Ammonta
a 24 il numero degli operai deceduti per forme tumorali provocate da
esposizione all'amianto. E i responsabili sono stati condannati.
Il
giudice della Sesta sezione penale del Tribunale di Milano, Raffaele
Martorelli, ha condannato undici ex dirigenti della Pirelli con pene
tra i 3 e i 7 anni e 8 mesi di reclusione per il reato di omocidio
colposo. Tra i loro nomi spicca, purtroppo Guido Veronesi, fratello
del celebre oncologo ed ex ministro che, come gli altri, faceva parte
del consiglio di amministrazione dell'azienda nel periodo tra gli
anni '70 e '80.
“Prendiamo
atto con rammarico della sentenza di primo grado e aspettiamo di
leggere le motivazioni non appena saranno depositate. Sulla base
delle evidenze scientifiche ad oggi disponbili emerse nel corso della
fase dibattimentale del processo, siamo certi della correttezza
dell'operato dei nostri assistiti per i fatti contestati risalenti a
oltre 25 anni fa, e presenteremo impugnazione in appello”: questo
il commento dei legali della Pirelli. I fatti sono accauduti decenni
fa e, infatti, questa prima sentenza arriva con enorme ritardo:
l'accusa aveva chiesto per gli imputati otto anni di carcere e il
giudice si è spinto oltre, accordando ai parenti delle vittime,
costituitisi ovviamente come parte civile, anche un risarcimento
economico e accettando in pieno l'impianto accusatorio del PM Ascione
secondo il quale gli operai si sono ammalati e sono deceduti a causa
del lavoro presso impianti contaminati senza alcuna protezione e,
quindi, a causa di esalazioni “massicce e ripetute” di amianto.
Medicina
democratica e Associazione italiana esposti amianto (presenti al
processo) hanno esposto striscioni, esultato alla lettura della
sentenza e hanno affermato: “ Abbiamo dimostrato che uniti si
vince. Questa volta siamo riusciti a far condannare il padrone”.
Sempre a
Milano, altri processi che vedono coinvolti gli ex dirigenti della
centrale Enel di Turbigo e della Franco Tosi di Legnano si sono
conclusi con l'assoluzione degli imputati, ma la sentenza Pirelli e
il rinvio a giudizio per i dirigenti dell'Ilva di Taranto, per
distastro ambientale, fanno ben sperare nel giusto corso della
verità.
Per
approfondire il tema, l'Associazione per i Diritti Umani vi ripropone
il video dell'incontro che ha organizzato con lo scrittore Stefano
Valenti, autore del romanzo “La fabbrica del panico”, vicnitore
del Premio Campiello – giovani, 2014.