Il
Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull’Acqua lancia un
sito e un trattato per il diritto umano all’acqua.
Al
via la campagna per il riconoscimento dell'acqua come diritto umano:
è online il nuovo sito WaterHumanRightTreaty.org.
Il
Comitato Italiano per il Contratto Mondiale sull'Acqua si fa
portavoce di un nuovo importante obiettivo:
garantire,
entro il 2020, il diritto umano all'acqua e ai servizi igienici per
tutti e l'attuazione del riconoscimento del diritto umano all'acqua
della risoluzione delle Nazioni Unite del luglio 2010. Lo strumento
necessario per garantire questo diritto essenziale è
un trattato di diritto internazionale,
firmato dagli Stati, che definisca a livello sostanziale e
procedurale, come raggiungere questo diritto.
L'obiettivo
della campagna, sostenuta anche da Mani Tese, Ce.Vi. e Cospe è
quello di individuare,attraverso la mobilitazione dei cittadini,
delle reti internazionali, dei movimenti sociali, ONG e associazioni,
un gruppo di Stati e istituzioni disposti ad avviare negoziati per
un secondo protocollo al Patto Internazionale sui Diritti Economici,
Sociali e culturali che
definisca le modalità di realizzazione di un "diritto umano
all'acqua e ai servizi igienico‐sanitari".
“E'
necessario chiedere ‐afferma Rosario Lembo Presidente di Cicma‐
alla comunità internazionale distabilire norme
giuridicamente vincolanti per il diritto all'acqua per realizzare la
risoluzione (64/292
luglio 2010), che ha sancito che ‘il diritto all'acqua potabile e
ai servizi igienici è un diritto umano essenziale per la qualità
della la vita e l'esercizio di tutti i diritti umani’. Si è
susseguita poi la risoluzione del Consiglio per i Diritti Umani
(15/09 settembre 2010), che afferma che ‘il diritto fondamentale
all'acqua e ai servizi igienicosanitari è associata al diritto ad un
adeguato standard di vita ed è indissolubilmente legata al
miglioramento della salute fisica e mentale e dei servizi
igienico‐sanitari come un diritto alla vita e alla dignità’ e
sancisce (art. 8, comma a) che spetta agli Stati in prima istanza, la
responsabilità di garantire il pieno esercizio di tutti i diritti
dell’uomo. Dopo
cinque anni non vi è ancora stata alcuna attuazione concreta, mentre
l'urgenza di sancire i diritti umani attraverso strumenti giuridici
internazionali, nell'attuale processo di globalizzazione, è una
priorità”.
In
questo momento la campagna è anche uno strumento importante per
difendere un diritto fondamentalecome quello all’acqua e
contrastare le minacce ai diritti umani provenienti da trattati
internazionali, come TTIP, CETA, l'EPA,
che
mirano ad influenzare la sovranità degli Stati e limitare le
restrizioni imposte dalle leggi nazionali, anche costituzionali, in
difesa dei diritti umani sanciti la Dichiarazione delle Nazioni
Unite.
La
campagna WaterHumanRightTreaty
è
quindi una proposta di azioni aperte al contributo e alla
condivisione di movimenti, reti, comitati impegnati nella difesa
dell'acqua e dei diritti umani che vogliono contrastare il processo
di accaparramento e la finanziarizzazione dei beni comuni e vogliono
sottrarre alle multinazionali e al libero mercato, la “governance”
dei beni comuni del nostro pianeta.
Maggiori
informazioni su: www.waterhumanrighttreaty.org