Le
proteste - che hanno portato nelle piazze parigine migliaia di
persone di tutte le età - contro la legge che prevede i matrimoni
gay e la possibilità di adozione per le coppie omosessuali non hanno
ottenuto l'effetto sperato dai manifestanti.
La
proposta di legge era stata consegnata il 31 ottobre scorso al
Consiglio dei ministri francese e, da quel momento, è partito l'iter
per l'approvazione: matrimonio e adozione per tutti. L'assemblea
aveva adottato il testo il 12 febbraio e, nei giorni scorsi, il
Senato lo ha definitivamente sancito come provvedimento legislativo,
senza apportare modifiche significative a quello presentato
all'origine del percorso.
Le legge
sulle nozze e sulle adozioni per le coppie omosessuali è stata il
cavallo di battaglia del Presidente
François
Hollande, sostenuto, in questa battaglia, anche dal ministro della
Giustizia, Christiane Taubira; il provvedimento è stato votato da
tutti i gruppi della sinistra in Senato anche se alcune defezioni
hanno reso incerto l'esito finale che è stato, comunque, favorevole
grazie al consenso di alcuni senatori di destra e del centro. E, se
anche le parole sono importanti, le enciclopedie e i dizionari
francesi, da oggi in poi, alla voce “matrimonio” riporteranno la
seguente definizione: “ Atto solenne con il quale due persone di
sesso differente o dello stesso sesso stabiliscono tra loro
un'unione”.
In
Italia, intanto, Franco Gallo - Presidente della Corte Costituzionale
– ha sollecitato alla politica un intervento in materia, facendo
riferimento alla sentenza n. 138 del 2010 e denunciando il mancato
riconoscimento, nel nostro ordinamento giuridico, dei diritti delle
coppie formate da persone dello stesso genere. Gallo ha spiegato che:
“In tale pronuncia, la Corte ha escluso l'illegittimità
costituzionale delle norme che limitano l'applicazione dell'istituto
matrimoniale alle unioni tra uomo e donna, ma nel contempo ha
affermato che due persone dello stesso sesso hanno comunque il
diritto fondamentale di ottenere il riconoscimento giuridico, con i
connessi diritti e doveri, della loro stabile unione. Ha perciò
affidato al Parlamento la regolamentazione della materia nei modi e
nei limiti opportuni”.