Inaugurazione:
1 luglio 2015, ore 16 00 presso il Padiglione della Romania
testi
a cura di di Tatiana Martyanova - critico d'arte
Per
me i colori sono degli esseri viventi, degli individui molto evoluti
che si integrano con noi e con tutto il mondo. I colori sono i veri
abitanti dello spazio. Yves
Klein
Siamo
nel Padiglione Romania all’Expo 2015 a Milano, all'interno di un
tipico villaggio romeno “nascosto” e “ritrovato” nella
capitale italiana dell’arte contemporanea.
In
questo apparente antagonismo ci troviamo di fronte a opere d’arte,
in un percorso tra passione, energia e contemplazione, tutte create
ad hoc per l’evento unico di Expo 2015.
A
rappresentare gli Artisti romeni in mostra per Expo 2015 ci sono
Cristina Lefter, Calina Lefter, Lavinia Rotocol, Nelu Pascu, Tudor
Andrei Odangiu e Leonard Regazzo, artisti
che da anni vivono nel Belpaese trasmettendo la loro cultura nei
versi delle proprie “poesie visive”.
Nel
continuo divenire artistico, tre donne e tre uomini rintracciano la
propria identità culturale, spesso tramite la commemorazione dei più
grandi personaggi del paese d’origine. Così diversi negli stili e
nelle tecniche, dalla pittura olio su tela, agli smalti e acrilici in
tecnica mista, alla fotografia, gli artisti raccontano le loro verità
del visibile. Il colore è l’unico elemento indispensabile a
metterli tutti in comunicazione.
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Cristina
Lefter, classe 1976,
presenta in mostra una nuova visione della propria arte. Con la sua
caratteristica tecnica dripping fa gocciolare gli smalti su tela
creando così dei mondi misteriosi. A rispecchiare la sua personalità
artistica forte e passionale sono i colori sgargianti che plasmano
un’evoluzione figurativa dalla tradizione all’astratto action
painting di Jackson Pollock, creando così una magia. Il quadro
presentato all’Expo 2015 infatti nasconde un enigmatico volto e
invita lo spettatore a scoprirlo, velato nelle linee astratte:
vi è Maria Tănase,
la “Edith Piaf” romena. La cantante dipinta così appare
all’Esposizione Mondiale per la seconda volta dopo quella di Parigi
1937 dove rappresentò la Romania.
I
colori dei pensieri, invece, costruiscono i quadri di
Calina Lefter, classe 1978. Con
la tecnica mista su tela l’artista cerca di oltrepassare i confini
della realtà creando attraverso i paesaggi romeni, un ricordo, un
pensiero, un momento. In occasione dell’Expo 2015 l’artista fa
un omaggio al poeta storico romeno Mihai Eminescu,
con dei colori teneri ma d’intensità unica, che ci inoltrano nel
profondo della poesia pura.
Il
lavoro di Lavinia Rotocol (1967) è
una ricerca sulla natura di emozione, che l'artista definisce
“eternità effimera”. Attraverso i colori di struttura leggera e
la pennellata decisa Rotocol fa emergere l’energia, la verità da
qualsiasi momento della vita: come se fossero dei frammenti del
cinema catturati in un attimo fuggente. Entrando nell’atmosfera
delle
emozioni, si crea così l' “Energia”.
Tudor
Andrei Odangiu, nato nel 1976, è
un decoratore e restauratore di opere d’arte, affreschi e mobili.
Questo influenza molto il suo stile: lavora spesso con il passato e
quindi tutta la sua opera artistica ha un forte legame con la
tradizione. Come afferma lui stesso, il particolare interesse verso
la pittura fiamminga lo aiuta a portare la luce all’interno del
quadro. Sono i colori luminosi a trasmettere il carattere e la
passione dell’artista, racchiusi nel tema della lotta, della forza
e della passione. Non a caso a lottare sull’arena dei colori sono
sovente i tori, ciclicamente protagonisti nella storia delle arti
visive, qui studiati con scrupolosa attenzione artistica.
Nelu
Pascu, nato nel 1963, è
un artista affermato in Romania, lavora nell’ambito dell’astratto
concettuale. Spesso però si dedica anche al figurativo dipingendo
soprattutto delle città, a volte facendole vedere come le mappe dei
percorsi quasi planimetrici, come se fossero viste e vissute
dall’alto. La scelta cromatica e quella materica nelle sue opere è
sempre dettata da un bisogno interiore, ribadisce Nelu Pascu, non è
mai la mente a comandare la sua pennellata. La sua arte non è
razionale bensì proveniente dall’animo del pittore con un forte
legame con le proprie radici che senza dubbio influenzano tutto il
lavoro dell’artista, sia a livello della tecnica sia nei temi
elaborati. Il colore nasce dalla luce. Sappiamo che scrivere con la
luce è la prerogativa della fotografia, traendo il significato
dall’etimologia stessa della parola.
Leonard
Regazzo, 1970, dipinge
con la luce – lavora con la fotografia, riflettendo sulla
realizzazione d’immagini fotografiche senza utilizzo della machina
stessa. L’artista elabora quindi la tradizione dei fotogrammi di
Moholy-Nagy come anche dei rayogrammi di Man Ray. Il lavoro di
Regazzo potrebbe essere definito come creazione enigmatica delle
nuove materie (l’artista scansiona le bolle di sapone lanciando una
lunga ripresa ad alta risoluzione): fortemente astratte queste figure
sullo sfondo nero, portano lo spettatore nell’immenso infinito.
Tutti gli artisti romeni in mostra vivono in Italia, sono giovani e
ambiziosi nell’acquisizione del ruolo di messaggeri tra i loro due
paesi, rapportandosi armoniosamente ai valori del proprio patrimonio
culturale. La scoperta del proprio universo artistico nel profondo
dell’anima di ognuno di loro racchiude un contributo alla propria
cultura, una ragione di vita