lunedì 6 maggio 2013

Aborto in caso di malattia grave: un dibattito sempre aperto


Si chiama Isabel, ha 22 anni ed è gia madre, ma è incinta di un altro figlio. Isabel vive a El Salvador - un piccolo Stato di un milione di persone, in Centro america - ed è molto malata: è affetta da Lupus eritematoso sistemico, una malattia del sistema immunitario, e da insufficienza renale. La gravidanza peggiora le sue condizioni di salute, tanto da mettere in pericolo la sua vita.
I medici, inoltre, sostengono che il figlio che porta in grembo nascerà morto in quanto è anencefalico - ovvero privo di cervello - per cui Isabel avrebbe deciso di abortire. Ma nel suo Paese l'interruzione di gravidanza è severamente vietata e la pena prevista sarebbe di otto anni di detenzione.
L'opinione pubblica di El Salvador è divisa in due: da una parte i rigidi sostenitori della legge e, dall'altra, i cittadini che vorrebbero vedere salva la vita di Isabel.
Il rappresentante dell'Onu a El salvador, Roberto Valent e il Ministro della salute, Marìa Isabel Rodrìguez, appoggiano la disperata richiesta della ragazza, mentre il Vescovo, Josè Luis Escobar, ha affermato che: “Sembra uno stratagemma per conseguire la legalizzazione dell'aborto. Chiedo all'Alta Corte di ricordare che, per la Costituzione, una persona umana è tale dal concepimento”. E Isabel si è rivolta proprio al Tribunale Supremo che sta valutando il suo caso mentre Amnesty International parla di “norme crudeli e disumane” e di “omicidio di Stato”.
Il dibattito è aperto anche in Cile, nella Repubblica Dominicana, in Honduras e Nicaragua. Ma la storia di Isabel riguarda uomini e donne di tutte le nazionalità,perchè pone al centro della riflessione un dibattito etico e morale di carattere universale.