mercoledì 29 luglio 2015

Lapidate Safiya: nella terra di Boko Haram




 

La storia che state per leggere è una storia vera e proviene dai territori nei quali oggi Boko Haram, con le sue azioni, sparge il terrore. È la storia di una donna, Safiya Hussaini, che nei primi anni Duemila fu condannata alla lapidazione per adulterio. Una condanna che era la normale conseguenza dell’applicazione rigida della legge coranica che, negli Stati del Nord della Nigeria, era stata adottata per la prima volta pochi mesi prima, sebbene la popolazione di queste regioni sia storicamente islamica. (Dall'introduzione)

La storia di Safiya è stata raccolta dal giornalista Raffaele Masto, dieci anni fa, ma è ancora di grande attualità.

(Si può acquistare il libro direttamente dal sito www.buongiornoafrica.it)




L'Associazione per i Diritti Umani ha rivolto alcune domande a Raffaele Masto e lo ringrazia per la sua disponibilità.




Qual è il contesto in cui questa storia affonda le sue radici?



Il contesto è la Nigeria dei primi anni 2000 dove era stata promulgata, negli Stati del Nord, la legge coranica - a dispetto degli Stati del Sud che non la volevano - e, dunque, un'aplicazione rigida della legge stessa faceva sì che una donna come Safiya venisse considerata adultera e condannata alla lapidazione: Safiya ha avuto un figlio fuori dal matrimonio, nel senso che il marito l'aveva ripudiata sei mesi prima.

Sono andato a trovarla, in un viaggio avventuroso in cui ho attraversato tutta la Nigeria, e mi sono fatto raccontare la sua storia.



E' una storia di dieci anni fa, ma perchè è ancora attuale?



Perchè quelli sono i territori in cui, proprio in quegli anni, è nata Boko Haram che era molto diversa da oggi, ma quello è l'humus che ha consentito la nascita e la crescita di una setta surreale come quella di Boko Haram.

Boko Haram oggi è una delle formazioni jihadiste più crudeli e feroci che ci siano in circolazione e l'attualità risiede proprio qui.



Nel libro c'è un capitolo intitolato “Il mondo deve sapere”: cosa deve sapere? Cosa può fare l'Occidente?



Il nostro mondo non finisce nei territori dove possiamo andare, dove facciamo le vacanze, ma è molto più ampio e ci sono anche realtà - come quella della Nigeria del Nord - che, appunto, produce queste aberrazioni. Il mondo deve sapere che una donna come Safiya può finire in un meccanismo enormemente più grande di lei, che la stritola e la utilizza per propaganda, per politica. Il mondo deve sapere queste cose perchè solo apparentemente sono lontane da noi: in realtà ci sono vicinissime e spesso noi, con le nsotre relazioni con il mondo più lontano, siamo in qualche modo responsabili di lasciare i territori in quelle condizioni.



Cosa le è rimasto più impresso di Safiya?

La cosa che mi aveva colpito tantissimo era il fatto che Safiya, nonostante tutto, non avesse mai perso la propria fede. Lei era musulmana, è rimasta musulmana fino all'assoluzione, dopo una vicenda lunghissima.

Chi la condannava era un Islam aberrante, letto in modo distorto.




Questo dimostra che un conto è l'Islam tradizionale, religioso e un altro è l'Islam politico...



Molte volte noi parliamo di “guerra di religione”, ma la religione c'entra veramente poco. In genere sono guerre di protettorati, di lobby politiche o economiche che non hanno scrupoli ad usare la religione e lo fanno sapendo che la religione è un nervo scoperto perchè l'uomo ha bisogno di trascendenza. Chi usa la religione, sa di usare un tasto molto efficace.



Qual è il futuro delle ragazze e delle donne delle regioni del Nord-Nigeria?



Come dicevo, il sentimento religioso in questi territori è un sentimento storico. L'Islam è una galassia complessa e affascinante: se riuscissimo a dialogare con le persone di vera fede musulmana, ci sarebbe davvero per loro un futuro. Questo non significa disconoscere la propria religione perchè tutti, ripeto, abbiamo bisogno di spiritualità.