mercoledì 10 aprile 2013

L'emergenza Nord Africa continua...nel Villaggio olimpico di Torino


Dapprima 150 profughi e rifugiati, tra cui molte donne con figli e minori non accompagnati. Poi sono diventati 400 e aumenteranno. Si tratta delle persone che – con la fine del piano “Emergenza Nord Africa, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, finanziato dal Ministero dell'Interno e arrivato allo scorso dicembre con la fine dei fondi e la chiusura dei centri di accoglienza – si sono ritrovate in mezzo a una strada, con soli 500 euro per rimpatriare oppure rimanere in Italia, senza lavoro, senza assistenza, senza dimora.
Molti di questi richiedenti asilo hanno, allora, cercato rifugio nei locali dell'ex Villaggio Olimpico di Torino: si tratta di tre palazzine rimaste invendute dopo le Olimpiadi del 2006.
La percentuale dei profughi e dei migranti che hanno occupato questi spazi è bassa rispetto alle mille e cinquecento persone che sono arrivate in Piemonte, dal 2011 ad oggi, in seguito soprattutto alla crisi in Libia e che sono in attesa di una risposta alla loro domanda di asilo politico. Con la fine del piano predisposto dal Ministero, ora la competenza degli interventi appartiene, non più alla Protezione civile, ma alle prefetture e alle amministrazioni locali. Il questore del capoluogo piemontese, Antonino Cufalo, ha dichiarato che: “ E' una questione che non si risolve in termini di ordine pubblico, ma è una situazione complessa, oggetto di approfondimento ed è in via prioritaria una questione umanitaria”. E l'assessore alle Politiche sociali, Elide Tisi, ha aggiunto: “ Alcune strutture hanno gestito bene l'accoglienza, altre meno: non è stato fatto alcun controllo” e ha promesso che la sua attenzione sarà rivolta a tutti, ma in particolare alle persone più vulnerabili: donne, bambini, anziani, famiglie e persone con problemi psichici o fisici.
Nessuno, per adesso, ha chiesto lo sgombero delle palazzine: né la proprietà, né la prefettura, né la città.
I profughi chiedono, innanzitutto, la regolarizzazione della loro posizione, la residenza e la possibilità di avere una casa. E, mentre i politici cercano soluzioni, la società civile dà un segnale positivo. Molti cittadini, infatti, hanno portato aiuti: borse con indumenti, materassi, cibo e due televisori.
Il prossimo 19 aprile, infine, il Movimento rifugiati e profughi ha organizzato, sempre a Torino, un'assemblea per continuare ad esprimere solidarietà ai migranti e per attirare l'attenzione sui problemi dell'accoglienza di chi è costretto a lasciare il proprio Paese a causa di guerre e di violenze.