“Gay
Pride”: molti pensano a parate chiassose e volgari. Invece sono
manifestazioni gioiose e colorate che hanno un senso politico e
sociale molto preciso: garantire i diritti fondamentali anche alle
coppie omosessuali, spezzare una mentalità chiusa che spesso porta a
comportamenti irrispettosi se non violenti, lasciare libertà di
amare senza pregiudizi.
Lo
scorso 27 giugno molte persone che fanno parte della grandissima
comunità LGBT sono scese in piazza e hanno avuto modo anche di
festeggiare: sì perchè in Irlanda – Paese a maggioranza cattolica
– è stata approvata una legge che equipara il matrimonio
omosessuale a quello etero e negli Stati Uniti, la Corte Suprema ha
emesso una sentenza che fa Storia, rendendo legale l'unione tra gay.
La
scelta di manifestare a fine giugno risale al 28 del mese del 1969,
quando a New York, allo Stonewall Hill, un bar frequentato da persone
omosessuali, fece irruzione la Polizia per identificare i presenti
perchè, allora, compiere atti omosex era considerato un reato. La
violenza delle forze dell'ordine scatenò una rivolta. Ieri come
oggi: in Turchia, proprio in occasione della marcia, i manifestanti
sono stati attaccati con gas lacrimogeni, cannoni ad acqua e
proiettili di gomma: le persone, riunitesi in Piazza Istiklal, hanno
dovuto ripararsi in negozi e altri esercizi pubblici.
Per
l'Italia – Paese ancora indietro sui temi dei diritti LGBT –
vogliamo prendere ad esempio la città di Milano dove ha troneggiato
uno striscione con la scritta “I diritti nutrono il pianeta” (per
riprendere lo slogan di Expo). tantissimi i partecipanti e le
associazioni presenti: Arcigay, Amnesty, Uaar. Riportiamo, infine, la
dichiarazione dell'Assessore ai Lavori pubblici, Carmela Rozza: “
Nessuno di noi può imporre all'altro scelte diverse dalle sue.
Secondo me, Milano è all'avanguardia rispetto ai diritti ma se non
abbiamo una legge nazionale sui diritti delle coppie gay, questo non
può che essere un Paese arretrato da questo punto di vista. Ma io
sono convinta che la società italiana sia molto più avanti della
classe politica”.