Donne
e bambini, anziani e malati. Sotto il sole, a quasi 40 gradi,
senz'acqua. Sono trascore più di due ore e l'Assessore Danese non ha
ancora ricevuto le famiglie rom sgomberate. L'incontro era previsto
per le ore 12 ma dall'Assessorato ancora nessun segnale. La tensione
sta montando e tra le persone si registrano i primi malori.
Lo
rendono noto Associazione 21 luglio e Popica Onlus che da questa
mattina stanno partecipando a un sit in davanti all’Assessorato
alle Politiche Sociali del Comune di Roma, assieme alle famiglie rom
sgomberate due giorni fa dall’insediamento informale di Val d’Ala,
le famiglie a rischio sgombero nei centri di via San Cipirello, via
Torre Morena e via Toraldo, nonché cittadini che hanno voluto
mostrare la loro solidarietà.
Cinquantanove
sgomberi forzati dall’inizio dell’anno,
con una decisa impennata dopo l’annuncio del Giubileo
Straordinario
da parte di Papa Francesco, assenza
di una strategia concreta
per il superamento del “sistema campi”, nonostante i continui
proclami, e promesse
non mantenute.
Così
Associazione
21 luglio
e Popica
Onlus
descrivono lo stato dell’arte della politica sui rom
dell’Amministrazione capitolina.
Lo
sgombero forzato di Val d’Ala, che ha coinvolto le medesime persone
sgomberate esattamente un anno fa dallo stesso insediamento in
seguito a un’operazione dal costo complessiva di oltre
168 mila euro,
si configura in violazione
degli standard internazionali in materia di sgomberi
previsti dal Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali
delle Nazioni Unite. Lo sgombero improvviso, peraltro, ha mandato
all’aria le consultazioni e il dialogo che lo stesso Assessorato
aveva iniziato a intavolare con le famiglie, nella speranza che il
caso Val d’Ala potesse diventare un modello
virtuoso
per affrontare la questione degli insediamenti informali a Roma.
Nella giornata di ieri, anche Amnesty International Italia ha
espresso forte
preoccupazione
sull’ennesimo sgombero forzato realizzato dall’inizio dell’anno
nella Capitale.
Nel
2015, infatti, sono stati 59
gli sgomberi forzati a Roma,
una cifra che ha già ampiamente superato i
34 totali realizzati nell’intero 2014.
Il loro numero – sottolineano Associazione 21 luglio e Popica Onlus
– ha subito una netta
impennata dal 13 marzo in poi,
giorno dell’annuncio del Giubileo Straordinario. Fino ad allora,
gli sgomberi erano stati sette. Allo stesso modo, denunciano le due
associazioni, non si intravvede nessun passo significativo,
nell’azione dell’Amministrazione, verso il superamento
del “sistema campi”
nella Capitale, sul quale si sono alimentati gli affari di oro emersi
dall’inchiesta su Mafia Capitale.
«Chiediamo
all’assessore Danese di produrre finalmente un
piano sociale credibile e sostenibile
per il superamento dei “campi”», afferma l’Associazione 21
luglio.
Secondo
l’Associazione 21 luglio, la questione rom a Roma è intimamente
legata a quella della illegalità
istituzionale
che ha il suo fulcro nell’Ufficio Rom, Sinti e Caminanti presente
all’interno dell’Assessorato alle Politiche Sociali di Roma
Capitale. È dall’azzeramento
di tale Ufficio
che occorre ripartire per una politica diversa.
Non
possiamo dimenticare come il primo a dirigere quindici anni fa
l’“Ufficio Nomadi” di Roma fu Luigi
Lusi,
oggi in carcere con la condanna di essersi appropriato di 25 milioni
di euro, continua l’Associazione. Poi, sotto l’Amministrazione
Veltroni fu la volta del suo capo-gabinetto Luca
Odevaine
a condizionare fortemente le scelte dell’Ufficio. Anche lui è oggi
in carcere per corruzione aggravata nell’inchiesta denominata
“Mondo di Mezzo”. Quando il governo della città passò al
sindaco Alemanno fu la volta del soggetto attuatore del Piano Nomadi,
Angelo
Scozzafava,
a commissariare l’Ufficio prendendolo nelle sue mani. Oggi sul suo
capo pende l’accusa di associazione mafiosa e
corruzione aggravata.
Nel dicembre 2014 la responsabile dell’”Ufficio Nomadi”, nel
frattempo diventato “Ufficio Rom, Sinti e Caminanti”, Emanuela
Salvatori,
è stata arrestata per corruzione aggravata. Il suo posto è stato
preso da Ivana
Bigari,
il cui nome, secondo la stampa, sembrerebbe nella lista dei dirigenti
che per il prefetto Gabrielli dovrebbero essere rimossi perché
troppo vicini al sistema di stampo mafioso ideato da Buzzi e
Carminati.
«Chiediamo
oggi con forza la
chiusura di questo Ufficio
e la rimozione
della dirigente che lo coordina»,
è la richiesta urgente al sindaco Marino da parte di Associazione 21
luglio e Popica Onlus».
«Chiediamo
inoltre – proseguono le due organizzazioni - una moratoria
sugli sgomberi forzati
da oggi e per tutta la durata del Giubileo indetto da papa Francesco.
In assenza di risposte adeguate a tali richieste continueremo a
considerare le politiche di Roma Capitale nei confronti dei rom
costose,
lesive dei diritti umani, discriminatorie e offensive
nei confronti della cittadinanza che vive in maniera più o meno
diretta le problematiche legate alla vicinanza ad insediamenti
formali e informali.
Sul
rischio sgombero delle famiglie rom che attualmente vivono nei centri
di via San Cipirello, via Torre Morena e via Toraldo, infine, si
esprime così Popica Onlus: «La chiusura dei centri in cui abitano
famiglie che da tempo avevano intrapreso percorsi abitativi degni
segna un passo indietro inaccettabile. L'Amministrazione, che da un
lato persegue solo a parole la politica della chiusura dei campi,
dall'altro costringe decine di nuclei a tornarci, dopo che da questo
mondo si erano allontanati
autonomamente
recuperando spazi in disuso».
«A
Roma – conclude Popica Onlus - il problema abitativo sta esplodendo
per tutti e il Comune di Roma, dopo aver banchettato
per anni con Mafia Capitale, oggi non solo non risolve il problema ma
continua a generarne di nuovi».