di
Barbara Spinelli
Bruxelles,
17 giugno 2015
Schierando
la Gendarmerie
nationale al
confine di Ventimiglia, il governo francese afferma di non aver
violato né sospeso il Trattato di Schengen, e in questo non è
smentito dalla Commissione europea. Di fatto, tuttavia, sta facendo
qualcosa che somiglia molto a un blocco, e - più grave ancora - a
un’espulsione collettiva attuata sulla base di una identificazione
«prima facie» dei profughi che manifestano l’intenzione di andare
in Francia, per restarvi o recarsi in altri paesi dell’Unione. Le
autorità francesi hanno attuato un respingimento fisico, sommario,
senza notificare alcun provvedimento formale, senza procedere a un
esame individuale delle istanze, né dare possibilità di ricorso ai
respinti. Le forze dell’ordine hanno, letteralmente, fatto
muro,
ripristinando la frontiera.
Ma
l’Unione europea si è data delle regole – ben più salde e
costitutive della gabbia tracciata dal Regolamento di Dublino – ed
è a queste regole che occorre richiamarsi, perché senza di esse è
il significato dell’Unione ad essere colpito. Il governo francese
viola sia l’articolo 19 della Carta dei diritti fondamentali sia la
Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Protocollo n. 4 art. 4),
ignorando il divieto dei respingimenti collettivi.
“Chiedete
perdono per le istituzioni e le persone che chiudono le loro porte a
gente che cerca aiuto e cerca di essere custodita", ha chiesto
il Papa, durante l’udienza generale a San Pietro. Non è
indifferente che abbia nominato per prime le istituzioni: sono le
istituzioni, infatti, le prime a dover rispondere.
Abbiamo
visto, in questi giorni, gli innumerevoli gesti di solidarietà di
cittadini italiani e francesi, persino bambini, che continuano a
portare cibo e vestiti ai profughi accampati alla frontiera o sugli
scogli di Ponte San Ludovico. Ma non abbiamo visto la solidarietà
degli Stati. Dobbiamo essere consapevoli di quanto questo sia gravido
di conseguenze, perché la solidarietà tra Stati membri – anche
finanziaria - è inscritta nei trattati: senza solidarietà, l’Europa
non esiste.