mercoledì 17 giugno 2015

La denuncia dell'Associazione 21 luglio: Rom, campi e ipocrisie


Era il 1 ottobre 2014. In una conferenza stampa mattutina presso la sede del Cesv, a Roma, e in un convegno pomeridiano tenuto nella sala Rosi dell’Assessorato alle Politiche Sociali di Roma Capitale, l’Associazione 21 luglio presentava il rapporto “Terminal Barbuta”.

Il rapporto, oltre a denunciare le violazioni dei diritti umani nei confronti dei circa 600 rom residenti nel “villaggio attrezzato” La Barbuta – giudicato discriminatorio e segregante da una storica ordinanza del Tribunale Civile di Roma che ha condannato il Comune di Roma solo pochi giorni fa – portava allo scoperto un progetto per la costruzione di un nuovo “campo rom” in zona La Barbuta presentato il 27 gennaio 2014 (in una convocazione congiunta di alcune Commissioni di Roma Capitale presieduta dalla presidente della Commissione Politiche Sociali di Roma Capitale Erica Battaglia), da un'ATI composta dalla multinazionale Leroy Merlin Italia, dalla Comunità Capodarco di Roma e dalla ditta Stradaioli.

Il progetto prevedeva l’abbattimento dell’attuale “campo” La Barbuta, costruito nel 2012 al costo di 10 milioni di euro, per lasciare così spazio alle attività commerciali della multinazionale del bricolage.

In cambio dell’investimento, Leroy Merlin Italia avrebbe ricevuto la concessione gratuita del terreno per 99 anni. La ditta Stradaioli e la Comunità Capodarco di Roma – di quest’ultima è presidente Augusto Battaglia, ex deputato e padre di Erica Battaglia - avrebbero invece ricevuto rispettivamente 11,5 milioni di euro per la costruzione del nuovo “villaggio” e 597.285 euro annui per 15 anni per la gestione dello stesso.

Un progetto che, secondo quanto sta emergendo dalle intercettazioni nell'ambito dell'inchiesta Mafia Capitale, avrebbe subito ingolosito il numero uno della cooperativa 29 giugno, ora in carcere, Salvatore Buzzi.

«Ho visto una cosa enorme, sono stato a un incontro con Leroy Merlin», racconta Buzzi al collaboratore Carlo Guarany in data 17 settembre.

«10 milioni sul sociale, sui nomadi o sugli immigrati o sugli asili nido o su quel cazzo che vuoi tu. Sono disposti a fare un’associazione temporanea di imprese. Leroy Merlin, costruttori e noi, che gestiremmo la quota dei 10 milioni», spiega Buzzi al collaboratore Sandro Coltellacci.

Il pomeriggio del 1 ottobre 2014, al convegno dell’Associazione 21 luglio, avrebbe dovuto partecipare anche l’Assessore alle Politiche Sociali di Roma Capitale Rita Cutini, ufficialmente invitata dall’Associazione 21 luglio. Pur svolgendosi il convegno in Assessorato, l’Assessore purtroppo non si presentò.

Dalle intercettazioni, come riporta il quotidiano Il Giornale, emerge che Buzzi avrebbe ricevuto la richiesta da parte dei dirigenti di Leroy Merlin di «stoppare” la partecipazione dell’assessore Cutini a una conferenza stampa di un’associazione contraria al progetto. Secondo quanto riportato dalla stampa, Buzzi avrebbe quindi contattato Mattia Stella, collaboratore del sindaco Ignazio Marino, chiedendogli di fermarla.

«Vedo un attimo di intercettà, tanto quella chi ce parla…Ok, ciao, ciao», dice Stella intercettato.

Poco più di un mese dopo, il 4 novembre 2014, di fronte all’avanzamento del progetto, l’Associazione 21 luglio lanciava una campagna sul web invitando utenti e cittadini a mobilitarsi per convincere Leroy Merlin Italia a fare un passo indietro e a ritirare il progetto.

Leroy Merlin: un campo rom è un ghetto. Non costruirlo!” è il titolo dell’appello che migliaia di cittadini hanno inviato via email ai dirigenti di Leroy Merlin, con in copia il sindaco Ignazio Marino.

A seguito del “mail bombing” e della mobilitazione della società civile, i dirigenti di Leroy Merlin Italia intraprendevano un dialogo sereno e costruttivo con l’Associazione 21 luglio che si concludeva con una nota congiunta nella quale la multinazionale si rendeva disponibile a valutare eventuali modifiche e «realizzare opere di pubblica utilità, nell’ambito di tale progetto, finalizzate, tra l’altro, a cercare soluzioni costruttive ed alternative alla situazione attuale in cui versano i beneficiari finali di tali opere, nel rispetto di tutte le norme di Legge e degli standard internazionali sui Diritti Umani».

Con questa nota l’Associazione 21 luglio concludeva con soddisfazione la propria campagna.

Nella nota congiunta, peraltro, si faceva riferimento a una dichiarazione rilasciata in diretta tv ad Announo da Marino il quale, rispondendo a una domanda precisa della conduttrice Giulia Innocenzi, aveva escluso categoricamente l’ipotesi del nuovo campo.

Dalle intercettazioni pubblicate stamane dalla stampa emerge invece che al sindaco il progetto piaceva «molto, moltissimo…Proprio tanto, tanto».

Di seguito l’intercettazione tra Salvatore Buzzi e Silvia Decina, capo segreteria del sindaco, la quale avrebbe ricevuto da Lionello Cosentino, allora segretario del Pd romano, la documentazione del “Progetto Leroy Merlin” (Secondo quanto emerge dalle intercettazioni Cosentino avrebbe assicurato a Buzzi l’interessamento diretto del sindaco sulla questione).

Buzzi: ProntoDecina: Salvatore?
B: Sì
D: Salvatore ciao, sono Silvia Decina, il capo segreteria di Ignazio Marino
B: Buongiorno Silvia
D: Ciao
B: Eccomi, buongiorno a te
D: Senti, ti volevo dire questo, che Lionello, mh…
B: Si
D: Mi ha dato tutta la documentazione per Ignazio
B: Sì
D: Sulla questione…Leroy Merlin. Adesso Ignazio l’ha vista e sta facendo convocare una riunione di staff per…te lo volevo dire intanto
B: Ok
D: Ok?
B: Ti ringrazio molto
D: E appena…
B: Gli è piaciuta al sindaco?
D: Molto, moltissimo, appunto…Proprio tanto, tanto…
B: E infatti ho pensato, invece di darlo all’assessore, ho fatto: guarda, ne parlo a lui, infatti
D: Però ha chiesto che la seguissimo noi qui direttamente dal gabinetto, perché se inizia a passare per tutti gli assessorati non ne usciamo vivi con questo

B: Ah, guarda, te ne prego, te ne prego Silvia
D: Eh, no, no, no, per questo ti volevo dire, cioè, ha preferito che la prendessimo noi qui, così almeno velocizziamo il tutto, insomma. Quindi appena adesso io ho novità, ti dico.

Alla luce di tutto ciò, trovano oggi una spiegazione le minacce ricevute dal presidente dell’Associazione 21 luglio Carlo Stasolla il 16 luglio 2014 nel corso di una conferenza stampa di presentazione del rapporto “Campi Nomadi s.p.a.”. «Se parli ancora del campo La Barbuta ti mando in coma», le parole rivolte a Stasolla da un “capo” del campo La Barbuta…