Più di
20.000 studenti, di 800 scuole, di 13 Paesi europei sono saliti,
ieri, sulle Navi della legalità, dai porti di Civitavecchia e di
Napoli: sono giunti a Pelrmo per commemorare il XXI anniversario
delle stragi di Capaci e via D'Amelio, che cade il 23 maggio, in cui
morirono i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, Francesca
Morvillo, le donne e gli uomini delle loro scorte.
“Le
navi della legalità” è il progetto di educazione alla Legalità
promosso dal Miur e dalla Fondazione “Giovanni e Francesca
Falcone”: Le nuove rotte
dell'impegno. Geografia e legalità, questo
il titolo scelto per il tema di quest'anno. I
ragazzi hanno partecipato ad un concorso nazionale e, oggi,
partecipano alla cerimonia istituzionale che si svolgerà, come di
consueto, nell'Aula Bunker del carcere Ucciardone di Palermo.
Durante
il viaggio sulle navi gli studenti, e i docenti accompagnatori, hanno
potuto confrontarsi con importanti figure delle associazioni
antimafia e dello Stato. La nave salpata da Civitavecchia ha ospitato
il Presidente del Senato, Piero Grasso, il Ministro dell'Istruzione,
Maria Chiara Carrozza, il presidente Rai, Anna Maria Tarantola e il
Prof. Nando Dalla Chiesa. Sulla nave salpata da Napoli sono
intervenuti: il sottosegretario all'Istruzione, Marco Rossi Doria, il
Presidente di Libera, don Luigi Ciotti, il Commissario Straordinario
Antiracket, Giancarlo Trevisone e l'imprenditore - e testimone di
giustizia - Pino Masciari.
Al
termine della giornata di commemorazione, tutti i partecipanti si
raduneranno di fronte all'Albero Falcone, simbolo universale di
Legalità, diventato bene culturale tutelato dalla Regione Sicilia e
dallo Stato italiano.
Giovanni
Falcone: un eroe solo. Il tuo lavoro, il nostro presente. I tuoi
sogni, il nostro futuro.
Di Maria
Falcone e Francesca Barra. Rizzoli
“Sono
nato nello stesso quartiere di olti di loro. Conosco a fondo l'anima
siciliana. Da un'inflessione di voce, da una strizzatina d'occhi
capisco molto di più che da lunghi discorsi”. Queste sono le
parole di Giovanni Falcone, riferendosi agli uomini d'onore, che la
sorella, Maria Falcone, riporta nei suoi ricordi del fratello. Del
grande magistrato ricorda anche la sua passione per piccole papere
che collezionava e comprava in giro per il mondo.
Un
ritratto inedito e rigoroso di Falcone, quello che emerge nel libro
“Giovanni Falcone: un eroe solo. Il tuo lavoro, il nostro presente.
I tuoi sogni, il nostro futuro”, scritto a quattro mani da Maria
Falcone e dalla giornalista Francesca Barra, edito da Rizzoli.
Perchè
un eroe solo? Perchè il magistrato, durante la sua carriera, è
stato attaccato da tanti per la sua coerenza; perchè molti
detrattori hanno criticato il suo metodo investigativo e le tecniche
di coordinamento da lui approntate per portare avanti la lotta alla
criminalità organizzata; perchè la verità è scomoda, ancora oggi.
Dopo il mancato tettanato nei suoi confronti all'Addaura, lo stesso
Falcone disse: “ Questo è il Paese felice in cui, se ti si pone
una bomba sotto casa, e la bomba per fortuna non esplode, la colpa è
tua che non l'hai fatta esplodere”.
Ecco
perchè Maria Falcone e Francesca Barra hanno ritenuto importante
ricordare i momenti salienti della vita del magistrato, la sua
avventura umana e professionale: per lasciare alle nuove generazioni
l'eredità vera e profonda di un Uomo che, nonostante tutto, ha
sempre avuto un amore profondo per lo Stato, un forte senso della
Patria, un grande rispetto per la giustizia e per l'autorità. Ed è
fondamentale che le genrazioni future (ma non solo) si confrontino
ancora con modelli positivi, divenuti “eroi” loro malgrado.
Il
volume è arricchito dagli interventi di Leonardo Guarnotta, che ha
scritto la premessa, di Loris D'ambrosio e da Sergio Lari, autore
della postfazione.