La
nave di MSF per la ricerca e soccorso Bourbon Argos sta ora navigando
a nord della costa siciliana, in direzione Reggio Calabria, con 700
persone a bordo, dove dovrebbe approdare sabato mattina. Nonostante
lunghe discussioni con le autorità italiane e gli sforzi compiuti
dalla guardia costiera italiana, a causa dell’incapacità del
sistema d’accoglienza, la Bourbon Argos non è stata autorizzata a
far sbarcare in Sicilia le 700 persone a bordo.
Mercoledì
15 luglio, durante 6 diverse operazioni di salvataggio, la nave di
MSF ha tratto in salvo 678 persone. A bordo persone provenienti da
Bangladesh, Costa d’Avorio, Eritrea, Gambia, Guinea,Libia, Mali,
Nigeria, Senegal e Somalia, tra le principali nazionalità.
“L’équipe
di MSF è stata impegnata 24 ore al giorno per fornire assistenza a
chi aveva bisogno di cure mediche. La nave è sovraffollata e le
persone a bordo sono sistemate sul ponte in uno spazio molto
limitato”
dichiara Alexander Buchmann, coordinatore per MSF della Bourbon
Argos. “Nelle
ultime 24 ore questa situazione ha provocato tensioni tra la persone
e potrebbe causare gravi problemi di sicurezza a bordo della nave”.
Nonostante
la buona coordinazione tra la guardia costiera italiana e gli sforzi
del Centro di Ricerca e soccorso marittimo (MRCC), le autorità
italiane non hanno autorizzato lo sbarco delle persone a bordo della
Bourbon Argos in nessuno porto siciliano a causa dell’incapacità
del sistema d’accoglienza. Giovedì sera, le autorità italiane
hanno autorizzato lo sbarco di 150 persone su 700 nel porto di
Trapani. Tuttavia, MSF ha deciso di non procedere con uno sbarco
parziale perché una simile operazione, in una situazione di tale
sovraffollamento, avrebbe posto seri rischi per la sicurezza. La
situazione a bordo era molto tesa e molte delle persone hanno
espresso la loro preoccupazione e paura di essere “riportati in
Libia”.
Soltanto
7 pazienti che necessitavano di urgenti cure mediche sono stati
sbarcati insieme alle loro famiglie. Tra i casi più seri: una donna
adulta, trasferita dalla nave della guardia costiera italiana,
soffriva di ipotensione e forti dolori addominali, e aveva bisogno di
un ricovero urgente; e un bambino di 12 mesi con polmonite, febbre e
difficoltà respiratorie a cui MSF ha fornito un trattamento
antibiotico, ma che necessitava di un ricovero urgente per ulteriori
accertamenti e cure.
“Per due giorni, abbiamo cercato di capire dove ci sarebbe stato permesso di sbarcare, attraverso un coordinamento continuo con la Guardia Costiera italiana, cercando di mantenere un livello accettabile di sicurezza a bordo”, aggiunge Alexander Buchmann. “Questo ha causato gravi rischi per la sicurezza a bordo della nave, obbligando 700 persone in difficoltà a trascorrere due notti intere sul ponte della nave in condizioni molto difficili”.
“Per due giorni, abbiamo cercato di capire dove ci sarebbe stato permesso di sbarcare, attraverso un coordinamento continuo con la Guardia Costiera italiana, cercando di mantenere un livello accettabile di sicurezza a bordo”, aggiunge Alexander Buchmann. “Questo ha causato gravi rischi per la sicurezza a bordo della nave, obbligando 700 persone in difficoltà a trascorrere due notti intere sul ponte della nave in condizioni molto difficili”.
Venerdì mattina, dopo lunghe trattative, la Bourbon Argos è stata diretta a Messina. Tale decisione è stata poi modificata alcune ore dopo e la destinazione finale è ora Reggio Calabria. La nave sta navigando lungo la costa settentrionale della Sicilia - in modo da mantenere un contatto visivo con la terraferma e non alimentare paure tra i migranti a bordo. L’arrivo è previsto sabato mattina presto.
“La
mancanza di preparazione del sistema di accoglienza italiano sta
avendo conseguenze molto concrete che stiamo sperimentando in prima
persona”,
dichiara Loris de Filippi, Presidente di MSF Italia. “Basta
un minimo problema logistico che il sistema collassa. Siamo ancora a
luglio, e gli arrivi non si fermeranno molto presto. Il Ministero
dell’Interno dovrebbe autorizzare lo sbarco nei porti siciliani più
vicini al fine di facilitare le operazioni di sbarco e permettere
alle navi di tornare il prima possibile nella zona di ricerca e
soccorso
L'Ufficio
Stampa di Medici Senza Frontiere