Il
documentario “Words Of Women” nasce da una domanda ricorrente nei
media mainstream europei: dove erano le donne egiziane nel gennaio
del 2011? Sono scese in piazza Tahrir o secondo una visione
orientalista avallata dai media occidentali erano chiuse in casa,
velate e sottomesse in attesa di essere salvate dall’Occidente?
Da alcuni album
fotografici postati su Facebook è nato Herstory:
un progetto che, a partire da fonti orali per approdare al web, vuole
ricostruire la partecipazione delle donne alla rivoluzione egiziana
da un punto di vista femminile e rompere gli stereotipi della
narrazione occidentale in particolare quello del “rivoluzionario
con la tastiera”.
Il
24 ottobre alle 15 a Palazzo Greppi a Milano verrà presentata
un’intervista al regista che spiegando il
lavoro collettivo dietro alla costruzione del documentario offre lo
spunto per discutere su cosa
significhi fare storia nell'era digitale ma anche se e come sia
cambiato il concetto di rivoluzione. Infatti il numero 18 della
rivista “Historia magistra” oltre a pubblicare l’intervista
integrale e la sinossi del documentario, contiene un editoriale del
direttore Angelo D’Orsi su “Rivoluzione: una parola ancora
attuale?”, in cui dalla Luxemburg a Sankara si sottolinea come il
Potere tema sempre la Rivoluzione e per contrastarla usi (anche) un
rovesciamento del lessico. Però la rivoluzione non riguarda soltanto
l’ambito politico ma anche il piano culturale e antropologico (lo
scrittore egiziano
‘Ala al-Aswani ha
detto “La
rivoluzione è uno stato mentale e quando la abbracci è per sempre”)
e così nel documentario si parla anche dei “18
giorni di mondo perfetto di Tahrir dove non c’erano molestie
sessuali e uomini e donne lavoravano insieme, musulmani e cristiani,
e anche comunisti… 18 giorni che ci hanno dimenticare che
rivoluzione non vuole dire solo combattere contro un regime
oppressivo ma significa anche lottare per il cambiamento in tutto il
tessuto sociale, nelle relazioni personali, sociali ed economiche”.
http://www.bookcitymilano.it/scheda-evento/fare-storia-nell-era-digitale-dietro-le-quinte-della-rivista-historia-magistra