Il
festival del cinema africano, d'Asia e America latina, giunto alla
sua ventitreesima edizione, si sposta nel mese di maggio, dal 4 al
10, sempre a Milano.
Si
rinnova l'appuntamento con una manifestazione ricca di proposte
cinematografiche e di iniziative culturali e artistiche che vogliono
continuare a far conoscere le culture del sud del mondo e riflettere
sui temi di attualità.
I film
del concorso lungometraggi “Finestre sul mondo” sono tutti in
prima nazionale e, tra i titoli più attesi, si segnala With
you, without you per
la regia di uno dei più importanti registi asiatici emergenti,
Prasanna Vithanage: un film dello Sri Lanka che punta i riflettori
sul conflitto, poco conosciuto al grande pubblico, tra cingalesi e
tamil. Per il concorso documentari c'è grande attesa per l'ultimo
lavoro di Raoul Peck che con Assistance
mortelle lancia
un forte atto d'accusa contro il business degli aiuti umanitari agli
abitanti di Haiti; e c'è grande curiosità anche per il film
dell'autore iraniano Moshen Makhmalbaf che, con una regia a quattro
mani, insieme al figlio, indaga i principi della religione Bahà'ì,
riflettendo sul ruolo e sul potere delle confessioni spirituali. Dal
concorso per il Miglior film africano, l'attenzione è rivolta al
lungometraggio di Nouri Bouzid che torna a parlare della gioventù
tunisina, sullo sfondo della rivoluzione, in Beautés
cachées.
Il
festival ripropone, come per gli ultimi anni, la competizione dei
cortometraggi africani e il concorso Extr'A, dedicato alle opere di
cineasti italiani che si confrontano con culture altre e con il tema
delle migrazioni per arricchire, poi, il programma anche con la
sezione più “leggera” intitolata “E tutti ridono...le più
divertenti commedie da Africa, Asia e America latina”.
Segnaliamo
le proiezioni rivolte agli studenti delle scuole secondarie di primo
e secondo grado che si terranno il 7-8-9 maggio presso l'Auditorium
San Fedele e, tra queste, ricordiamo, ad esempio, il film The
orange suit di
Dariush Mehrjui che narra la storia di Hamed Aban, fotografo
professionista, che - imbattutosi in un libro sul Feng Shui - diventa
ossessionato dalla pulizia dell'ambiente; finisce per diventare
spazzino della sua città tanto da meritare il titolo di “laureato
in arancione”, per il colore della divisa da lavoro. La sua
crescente notorietà inasprisce i rapporti con la moglie, dottoranda
universitaria, avviando un'amara battaglia per la tutela del figlio.
E ancora: 7 Cajas
(Sette casse) di
Juan Carlos Maneglia e Tana Schémbori, dal Paraguay. E' la storia di
Vctor, uno dei tanti facchini del mercato di Asuncìon che trasporta
le merci con una carriola di legno; Ma Victor sogna di diventare una
star della televisione e di possedere un cellulare con la
fotocamera...
La
manifestazione proseguirà con gli incontri e le mostre del Festival
Center che propone, tra le altre iniziative, un mix di lavori di
artisti e cittadini comuni siriani che raccontano la società civile
e la sua resistenza. L'esposizione, curata da Donatella Della Ratta,
si intitola “Creative Syria” e sarà inaugurata il 4 maggio alle
ore 12.30 presso la Casa del pane (casello Ovest, Porta Venezia,
Milano).
Continueremo
a seguire con attenzione il Festival del cinema africano, d'Asia e
America latina con recensioni dei film, approfondimenti e interventi
di ospiti.