domenica 5 luglio 2015

Petizione per il Ministro della Giustizia in Marocco: la libertà delle donne non va toccata

Seppur in una remota zona rurale del Marocco, che per sua natura è più tradizionale e conservatrice rispetto alla società urbana, malmenare e mandare a processo due donne perché "sorprese" a fare la spesa vestite in gonna invece che con il lungo Gellaba locale, non è un "attentato al pudore pubblico, ma in verità è un sessismo forse radicato nella misoginia e frustrazione maschili non debitamente riconosciute. Tuttavia, il Marocco, già in passato aveva raggiunto livelli di libertà per le donne, dove jeans e gonne, Gellaba e velo riuscivano a convivere arricchendo il panorama della diversità culturale e sociale.
Se al processo del 6 luglio le mie  due connazionali saranno veramente condannate, lo considero una caduta libera verso l'ingiustizia, il decadentismo, l'oscurantismo e la becera e medievale "caccia alle streghe". Attitudini storicamente lontane e indegne della mia amata Patria, dove il pluralismo e le diversità contraddistinguono da sempre la pacifica civiltà marocchina. Il  radicalismo islamico, che prende sempre più piede nei paesi arabi,  vuole distruggere le conquiste che hanno raggiunto le donne Marocchine, in quanto popoli meno liberi e meno istruiti sono maggiormente condizionabili e permettono il radicarsi di culture oscurantiste e violente.
Considero questo evento non solamente una questione concreta che riguarda due donne marocchine, bensì un attacco simbolico alla libertà e alle conquiste delle donne nel mondo e una minaccia al processo di democratizzazione dei paesi arabi. Da vittime, queste due giovani donne, sono diventate le carnefici della morale maschilista di stampo islamico.
Signor Ministro della giustizia; se al processo del 6 luglio le nostre due connazionali saranno veramente condannate, non lo saranno da sole, ma lo saremo tutti noi.
Signor Ministro;  Non cadiamo nel pericoloso tranello del compromesso per accontentare "il nuovo religioso d'importazione che avanza".
De-islamizziamo la questione. È un fatto di Diritti fondamentali e non di opinioni religiose.
Quando ho letto la notizia, ho pensato fosse una barzelletta, di cattivo gusto, ma una barzelletta.
I cittadini e le cittadine hanno diritto alla propria sicurezza, a prescindere dal loro abbigliamento.
Perché se decade la garanzia dei Diritti umani, decade il sistema paese.
Voilà.