sabato 18 maggio 2013

Uno sguardo sull'apartheid: le fotografie di Pino Ninfa

Dal 2 al 15 maggio è stata allestita, nel foyer dello Spazio Oberdan a Milano, la mostra Round about township del fotografo Pino Ninfa, promossa dalla Provincia. Luoghi storici e periferie urbane delle due grandi città del Sudafrica: Città del Capo e Johannesburg. Qui esiste ancora l'apartheid, ma si possono trovare anche segni di grande solidarietà e di dignità profonda.
Pino Ninfa ha tenuto anche un workshop con i ragazzi che vivono nelle township e le immagini sono state raccolte in pannelli che hanno arricchito l'esposizione milanese.


Riportamo le parole del fotografo e alcune sue immagini

 
 In che forme è ancora presente l'apartheid in Sudafrica?

L’apatheid è presente in molte forme.
In quelle zone bianche del Sudafrica che non hanno accettato la fine dell’apartheid e anche una apartheid al contrario dove i neri, che hanno una posizione di un certo rilievo (nella polizia per esempio), la esercitano con una certa discriminazione verso i bianchi.
Io ho vissuto un esperienza di questo genere: sono stato fermato con tentativo di arresto solo perchè fotografavo un cartello in prossimità di una stazione.
Non c'era nessun divieto,ma anche se vi fosse stato i modi e i metodo usati erano quelli di chi vuol fare pagare a qualcuno per i torti subiti in passato o per il colore della pelle.Per fortuna non tutti la pensano così.


Com'è stata la sua esperienza con i ragazzi che vivono nelle township? Ci può raccontare la storia di qualcuno di loro?

Nascono tutti in condizioni di estrema povertà.
Cercano di fare tanti piccoli lavoretti per vivere, un po' come dappertutto: scaricano, portano in giro volantini, e in rari casi, fanno i commessi. Pochi vanno a scuola.
Edward, però, che ha frequentato il corso che ho tenuto con loro, ha cercato col tempo di di mettere via i soldi per acquistare una macchina fotografica e per cercare di realizzare il suo sogno: quello di diventare fotografo. Adesso inizia a girare e a proporsi.

Quali interventi sarebbero necessari per migliorare le condizioni della loro vita?

Innanzitutto una ridistribuzione delle ricchezze.
Inoltre, bisogna avere senso civile per dare un aiuto concreto, cercando di capire bene con chi si ha che fare (le persone da aiutare),studiandone le abitudini, i bisogni, e i motivi della loro emarginazione.
Di solito le township sono abitate da persone che arrivano da fuori, senza reddito,senza nulla,quindi per migliorare le loro condizioni di vita basta qualsiasi cosa, a cominciare dalle priorità: il cibo e il lavoro. Bisogna, in questo caso, anche insegnare loro il modo di potersi proporre quando si va alla ricerca di lavoro o si vuole mostrare la propria competenza.

La fotografia, oggi, riesce a coniugare l'aspetto poetico con la documentazione della realtà?

Secondo me sì. Per quanto mi riguarda una fotografia che non riesce a toccare anche i ritmi del cuore e della poesia, manca di una parte importante.
Documentare la realtà è anche raccontarla e un racconto senza poesia molto spesso perde subito di interesse.

Quanto, il suo lavoro, è ispirato all'arte pittorica?

Sono un appassionato di arte in genere. La pittura per me è stato uno strumento importante per avvicinarmi in profondità alle cose della vita. Che sia la luce, il ritratto,la forma in genere. Con l’arte si incontra spesso il lato nascosto delle cose e lo si esplora.
La pittura mi ha fornito questa possibilità.