Un
progetto intitolato “Capitale terreno” racchiude due mostre
interessanti dell'artista Moira Ricci, nata nella campagna maremmana
e da sempre fedele alla cultura della (sua) terra. Moira Ricci è
presente a Milano – presso lo Spazio Oberdan, fino al 18 ottobre
2015 – con due lavori: Da
buio a buio e Dove
il cielo è più vicino in
cui, attraverso fotografie, video, installazioni, raccoglie
narrazioni, racconti popolari, testimonianze di un mondo, quello
contadino, in via di estinzione. La sua arte fa riflettere sulle
nuove forme di economia, sulla fine della tradizione, sulla crisi
contemporanea, attraverso metafore e suggestioni che affondano le
radici nel Passato e nell'attualità.
Abbiamo
rivolto alcune domande a Moira Ricci e la ringraziamo.
Qual è
il filo conduttore tra la civiltà contadina e la contemporaneità?
Ogni
civiltà nasce contadina. Mi sembra che l'economia mondiale, basata
su un capitalismo che pensa solo ai consumi, non sia più in grado di
preservare non solo la libertà degli individui e il loro benessere,
ma anche la salute del pianeta stesso. Sarebbe prezioso recuperare un
po' della consapevolezza contadina per ritrovare un equilibrio tra
gli uomini e il mondo che abitano.
Quanto è
importante il recupero della Memoria per porre le basi di un futuro
di uguaglianza e di giustizia (anche nella redistribuzione dei
prodotti della terra)?
Penso
che sia fondamentale tener conto della memoria. Se si conoscesse bene
la storia, non si continuerebbe a sbagliare.
Quale
sarà il futuro dell'attività agricola in Italia?
Purtroppo
io ho una visione pessimistica per l'imminente futuro. Adesso siamo
dentro al passaggio da un'era all'altra e l'impatto con il
cambiamento è stato forte. Credo che sarà un periodo lunghissimo e
molto doloroso. Anche l'agricoltura in questo momento è in piena
crisi grazie alle leggi sempre più stupide da parte dei governi e
delle multinazionali e grazie al quasi totale disinteresse
sull'argomento da parte dei mezzi d'informazione.
Ci può
anticipare una leggenda che ha raccolto durante le ricerche che ha
effettuato per il suo lavoro?
Quelle
che ho conosciuto durante le ricerche sono “l'uomo-cavallo” che
aveva una metà del corpo somigliante ad un equino e “la donna col
foco al culo” (scusate il termine ma la chiamavano così), una
signora che, a seguito dell'incendio alla sua casa nella collina
vicino a casa mia, è scesa di corsa giù verso il mare tutta
infuocata. Era diventata un personaggio pauroso per i bambini della
zona degli anni '50-'60 perchè gli adulti usavano questa storia per
intimorirli. Le storie di cui parlo invece in mostra sono le uniche
quattro che conoscevo fin da piccola.