia il noviziato con i salesiani,
proseguendo gli studi di Filosofia. Nel 1953 parte in missione per il
Brasile, ma la dittatura lo costringe a far ritorno in Italia dove
viene nominato cappellano alla nave scuola della Garaventa e, nel
riformatorio per minorenni, utilizza un metodo educativo simile a
quello di Don Milani, basato sulla fiducia e sulla libertà. Dal 1964
al 1970 entra nella diocesi genovese, presso la chiesa del Carmine: è
un periodo storico, politico, sociale tumultuoso e le sue liturgie
danno fastidio alla Curia in quanto vengono considerate “comuniste”
e non abbastanza “cristiane”. Don Gallo resiste per alcuni anni,
ma poi si rende conto di dover continuare la sua battaglia altrove.
Nel '75 si trasferisce nella comunità di San Benedetto al Porto che,
nel 1983, diventa un'associazione in difesa dei diritti umani e
civili.
Da
allora Don Gallo scrive molti libri e presenzia a molte
manifestazioni a favore dei disoccupati, degli immigrati, degli
omosessuali.
Sigaro
tra le labbra, quelle labbra che pronunciavano parole di fuoco:
questo era Don Gallo. Un sacerdote indomito, sempre dalla parte
dell'onestà e della giustizia. Senza false ipocrisie.