martedì 9 giugno 2015

Il grande salto: dall'Africa subsahariana all'Europa



Un reportage esclusivo, per la RAI, di Amedeo Ricucci e Franco Ceccarelli, vincitore del Premio TV 2015: Il grande salto racconta le storie dei migranti che tentano di superare la triplice barriera che separa il Marocco dal sogno dell'Europa.

 
L'Associazione per i Diritti Umani ha rivolto, per voi, alcune domande al giornalista. Ringraziamo moltissimo Amedeo Ricucci per la sua disponibilità.





Qual è l'importanza strategica della frontiera di Melilla?


La frontiera di Melilla è l'unico punto di contatto tra Europa e Africa ed è più facile da affrontare per i migranti che arrivano dall'Africa subsahariana perchè “basta” superare le tre barriere che difendono questa enclave spagnola. Un altro dato importante, a cui spesso non si dà rilievo, è il fatto che, per arrivare in Marocco, molti migranti - sempre dell'Africa subsahariana - non hanno bisogno del visto: ad esempio i senegalesi o i camerunensi.

Ceuta e Melilla, negli ultimi dieci anni, sono diventate due trampolini per arrivare in Europa anche se Ceuta è molto più militarizzata. I numeri di questa immigrazione non hanno nulla a che vedere con le cifre italiane: sono passati circa 3.500 migranti che sono ben poca cosa rispetto ai 50.000 che sono sbarcati sulle coste italiane da Lampedusa. E' interessante sottolineare che le rotte di immigrazione mutano a seconda delle possibilità che si creano: sono stato a Melilla nel luglio-agosto 2014 e la situazione in Libia stava precipitando e questo ha consigliato a molti migranti di trasferirsi dal Marocco verso la Libia per tentare da lì una traversata, visto che in Libia non c'erano più autorità in grado di bloccare i flussi attraverso un pattugliamento delle coste. Sempre a maggio-giugno dello scorso anno, a Melilla c'è stato un grosso flusso migratorio perchè allora si riusciva a passare, poi sono stati messi una rete protettiva e un fossato e questo ha reso più difficile il “grande salto”.




Ma proprio dal punto di vista pratico, come si possono superare le barriere? 
 


Alla barriera ci si arriva senza alcun problema; è protetta da delle garitte, dei posti di guardia dell'esercito marocchino e se ci arrivi alle quattro o cinque di mattina è possibile tentare di scavalcarla. Il problema è che bisogna scalarne tre.

In via teorica (in Spagna come in Italia) se tu metti piede su terra spagnola, dovresti essere salvo. Se la Guardia Civil ti ferma, dovresti aver diritto ad essere identificato e trasferito al centro di accoglienza di Melilla. Ma molte organizzazioni denunciano il fatto che, in realtà, la polizia marocchina e la Guardia Civil spagnola abbiano adottato comportamenti del tutto anticostituzionali, nel senso che alla polizia marocchina viene concesso di entrare a Melilla e lì le vengono consegnati i migranti che sono riusciti a toccare suolo spagnolo.

C'è, inoltre, un altro stratagemma: per un cavillo legale, le autorità di Melilla hanno stabilito che tu non sei su suolo spagnolo finchè non vieni a contatto con una guardia civil o con un rappresentante delle forze dell'ordine di Melilla, per cui se tu caschi dall'altra parte della rete, vieni preso dalla guardia marocchina e quella ti può riportare in Marocco. Il tutto si gioca sul filo del rasoio e ci sono organizzazioni dei diritti dell'Uomo – sia in Marocco sia in Spagna – che fanno attività importanti di denuncia di queste situazioni di irregolarità.



Le interviste per il reportage sono state realizzate in un luogo particolare...


Sì, sul monte Gurugù, un monte che sovrasta Melilla, con una foresta che lo ricopre e che si è, così, trasformato in una sorta di accampamento illegale dove i migranti – divisi per nazionalità – sostano in maniera irregolare.

La polizia marocchina fa delle retate, cerca di distruggere questi accampamenti provvisori, anche se di fatto è impossibile arrestare i flussi per cui si ricreano.

A Melilla si vedono le luci dell'Europa e la tentazione di arrivarci è molto più forte rispetto a quella di chi fa la traversata via mare. C'è chi tenta di arrivare in Europa otto, dieci, quindici volte; è gente che, ogni volta, si fa manganellare dalla polizia marocchina o che si fa arrestare dalla Guardia Civil. E c'è anche tanto fatalismo...