Picchetti,
scioperi, blocchi, manifestazioni: per chiedere lavoro, per chiedere
tutela.
Questa è
l'Italia, oggi.
Un
esempio per tutti: i centri logistici intorno a Milano sono in
tumulto; Ikea, Esselunga, la società di spedizioni TNT, Coop sono
solo alcune aziende in cui i lavoratori si stanno battendo per vedere
affermati i propri diritti.
Come
riporta Antonello Mangano nella sua inchiesta per Terrelibere.org
intitolata “Cosa succede dentro Ikea? La denuncia dei lavoratori
migranti”, del 27 marzo scorso (ma la protesta in alcuni poli
dell'azienda svedese e in altre è ancora in corso), una delle più
imponenti manifestazioni, da parte dei lavoratori, è stata
organizzata anche a Piacenza, dove è situato il grande magazzino
Ikea che serve i mercati di Svizzera, Italia e Mediterraneo
orientale. Qui lavorano persone che vengono dall'Egitto, dal Pakistan
e dall'Albania, ma non sono assunti direttamente: il loro operato è
in subappalto ed è gestito da cooperative che, cambiando
continuamente nome, riescono ad evadere il pagamento dei contributi
pensionistici. Ma non è soltanto un problema di pensione: i
lavoratori denunciano di essere sottopagati (7,90 euro lordi), di
lavorare in condizioni ambientali inaccettabili, di essere sottoposti
a turni massacranti. E non mancano episodi di venato razzismo.
Mohamed
Arafat, leader degli scioperi alla TNT, ha affermato: “Noi siamo
stranieri di passaggio, ma lottiamo anche per gli italiani” e gli
immigrati - che come gli italiani devono mantenere le famiglie,
pagare l'affitto della propria casa, mandare i figli a scuola - hanno
avuto la solidarietà da parte dei centri sociali, da piccoli
sindacati indipendenti, da studenti e attivisti. Il caso TNT è
andato a buon fine come Ikea che ha reintegrato otto lavoratori.
Anche il
Cinema, qualche volta, può testimoniare la realtà. Lo scorso
novembre è stato presentato al Festival di Torino il nuovo lavoro di
Ken Loach, da sempre attento ai diritti civili e, in particolare, al
diritto al lavoro. Il film, dal titolo in italiano La
parte degli angeli, è
ambientato a Glasgow e narra di tre teppisti condannati a svolgere
lavori socialmente utili per avviare un percorso di riscatto, anche
umano. Il genere e lo stile sono quelli propri della commedia, ma -
come spesso accade nel cinema del grande vecchio britannico - si
tratta di una commedia sarcastica e graffiante che fa riflettere
sulla crisi economica (nel passato come nel presente) e sulle
conseguenze che condizionano scelte e comportamenti.
Al
suo arrivo a Torino, Loach è stato accolto da un gruppo di
manifestanti che hanno srotolato uno striscione con scritto:
“Vogliamo il pane, ma anche le rose” , in riferimento ad uno dei
più celebri film del regista Bread
and roses,
a sua volta tratto da una citazione di Rosa Luxenburg. E, da parte
sua, il cineasta ha rifiutato il Premio Gran Torino, perchè: “ I
premi sono importanti, il rispetto del lavoro ancor di più. Mi
dispiace per il festival, ma più che i festival sono importanti le
persone, i lavoratori che hanno un salario da fame. Questo, e
l'esternalizzazione, sono il vero problema”.
Ken
Loach ha incontrato anche alcuni lavoratori precari della cooperativa
Rear, addetti al Museo del Cinema: tra questi Federico Altieri,
licenziato per aver indossato una maglietta con scritto “Adesso
sospendeteci tutti” dopo che aveva visto una collega licenziata
anche lei dopo 11 anni per aver protestato contro condizioni pessime
di lavoro. Loach,a questo proposito, ha affermato: “La mia
generazione, negli anni '60, parlava di crisi del capitalismo e
pensava a una rivoluzione immediata, che poi non c'è stata. Questo
però è il momento giusto: dobbiamo organizzarci perchè stanno
scardinando quegli elementi che rendono una società civile. Nel mio
Paese si toglie il sostegno ai disabili, gli ospedali sono
sovraffollati e in mano a multinazionali, i ragazzi sono costretti a
stare a casa: sono stati distrutti gli standard della vita civile.
Ora serve un modello economico. E' urgente trovarlo”.
Federico
e i suoi colleghi hanno ricordato che guadagnavano 5,16 euro all'ora.
Ken Loach |